"Correre", dicembre 1999: "Fine anno, fine decennio, fine secolo, fine
millennio."

di Fabio Marri


Cosi' esordisce l'editoriale di Marco Marchei a p. 21. Anche quando non si
ha niente da dire, quella pagina bisogna pur riempirla; proclamare la fine
del millennio, e poi dire che e' un "confine fittizio" dichiarando il
proprio "disamore nei confronti del trapasso", per concludere che la
prossima corsa programmata dall'autore non e' ne' per il ventunesimo secolo
ne' per il terzo millennio, ma semplicemente per l'anno Duemila. Insomma, le
tre colonne le abbiamo riempite, la pagnotta l'abbiamo guadagnata (dato che
"Correre" costa 8000 lire per 194 pagine, anche queste 46 lire possiamo
giustificarle).
Intanto, gli ultimi calendari della "fine millennio" e i primi del
cosiddetto "nuovo millennio" continuano a essere pubblicati, a p. 172 e
seguenti, col consueto sbaglio di un anno: nel senso che questo lunedi' 6
dicembre si sarebbero corse la 13a Sfetleda di Carpi e la Strafuno
bolognese. Gare, naturalmente, che si sono svolte il 6 dicembre 1998 (quasi.
un millennio fa). Il 19 dicembre, poi, stando alla stessa pagina di
calendario, a Castelmaggiore di Bologna si sono tenute due "Corride del
Progresso": una, alla sua 19a edizione, di 12 e 21 km, omologata Fiasp-Ivv;
l'altra, senza numero, di 3, 7, 13 e 21 km, con "Mini-competitiva" (leggete
qui la cronaca del Supremo per sapere come e' veramente andata). Anche
lunedi' 27 dicembre si corre a Bologna, caso unico di tutto il calendario
nazionale, alle ore 9 al Pastificio Corticella. Al termine della gara, tutti
gli atleti saranno fatti entrare nella fabbrica (aperta, come di solito
accade al lunedi') per collaborare alla confezione dei maccheroni. Invece,
col "nuovo millennio", di Bologna si perdono le tracce: una gara il 6
gennaio (e quella non possono dimenticarla, ha comprato mezza pagina di
reclame), una il 16, poi piu' niente fino a tutto febbraio compreso.
"Correre". a cercare un calendario piu' serio.
Come esempio di prosa di fine millennio, va segnalata invece la cronaca di
Corrado Ori Tanzi sulla maratona di Carpi (p. 105), finemente intitolata
"Maria guida come Schumacher",  aperta dalle "pernacchie al peso
gravitazionale", e continuata dalle "storiche sequenze fotografiche" di Leni
Riefensthal.  Della serie: guardate come sono bravo, anche se confondo  la
gravitazione con la gravita', e le foto col cinema.
Dell'alluvione oritanzica, di quella della "Zona" (di cui diciamo in altra
parte), e delle otto pagine dedicate a Terramia, fa le spese il povero
Giuliano Orlando, messo in condizione di nuocere il meno possibile dopo i
guai combinati nei mesi scorsi (dalle botte prese dal Touring alle stangate
evitate di poco a "Campo Marte" nella vana ricerca di Baldini), e che ha il
permesso di scrivere solo una mezza pagina (cioe' 28 lire), neanche numerata
(ma quella che viene dopo e' la p. 38). Questa volta, a subire la prosa di
Orlando e' il "caro Alessandro Manzoni", e il suo racconto della fuga
notturna da Pescarenico (quella dell'"Addio monti"). Ma lasciamo la parola a
Orlando:
"Un congedo amaro, che il grande romanziere, attraverso Lucia, rende
struggente. Riconosciuta tra le piu' belle pagine della letteratura
italiana" (chi? Lucia o il congedo?). Concordanza a parte, perche' il
concetto sia piu' chiaro, ribadisce Orlando: "le parole di struggente
nostalgia che concludono quel pensiero". Insomma, il giornalista si e'
strutto, non ha piu' parole (o forse non ha piu' spazio), e deve chiudere:
"Ma di questo ne riparleremo". Forse Manzoni (e perfino Govi) avrebbe
strutto quel "ne".