INTERNET


La nascita di Internet Il TCP/IP
Le comunità virtuali L'hypertext transfer protocol
Altri fattori che contribuiscono all'espansione di Internet

La nascita di Internet


La rete telematica mondiale, secondo un’interpretazione abbastanza consolidata, nasce nei primi anni sessanta per risolvere il problema dell’inaffidabilità di tutte le reti di comunicazione in condizioni di attacco nucleare.

Nata per scopi puramente militari ben presto cambia connotazione diventando lo strumento di comunicazione per comunità virtuali. Queste comunità forgiano il lato anarchico, antisistema e libertario delle comunicazioni digitali, il lato utopico e "rivoluzionario " della rete. nota


Siamo in piena guerra fredda, a ridosso della sfida per la conquista dello spazio e della crisi di Cuba:

Uno dei punti deboli del sistema di difesa americano viene individuato nelle telecomunicazioni in caso di attacco. Infatti in quegli anni le centrali di comando e di controllo dell’esercito statunitense sono costituite da grossi camion o da edifici, oggetti che possono facilmente essere identificati dal nemico e distrutti.

Il meccanismo di trasmissione delle informazioni è del tipo "dal centro alla periferia" e quindi se viene interrotto il canale diretto di comunicazione non vi è alcun modo di far passare l’informazione. In caso di attacco, cioè, la comunicazione si sarebbe interrotta forzatamente, come se fossero stati tagliati i cavi del telegrafo. Il problema è quindi quello di trovare un modo per evitare che, distrutti i pochi centri di comando e controllo sul territorio, l’esercito e la difesa territoriale non siano più coordinati centralmente.

Vengono incaricate della non facile risoluzione del problema molte istituzioni di ricerca come la Rand Corporation, un gruppo privato di consulenza utilizzato dal Pentagono come agenzia di sviluppo di progetti di ricerca, l’Advanced Research Projects Agency sempre del Pentagono ( ARPA), la UCLA University, il MIT, il National Physical Laboratory in Gran Bretagna e nonché molti ricercatori, fra i quali Joseph C.R. Licklider, Robert Taylor, Paul Baran.


Gli scopi e i fondi di ricerca sono principalmente militari.

Il TCP/IP


Paul Baran, concepisce l’idea che passando dalla modalità continua e analogica, per la trasmissione delle informazioni, a quella digitale, possa aggirare il problema.. L’idea è che si possano trasmettere le informazioni attraverso un protocollo di codifica particolare, che le segmenta in unità discrete sufficientemente piccole da sfuggire all’eventuale blocco di uno dei canali comunicativi. La comunicazione attraverso questo protocollo è strutturata in modo da dividere l’informazione originaria in singoli pacchetti che poi invia al medesimo destinatario scomponendoli e facendo percorrere loro strade diverse. Questo protocollo prende in un primo tempo il nome di NCP, (Network Control Protocol) e successivamente di TCP/IP (Transmission Control Protocol/Internet Protocol).

La caratteristica fondamentale di questi strumenti per la trasmissione di dati è di fare circolare pacchetti di informazione digitale in maniera libera all’interno di una rete non gerarchica di computer; ogni pacchetto, individuato da un indirizzo, viaggia sulla rete in maniera libera. Approfondimento

Per implementare tale soluzione occorreva distribuire sul territorio una rete di nodi dì smistamento in grado di far circolare i pacchetti di informazione e di indirizzarli verso il percorso giusto. Se i nodi fossero stati disattivati, i pacchetti avrebbero potuto scegliere percorsi alternativi, tanto più numerosi quanto maggiori fossero stati i nodi della rete. Si tratta, in nuce, dell’ossatura dell’attuale rete telematica globale Internet.

Se un nodo o più nodi della rete fossero venuti meno, se fossero stati interrotti o distrutti, il "pacchetto" di dati avrebbe deviato verso altri nodi ancora attivi. Infatti nel protocollo TCP/IP il tragitto percorso sulla rete dai pacchetti di informazione risulta essere del tutto ininfluente rispetto all’esito della comunicazione. Questa nuova modalità di trasmissione delle informazioni costituiva la soluzione al problema militare.

Nasce ARPANET.


Le Comunità virtuali.

Nata come strumento per preservare le comunicazioni in caso di attacco nucleare, Internet si trasforma in qualcosa di molto differente.

Il contributo del Modem

Nasce il P.C. (Personal Computer)


Il progetto della rete Arpanet appena attivata, e con le finalità che abbiamo sopra descritto, devia rispetto al suo scopo. Fioriscono, e siamo ancora negli anni settanta, i messaggi personali e non professionali di posta elettronica, le liste di distribuzione multiple della posta (la posta inviata a più utenti) e nello stesso tempo nascono le bacheche elettroniche di annunci su temi definiti.

Accanto alle reti ad alta tecnologia del progetto del Pentagono, nell’ambiente dei programmatori e degli hobbisti del computer, cominciano a nascere i primi abbozzi di comunità virtuali o reti alternative basate su un sistema relativamente semplice e destinato ad avere grande fortuna: quello delle BBS On line (On line Bullettin Board Services). Si tratta di embrioni di comunità alternativi rispetto alla linea di ricerca principale che diede origine a Internet, finanziata in un primo tempo dai militari e successivamente dal sistema universitario e dalle grandi corporation. Solo attraverso lo studio comparativo del main-stream e di questo canale underground è possibile comprendere appieno lo sviluppo delle attuali comunicazione digitali.

Nel 1979 viene lanciato nel sistema telefonico di Chicago il primo sistema aperto al pubblico di bacheche elettroniche:

Mentre si stavano perfezionando i sistemi "ufficiali" di trasmissione in rete dell’informazione (Arpanet) e venivano gettate le basi per quella che, a partire dagli anni novanta, sarebbe stata l’architettura definitiva di Internet, nasceva quasi clandestinamente e soprattutto all’insaputa delle grandi compagnie di computer e di telecomunicazioni, un sistema relativamente economico di comunicazioni digitali. I primi programmi per la consultazione di BBS erano molto elementari e prevedevano solamente la possibilità di ricercare in ordine alfabetico i messaggi e di leggerli nell’ordine in cui essi venivano inviati; tuttavia, questa tecnologia, ancora rudimentale, permise la creazione di vere e proprie aggregazioni virtuali "antagoniste", quali per esempio il progetto pionieristico di CommuniTree o quello di grande fortuna che fu poi denominato Fido Net.

Questi due casi di comunità virtuale mettono in luce il lato anarchico, antisistema e libertario delle comunicazioni digitali, il lato utopico e "rivoluzionario" della rete, col rifiuto della normativa sul diritto d’autore, diritto alla gratuità del software, massima democrazia nell’accesso alla rete, controculture alternative, cyberpunk.


Mentre fioriscono le BBS e le comunicazioni alternative, il versante istituzionale dello sviluppo della telematica si emancipa progressivamente dalla sua originaria ispirazione militare.


I finanziamenti di una multinazionale americana — la Xerox — permisero a molti dei partecipanti al progetto ARPA di proseguire le loro ricerche in ambito privato. Nacque così a Palo Alto, in California, il PARC, Palo Alto Research Center, dove confluirono anche gli sforzi dei progetti di ricerca avviati negli anni sessanta e settanta da uno dei pionieri dell’ipertestualità e delle interfacce grafiche, l’inventore del mouse Duglas C. Engelbart. Altre grandi multinazionali, per esempio IBM, DEC e AT&T, resesi conto dell’importanza strategica delle reti telematiche, cominciarono a creare reti private che precorrevano le odierne Intranet. Si svilupparono reti locali di Università e colleges, che progressivamente si interfacciarono con reti più estese come Arpanet o la sua successiva filiazione militare Milnet.

La National Science Foundation, che aveva ben compreso l’importanza della rete come risorsa intellettuale, mise in opera una rete scientifica nazionale — la Computer Science Net — e sovvenzionò una serie di altre reti di ricerca in ambito locale. Nacque poi, per un accordo tra l’IBM e la NSF, la rete Bit Nei, dedicata alla ricerca in ambiti non strettamente legati all’Information Technology.

Nel 1983, su finanziamento ARPA, fu creata dalla University of California una versione del sistema operativo Unix che conteneva al suo interno i protocolli di interconnessione TCP/IP, e che quindi teoricamente permetteva a tutti i computer basati sul sistema operativo Unix di connettersi in rete.

Sempre nei primi anni ottanta, la NSF diede il via a un progetto per connettere a elevatissima velocità i centri di super-computing e le relative comunità di utenti sparse per gli Stati Uniti d’America; questa rete, che entrò in funzione nel 1986, sarà la struttura che diventerà l’asse portante della futura Internet.

Nel 1991 si assiste alla convergenza della rete delle BBS amatoriali con le grandi dorsali di Internet, all’interno delle quali si era allo stesso modo sviluppato un sistema di bacheche elettroniche: il sistema Usenet, i news group di Internet. Mentre la rete delle BBS Fido Net, infatti, funzionava come una vera e propria "catena di Sant’Antonio" telematica, attraverso il trasferimento via telefono delle informazioni da un nodo all’altro, Internet con le sue grandi dorsali transoceaniche avrebbe permesso al popolo alternativo delle BBS di estendere la sua azione su scala mondiale.

L’interconessione delle due reti fu opera di Tim Pozar, nell’intento di permettere l’accesso e l’uso di Internet anche ai cittadini comuni e agli utenti delle BBS; nel 1991 il primo nodo fu operativo e i messaggi — "eretici" e non — di Fido Net cominciarono a viaggiare lungo le dorsali istituzionali della nascente Internet.


Internet, fino agli anni novanta poteva trasmettere informazioni solamente in modalità testo, nasce l'HTTP.

L’ipertesto diventa un fenomeno di massa


Le prime reti telematiche, la pioniera Arpanet, NSFnet (National Science Foundation Network), BitNet (Because It ‘s Time Network), csnet (Computer Science Network) e la stessa Internet, fino agli anni novanta potevano trasmettere informazioni solamente in modalità testo, non esisteva cioè la possibilità di muoversi attraverso le informazioni della rete cliccando su un pulsante all’interno di un ambiente grafico: non era possibile navigare tra le informazioni. Quando i ricercatori del Cern di Ginevra inventarono la tecnologia che ha reso popolare la rete, misero a punto un sistema di Hyper Text Transfer, appunto, che consentiva di trasferire documenti ipertestuali rendendo possibile una navigazione grafica tra i siti.

Nacque così il World Wide Web (www) e con esso i programmi come Mosaic (1993), Netscape Navi gator (1995), Internet Explorer (1996), che consentono di navigare sulla rete. Mediante un’interfaccia grafica, essi permettono di visualizzare sul proprio computer i documenti ipertestuali che costituiscono la rete: testi, immagini, filmati, e possono riprodurre anche suoni digitalizzati.

Da qui in avanti è stato il fiorire di una babele di reti di interconnessione pubbliche e private, a scopi prevalentemente scientifici, ma anche commerciali, che fecero intravedere ai più illuminati tra gli intellettuali, i manager e gli esperti di Information Communication Technology le potenzialità della trasmissione digitale dei dati. Era sempre più evidente che le reti non fossero solamente destinate agli addetti ai lavori, agli informatici e agli scienziati, ma che fosse ipotizzabile l’estensione della loro capacità di creare comunicazione e comunità a tutti i cittadini, alle imprese e al mondo economico.

Questa massa critica di esperienze cominciò a fare breccia anche a livello politico. Alla fine del decennio scorso il progetto delle "autostrade dell’informazione" divenne il cavallo di battaglia di un giovane senatore democratico, Al Gore, e si accese negli Stati Uniti il dibattito sul ruolo che lo Stato e i privati dovessero avere nella gestione e nello sviluppo delle comunicazioni telematiche.


Altri fattori contribuiscono alla diffusione di Internet.


Parallelamente al tumultuoso processo di cablaggio e alla creazione delle grandi dorsali di Internet, nel corso degli anni ottanta proseguirono altri due fenomeni che hanno reso possibile una rivoluzione digitale di così vasta portata.

In primo luogo, proseguì il trasferimento in digitale degli archivi e delle risorse informative, cioè tanto la digitalizzazione dei testi, delle immagini e dei suoni, quanto quella delle funzioni di gestione e delle procedure del vivere associato, cioè l’informatizzazione degli uffici pubblici e privati, delle procedure e delle normative.

In secondo luogo, si affermarono studi per rendere più agevolmente utilizzabile lo strumento delle comunicazioni telematiche con le prime interfacce grafiche per la comunicazione digitale: Archie, Finger, Gopher, Mosaic, Netscape. Da Arpanet progressivamente si passò a Internet e, anche se nella memoria di chi si occupa di questi problemi sembra preistoria, è utile ricordare che il primo vero browser grafico interattivo, Netscape, fu rilasciato sul mercato solamente nel 1995.

Possiamo dunque evidenziare tre fattori che hanno reso possibile a milioni e milioni di individui di divenire membri di una comunità virtuale grande quanto il mondo:

  1. lo sviluppo di computer sempre più potenti e di reti informatiche sempre più efficienti;
  2. la progressiva digitalizzazione e gestione informatica dei dati e delle procedure;
  3. la costruzione di interfacce utente sempre più facilmente utilizzabili.

 

 

 

Note:

Il rifiuto della normativa sul diritto d’autore, diritto alla gratuità del software, massima democrazia nell’accesso alla rete, controculture alternative, cyberpunk, sono caratteristiche salienti della rete delle reti.