Geox
in controtendenza. Il distretto di Montebelluna soffre, il Gruppo creato e
presieduto da Mario Moretti Polegato inanella record su record. E forte del
brevetto che permette alla scarpa di «respirare», mantenendo nel contempo un
ottimale grado di impermeabilità, lo applica anche all'abbigliamento.
Che
la tecnologia e il modello d'impresa Geox funzionino lo dicono i numeri. Nel '97
l'azienda di Moretti Polegato fatturava 52,6 miliardi di lire, nel 2000 il giro
d'affari è salito a 93 milioni di euro (per 2 milioni 400mila paia di scarpe
vendute). In questi giorni Moretti Polegato sta
tirando le somme del 2001, per molti un autentico annus horribilis. Geox ha
avuto ricavi diretti per 150 milioni di euro (3 milioni 800 mila paia di
scarpe), nonché introiti derivati da licenziatari per 60 milioni di euro (un
milione 100mila paia di scarpe). Le previsioni del 2002 puntano a un giro
d'affari diretto in crescita del 35-40% (200-210 milioni di euro, 5 milioni di
paia di scarpe), cui dovrebbe aggiungersi un apporto di 50 milioni di euro da
licenziatari esteri.
L'anno
appena iniziato segna una svolta. Entra nella rete commerciale l'abbigliamento,
che secondo Moretti Polegato «nell'arco di un triennio arriverà a fatturare
quanto la divisione calzature». Il presidente di Geox s'infervora, quando
descrive la sua risposta all'effetto camino, risposta che sta alla base
dell'ingresso di Geox nel campo saturo dell'abbigliamento.
«Dopo
avere fatto respirare i piedi, vogliamo far respirare tutto il corpo» dice
Moretti Polegato. In sostanza, e con l'assistenza dell'università di Oslo,
il creatore di Geox ha osservato che il calore corporeo tende a salire verso
l'alto e, tramite un'intercapedine e una serie di microfori di aerazione posti
al di sopra delle spalle, ha inventato la tecnologia per consentire all'umidità
calda espressa dal corpo di fuoriuscire liberamente. Di qui la creazione di una
serie di capi d'abbigliamento, buoni per l'uso quotidiano, dedicati alla donna,
al bimbo, all'uomo. Un prodotto tecnologico e insieme caratterizzato da cura
estetica, esito degli studi del centro moda attivo in Geox.
Un'altra
linea di business fa capolino quest'anno. Perché non applicare la speciale
membrana inventata per le scarpe comfort - zeppa di microfori che non lasciano
entrare l'acqua, ma permettono la traspirazione del piede - anche alle calzature
sportive? Già da questa primavera entreranno in produzione le prime scarpe
sportive da passeggio, poi arriveranno quelle dedicate agli sporti specifici.
Con tale decisione Geox ha risolto la trattativa condotta per rilevare Fila. «Ci
interessava Fila per entrare nel mercato sportivo rapidamente - dice Moretti
Polegato - Ma la tremenda situazione debitoria di quell'azienda ci ha suggerito
di stare a vedere».
Fin
qua la parte industriale. Ma tante storie di successo richiamano l'importanza di
disporre di un efficace network commerciale diretto. Vale il caso di Luxottica,
per esempio. Di qui l'avvio di una rete di negozi monomarca in franchising, da
principio allestendo uno spazio Geox in ogni città capoluogo. «Non è in
questione solo un disegno di marketing - dice Moretti Polegato - ma una
strategia tendente a sollevare il concetto del bisogno. Tramite il nostro
personale specializzato, tramite negozi a libero ingresso dove la produzione con
prezzi allegati è interamente esposta come in una mostra e personalmente
verificabile dal cliente, noi contiamo di poter spiegare la specificità del
nostro prodotto». Il network dei negozi, ideati da Tobia Scarpa e poi
ridisegnati dallo studio Cibic, durante il 2002 dovrebbe arrivare a quota 250 in
Italia. Una ventina di Geox shop dovrebbero aprire in vari paesi Ue nell'arco
dei prossimi due mesi.
Fin
qua Moretti Polegato, alla cui famiglia fa interamente capo il gruppo Geox, ha
fatto da solo. Ma il futuro contempla un cambio di prospettiva anche in questo
senso? Il fondatore di Geox resterà da solo ancora a lungo?
«Non
so cosa rispondere - dice Moretti Polegato - perché la società è in
fortissima evoluzione, anche se per ora escludo l'ingresso di terzi nel
capitale.
Abbiamo
valutato la Borsa o la partecipazione di merchant bank, che ci sono di frequente
state offerte, però per il momento preferiamo andare avanti senza nuovi partner».
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