Poesie:       

Racconti:

 

 

 

 

 

 

Ancor contesa tra estremi istinti

Ma cos’è

Un demone fragile

o. .o uno specchio tentatore

l’oblio di una notte o una notte di luna

un ricordo… sospeso nel tempo

forse un grappolo ancora acerbo

lo strappo ? no ! raccoglilo tu

deponilo dentro un cesto di frutti maturi

maturi d’essenza di polpa odorosa

ancora un estremo un altro viaggio

no ! non voglio partire

questo treno lo farò passare..

sono il passeggero o il comandante…

senza di me non parto

mi vorrei portare lontano

..lassù  ah la dimenticanza..

la quiescenza ineffabile del desiderio

impalpabile come la polpa mielosa di un frutto maturo..

sono il quadro di una tela che non esiste… di colori accesi… e di colori sfumati…

… ma sento un suono ah è il mio treno…

capitano un passaggio per le nuvole grazie      20\11\1998

 

Cosa cerchi dentro la tentazione ?non so la vita che si fa tentare

E cosa tenti d’ottenere? L’acerbo gusto della verità

La verità ! cos’è la nuda storia del destino o un destino senza senso

Ma il desiderio?

Ah un’altra verità e se io la custodissi se io fossi un angelo tu mi seguiresti?

Io seguo la verità ma verrei con te !

Allora ti porto tra le mie notti.. dentro il ricordo che tu sogni

Ma dove vivono i sogni?

I sogni non vivono ! sono esistono da sempre

Un sogno non dorme perché non ha tempo non beve perché non ha sete… il sogno è come Dio esiste

È un pianeta lontano e voi siete la proiezione

Allora voglio salire fino a quel pianeta voglio vivermi davvero

No ! non puoi tu vivi

 il tuo sogno esiste

Ora dormi perché anch’io sono un sogno

29\11\1998

 


 

 

 

PRAYER FOR PEACE

 

 

Un giorno le montagne si alzeranno

Si leveranno dalla grande madre al grande padre

Lo so oh mia montagna.. guardandoti

Vedendo disegnato tra le tue cime il volto di colui che fu prima di me

Il grande Indiano

Il cui viso è sciupato dal dolore

È sorella luna a dargli luce col suo pallido bagliore

A fare echeggiare la sua voce nelle notti in cui sorge

Come l'aquila che dalle vette apre le sue ali

E.. libera vento

Porta pioggia per dissetare

Un popolo arso di pace

Vendetta contro un rosso sangue

Uguale al sangue rosso dell'uomo padrone.

Senti come vibrano di dolore i canti di libertà

Vite spezzate per una colpa mai commessa

Volerà di nuovo la grande aquila

Verso un sole che volge al tramonto

Per annunciare che la notte…

….. La notte passerà veloce

Scandita dall'ululato del grande lupo grigio

E domani.. sarà il giorno dell'amore

"Amico bianco" riponi il tuo bastone tonante

Le nostre guerre sono di paglia

Le tue di piombo ed uccidono

I nostri bastoni sono di legno ma tuoneranno più forte delle tue bombe..

Perché la pace che hai sepolto..

Domani rinascerà …Come le montagne

 

Rosangela


 

 

OGNI UOMO PORTA CON SE'UN MONDO COMPOSTO DA TUTTO Ciò CHE HA VISTO ED AMATO

ED AL QUALE INCESSANTEMENTE RITORNA, ANCHE MENTRE VIAGGIA, E SEMBRA VIVERE IN UN ALTRO MONDO.

F.RENE' DE CHATEAUBRIAND

 

 

RED LAND

 

 
 

….Come quando amore ed infinito intrecciano le loro ghirlande, dove nasce ciò che muore, là dove la musica danza eterea.. palpabile come un bacio, là dove l'essenza si libera e può liberarti.

Basta chiudere gli occhi.. e lasciarsi dolcemente accarezzare da un'immagine.. un'alba che nasce .. sulle ceneri di un tramonto.. un cielo.. folgorato da mille luci.. colori.. lontani.. che volteggiano .. ma più vicini di quanto si possa credere.. come quando stai cercando.. chissà cosa o chissà chi… luoghi sconosciuti remoti, dove vorresti perderti per realizzare i tuoi sogni… ma non si vede spesso che i nostri sogni sono dentro di noi, forse sepolti per paura di vederli.. o forse.. solo momentaneamente…. Invisibili… basta trovare una chiave, un accesso e tutto diventa Realtà

Il vostro grande desiderio si trova nel calore di quella luce che va a dormire.. solo allora la vostra luce, la vostra anima potranno camminare assieme….

Adesso a questo spettacolo dell'anima aggiungete il rumore d'onde che partendo dall'oceano s'infrangono sulla nuda roccia .. la levigano come i pensieri al mattino dopo la notte… o solo musica per chi è capace ancora di ascoltare.

Le leggende narrano di uno sputo di terra in uno sterminato specchio d'acqua.. la sua polvere è nera come la notte serena ma senza stelle quelle rocce che inghiottirono la luce… furono espulse dal cuore della terra quando piede umano non la calpestava.. nessuno la vide nascere ma molti la videro morire.. la sua polvere se si prova a stringerla tra le mani… cola via come acqua di luna…

La stessa che vi piovve negli intensi temporali, di una stagione che non ha nome.

Tutto svanisce su Polja.. il tempo, il dolore, il pianto, .. o forse sparirono ai tempi di cui racconterò

Situata , forse, a nord ovest dalla sua costa ,c'è chi dice d'averla vista.. i pescatori, quelli più anziani narrano.. ".. quell'isola pur distando poche miglia dalla nostra costa, sembrava essere irraggiungibile, nessuno di noi l'ha mai vista, solo  coloro che vi abitavano.. esiste una grande forza che la circonda.. misteriosa che  ti respinge quando ti sembra d'esser arrivato.. una notte da lontano, scorgemmo una grande luce rossa.. sfavillava  nel cielo come i giochi delle feste, ci trovavamo a circa mezzo miglio ed essendo incuriositi, da quell'improvvisa visione cercammo di avvicinarci per capire.. nonostante la notte non presagisse nulla di buono, un grande temporale navigava verso di noi, e certo sarebbe stato molto meglio riprendere la rotta del ritorno, ma, io presi il binocolo, volevo capire come e perché  in quello strano deserto dell'anima quella luce di fuoco sembrava la nostra speranza e forse il nostro approdo. Con il mio binocolo riuscii a vedere più dei miei uomini, che come impazziti si davano da fare per ammainare le vele, una corona di fuoco si levava alta non si distingueva se provenisse dal cielo o dalla terra, le sue lingue sfioravano le stelle e forse custodivano un segreto ancora più grande… finalmente capii perché l'avessero chiamata Red Land, terra rossa, lo spettacolo che mi si dipingeva dinanzi era quella meraviglia che spesso l'uomo cerca e che nel momento in cui la vede.. resta senza parole.

Radunai in fretta il resto della ciurma per dire cosa dovessimo fare .. ma non ebbi neanche il tempo di proferir parola che un'improvviso vento alzò un'onda più grande del nostro albero maestro.. e le nostre vele si chinarono al volere di quella forza che ci scaraventò in pochi secondi molto lontano, tutto ci sembrava assurdo.. ma io capii che quel vento stava proteggendo qualcosa di sacro, così qualcuno più grande della nostra volontà e della nostra ragione ci costrinse a cambiar rotta.

Ci guardammo tutti negli occhi, il panico era nostro padrone, gli sguardi s'intrecciavano e poi ancora fuggivano lontano alla ricerca di qualcosa di razionale. Arrivammo finalmente sulle nostre rive e, ricordai di conoscere un uomo dalla pelle rossa, sbarcammo all'una di notte e quest'uomo, stava sempre al porto a guardare l'orizzonte nella direzione di Red Land sapevo che era un discendente della tribù che abitava su Polja, e se ne stava là muto ad osservare il punto in cui Polja svanì.

Colpo di pugnale era il suo nome indiano ma tutti lo chiamavamo Nati, mi fermai accanto a lui poggiai la mia mano sulla sua spalla e gli rivolsi la mia domanda,

Lui si girò a guardarmi accennò un mezzo sorriso e con tono solenne mi raccontò " noi tribù di Hanwi abitavamo su di un'isola chiamata Polja, poco distante da Red Land, un grande capo dirigeva la nostra piccola nazione, egli era forte ed onesto, aveva un figlio maschio nato la seconda volta durante la luna delle foglie che cadono.. Canto di Lupo fu il suo unico nome per i mugolii, simili alle nenie di lupo, che emetteva quando cominciò a piangere.

Canto di Lupo fu bello sin da piccolo, ed ancora di più lo  diventò crescendo, il suo coraggio e la sua forza si distinguevano tra le mille virtù che questo giovane possedeva, s'innamorò perdutamente di pelle di luna e lei lo amò come se fosse il tesoro più grande del mondo. Vi furono tre lune di canti e danze, per ringraziare gli spiriti della pianura sacra e nostra madre terra.

Ma la sorte dei giovani era segnata da una profezia tanto triste quanto assurda che solo mani d'erba conosceva, lo sciamano della nostra gente.

Nella tribù di Hanwi, tutti i discendenti maschi di un capo dovevano nascere la seconda volta, e se così non succedeva.. il bimbo doveva essere portato sulle rive di Red land… dove sarebbero stati gli spiriti degli antenati a prendersi cura di lui.

Dall'amore di canto di lupo e Pelle di luna nacque un frutto altrettanto bello … ma fu maschio.

La notte in cui quella creatura venne alla luce Pelle di Luna sparì da essa.

Un'oscura tempesta si abbatté su Polja, l'avvolse interamente, sconvolgente la notte dei suoi abitanti e la vita di Canto di Lupo che innalzò nenie d'amore e di morte verso quel manto scuro che copriva la sua testa

Canto di lupo doveva sacrificare quel bimbo agli spiriti, una sorta di perdono per "l'offesa arrecata".

Occhi di ghiaccio era piccolo e tenero, indifeso, ma vispo come un puma, fu avvolto dal padre in una tela color porpora e lo porto con lui su un piccolo kayak…. Remò fino a Red Land, salì la sua piccola imbarcazione sulla costa e.. cominciò ad inoltrarsi in mezzo ad un fitto bosco… i rami gli s'intrecciavano davanti, come  ad ostacolare il suo cammino altri gli colpivano il volto lasciando una leggera scia di sangue ,ma nessun dolore in quel momento poteva essere più grande di quello che già Canto di Lupo portava nel cuore.

La luce di Hanwi si faceva largo tra quei rami e le sue lacrime correvano più forti di una tempesta, stringeva a sé il suo piccolo tesoro lo guardò ancora una volta e lo pose dinanzi al totem dello Spirito del Mare, alzò le mani al cielo e proferì parole amare: "Dei dell'eterno, affido a voi, il frutto il frutto della gioia che diventa dolore, un dolore che sarà ancora più grande sapendo che questo piccolo frutto che non ha ancora visto la luce morirà, ho scatenato la vostra ira per una colpa che non ho commesso, sono figlio dell'uomo , figlio della Terra. Date  a me la morte!

Raccogliete le mie ceneri da questa terra e portatemi tra le braccia del mio amore, prendete la mia vita ma salvate il frutto della mia carne.. e del mio amore.

Piangeva lacrime grondanti come cascate, le stesse che in quel momento lo inghiottirono… Occhi di Ghiaccio restò illeso, dondolato da quelle onde, piangeva per un dolore che non conosceva ma avvertiva.

In quell'istante un tuono squarciò il cielo dividendolo a metà ed una corona di fuoco abbracciò Red Land.

Canto di Lupo forse morì tra quelle onde, ed assieme a lui annegava Polja.

il mare in tempesta non dava scampo alla vita, era un segno dicevano i più anziani, la morte sarebbe arrivata con la nascita di un bambino, e poi sarebbe tornata in tempi a loro sconosciuti.

Poca gente si salvò , ed i loro figli ormai hanno cancellato questo ricordo, parlano di quanto accaduto come fosse una leggenda, qualcosa che trascende tutto ciò che puoi toccare.

Red Land, avvolta da quell'inespugnabile mistero, fu detta maledetta, ma nessuno conosce i segreti che si celano dietro quel manto di fuoco che la notte, quando la luce va a dormire, accende il cielo e colora di rosso l'orizzonte, rendendo tutto magicamente impercepibile, inerte dinanzi ad uno spettacolo che è anche una realtà… Colpo di Pugnale ora alza le mani al cielo addita Hanwi e continua.. solo lei sa più di quanto ogni umana comprensione può percepire.

Quel pallido candore del suo viso, pieno nelle notti in cui vuole, è lo specchio dell'anima del mondo, dentro cui nessuno può leggere se non con lo sguardo dell'amore…  mio padre questo mi raccontò e da allora sono passati cento anni.. e non conosco nessuno tra noi mortali che abbia potuto attraversare quella invisibile linea che porta al di là del sogno.

Troppe lune danzano ormai alle mie spalle.. la mia mente è ancora giovane ma il mio corpo non reggerebbe un viaggio, andrei nella terra di mio padre se sapessi in quale abisso il mare l'ha posta.

Questo racconto era scritto in uno dei diari di bordo del vecchio nonno di Glea, il capitano di quella nave che fu sbattuta al largo nel tentativo di avvicinarsi all'isola Rossa.

Certo l'indifferenza era una via che Glea sconosceva, soprattutto dinanzi alle notizie strane e misteriose…. Così fece un balzo come risvegliatasi da un lungo sonno.. o forse dal viaggio che aveva letto, ma lei non c'era ancora stata.

Strinse quel libro pieno di ragnatele tra le mani, camminò verso il balcone che dava sull'oceano e cominciò a pensare… un brivido.. la prese in ostaggio.

Mentre il suo sguardo si perdeva lontano, seguendo quelle onde che dapprima s'infrangevano sugli scogli e poi di nuovo si trascinavano lontane.. portandosi dietro il cuore di Glea.. ogni cosa segue il suo cammino o forse il suo destino.. a lei che bastava una piccola luce all'orizzonte, o solo i fragori di quell'oceano, che risuonavano dentro di lei come eco di sirene, per cominciare a sognare, e,  già si trovava con i piedi lontano da terra.. ma quel soffio di brezza che spirò da nord la riportò su questo pianeta.

Di lei si diceva fosse un tipo strano, incomprensibilmente  lontano da tutto ciò che sapeva di reale, avvolta nella sua sfera fatta di sogni ,dove nessuno poteva penetrare se non per sua volontà, circondata da una luce invisibile che neppure lei riusciva  a scorgere.

 

A Glea non bastava guardare, lei doveva entrare dentro la materia alla ricerca di quell'essenza infinita ed altresì insostenibile della vita, come se per un attimo volesse spogliarsi dal peso del vestito del suo corpo e librare lontano

Così quel brivido si trasformò in pensiero ed il pensiero in movimento, corse giù per le scale che portavano in una vecchia cantina, accesa una timida candela ed in mezzo alle carte piene di polvere e di ragnatele, cercò una vecchia mappa che suo nonno aveva usato negli anni di navigazione. La trovò subito, come se sapeva esattamente dov'era stata posata in mezzo a quel mucchio di cose vecchie.

La prese tra le mani le soffiò sopra, come  se volesse togliere in un attimo anni di povere ed umidità, la guardò un attimo come a voler essere certa, poi fece un sorriso ed in fretta risalì.

Si sedette dinanzi al fuoco acceso del suo caminetto ed aprì quella carta ingiallita come se stesse per aprire una cassa del tesoro. Stando bene attenta a non strapparla, la guardò bene, fece rapidamente dei calcoli di posizione, la sua costa s'affacciava sul grande Pacififico e quell'isola distava forse un miglio , calcolò il tempo che avrebbe impiegato per arrivare ed ora erano davvero poche le cose che le potevano servire per realizzare quell'idea folle.

Si munì in brevissimo tempo di una bussola un vecchio binocolo dei maglioni pesanti e qualcosa da mangiare… imprevisti assenti il viaggio sarebbe durato qualche giorno , due o tre .

Attorno a lei c'era un silenzio interrotto solo dai fragori delle onde e dall'incessante pulsare del suo cuore che scalpitava come un cavallo al galoppo in una sterminata prateria.

Tornò ancora a guardare l'orizzonte, tenendo il fiato sospeso dalla paura o.. forse solo dall'emozione, ancora una volta era entrata nei suoi stati dove la dimensione terrena non era contemplata, dove la logica comune  non può interagire, luoghi di sogno dove tutto trascende tutto e dove Red Land aveva un senso, un senso che lei riusciva a percepire col cuore, come pezzi sparsi riaffioravano immagini e ricordi, forse un'altra vita di cui lei non ricordava che il profumo, e quella voce dentro di lei che ogni attimo si faceva più forte , come l'ululato del lupo che richiama i suoi simili dalla foresta, così Glea sentiva una forza che la spingeva verso quella terra sconosciuta ai suoi occhi ma troppo vicina alla sua anima.

Il sole stava andando a dormire , e, lei tornò a guardare le onde che s'infrangevano sulla falesia e poi dolcemente ricadevano indietro… come quando ci si abbandona tra le braccia di un amore… senza la paura di cadere… un'immagine reale ma che lei poteva perfino accarezzare.

Tornò di nuovo con i piedi per terra, dopo essersi lasciata trasportare a mezz'aria, prese il telefono non rendendosi conto che nel frattempo s'era fatto tardi;

>"ciao Zane!"

>" Glea .. a quest'ora!? Cos'hai? Cosa ti è capitato?"

>"nulla di particolarmente allarmante, ti ho chiamato per salutarti! Domattina parto!"

>"parti? E dove vai? Poi così all'improvviso!.. o stai scappando da qualcosa? Che hai combinato stavolta!"

>" non ho combinato niente e non sto scappando da nessuno! Forse solo da me stessa.. comunque non sono in crisi ho solo deciso di fare un viaggio vado… vado su Red Land!"
>" come! Ah no non sei in crisi! vediamo. . completamente andata! Al tuo ultimo neurone hai fatto fare una bella centrifuga insieme al tuo bel cervello, te lo sei bevuta e,, ti ha fatto male! Cioè mi spiego meglio, o, cerco di farlo, considerando l'ora!

Dunque sul fatto che sei uno strano essere , non avevo dubbi, ma questa nuda certezza mi spiazza! cos'hai parliamone.. o se ti va posso cercarti un posticino alla neuro!"

>" non ho nulla , voglio solo andare su Red Land! Lo so che quello che dico può sembrare folle, e tu spesso non riesci a capirmi, ma io so che sto ragionando.

Oggi sono stata tutto il tempo a leggere i diari dl nonno, le sue carte intrise di muffa e polvere e mi facevano respirare un'aria inconsueta , riuscivo a vedere una porzione di mondo che mi pare di conoscere, non sono pazza Zane!

Ho solo voglia di cercare quello che non ho ancora trovato in questa vita, e soltanto oltrepassando quei confini io potrò conoscerli, voglio sapere che c'è dopo ma soprattutto voglio sapere cosa c'era prima, l'isola rossa forse è il mio traguardo, il punto in cui tutte le domande che finora mi sono posta avranno la loro risposta, ed io la voglio questa risposta! lo so che tutto appare assurdo e senza senso.. ma io conosco la verità, e se non dovesse essere così almeno ci ho provato, ma se non lo scopro, non lo saprò mai!"

>" ho capito, o mi pare d'averlo capito, scusa, sai , io sono sempre molto fredda nei miei pensieri hai ragione a cercare le risposte , ma perché giusto su quell'isola , dicono che sia maledetta, e poi dista molto dalla costa.. come pensi d'arrivarci da sola.. aspetta , aspetta che con te venga qualcuno! Glea torna sul sentiero della ragione!"

>" no stavolta non posso ! questo viaggio devo farlo e, devo farlo da sola.. e poi, io non ho paura, c'è una voce dentro di me che mi da coraggio, ed un angelo che mi tiene per mano e mi condurrà lontano proteggendomi!"

Zane l'interrompe dicendo :>" ascoltami Glea, ti sei chiesta se la voce che senti non è quella dell'incoscienza!

Non ti posso incoraggiare capisci!

Vatti a fare una bella dormita , domattina presto verrò da te ne parleremo con calma, e pensa stanotte che l'impresa a cui aspiri è troppo più  grande di te, forse è troppo grande per chiunque, forse è davvero un sogno.. pensa se quell'isola non esistesse? Saresti delusa tre volte di più!"

>" si! È davvero un sogno! È il mio sogno ed io sono stanca di vederlo solo di notte , voglio entrarci dentro toccarlo con le mie mani! Da oggi si vive a modo mio! Basta con il passato, basta con i ma e con i se.. io devo iniziare a vivere .. ho un'altra vita o forse un altro mondo ed io lo sto andando  a trovare!

Comunque , Zane , grazie per avermi ascoltato! E per continuare a farlo anche quando le cose che dico e quelle che avrei voluto dire, sono impossibili da capire. Adesso ti lascio dormire, domattina all'alba salperò, se vorrai salutarmi.. mi troverai al piccolo porto! Buonanotte amica mia!"

>" credo che le parole non servano più sei stata capace di convincere una scettica come me! Domattina verrò a salutarti notte Glea!"

Glea posa il telefono si dirige pensierosa verso il fuoco del suo caminetto e fissò a lungo quelle fiammelle che divampavano scoppiettando.

Il suo pensiero si era ormai fermato nell'attesa del nuovo giorno. Prese una piccola coperta e s'addormentò su di un tappeto dinanzi al caminetto.

Dormì, o, forse credette di farlo, quel fuoco divampava anche dentro di lei assieme all'impazienza e ad un'emozione così forte che nessuna parola di questo pianete sarebbe riuscita ad esprimere; ora non distingueva più il sonno dalla veglia , tutto era fittamente intrecciato, come i rami di un albero secolare che ne raccontavano la storia.

Glea ripensò alle parole di Colpo di Pugnale allora chiuse gli occhi e cercò di vedere quel mondo lontano, ora solo per poco.

Le ore notturne erano passate veloci, e, forse, neanche il sole ancora s'era svegliato che Glea era già pronta per la partenza.

Scese giù in spiaggia, preparò la sua piccola ma possente barca, e, cominciò a far salire il suo equipaggio: bussola mappa, coperte pochi viveri , e.. lei stessa.

Il freddo riusciva a congelare anche l'acqua dell'oceano, ma Glea non sentiva neanche il vento sfiorarle la pelle.

La sua mente ed il suo corpo riuscivano a sprigionare l'energia di una dorsale oceanica… ed.. all'improvviso una voce riportò in superficie la mente di Glea.

>"Glea.. Glea!"

>" hey! Allora sei venuta davvero a salutarmi?!"

>".. certo! Come potevo lasciar partire una pazza senza consegnare le catene di forza!? Sto scherzando! Ma .. ma tu sei ancora convinta di tutto questo?"

>" certo e più che mai!"

>" io ho paura per te, sei da sola e senza nessuno che possa aiutarti. .e.."

>" basta! Io .. io non ho paura! Sono abbastanza coraggiosa ed esperta per poter affrontare un viaggio anche da sola!"

ora ride per rendere tutto meno drammatico..

>"..e ..se un'onda scalzerà la mia barca .. io metterò le ali e volerò in cielo!"
>" si.. Icaro! Hey guarda che non sei un uccello e là ci potresti rimettere le penne! E poi l'oceano non da molto tempo per pensare ..se s'arrabbia.. ma non mi ci fare pensare.. io dovrei legarti e portarti di peso dentro un bunker piuttosto che stare qui a parlare con te!"

>" basta Zane.. salutiamoci.. lasciami partire ma non pensare che io sia da catena… non trovo le parole per spiegarti.. ma forse un giorno capirai!"

le due amiche s'abbracciano, Glea sale sull'imbarcazione e Zane dalla spiaggia cerca di trattenere le lacrime>" ciao brutta idiota! Se crepi io non ci vengo al tuo funerale!!"

Glea accende i motori ed inghiottendo le sue lacrime risponde

>" hey amica mia statti bene! Mi mancherai. .e ricordati io non posso morire.. se non dovessi tornare più getta un sasso dentro questo grande lago. .ed io sarò lì a raccoglierlo.. oppure se guarderai in cielo nella notte mi vedrai brillare .. perché se non divento una sirena mi trasformerò in una stella! Addio Zane!"

>" arrivederci Glea!"

Questa  volta Glea parte davvero. Asciuga la lacrima che sta per scivolare sul suo viso ed alzando l'altra mano continua a salutare.

Il mattino cominciava ad inoltrarsi, e, già il sole pur nel freddo intenso, si faceva largo tra le candide nuvole, che danzavano nel vento e nel cuore di Glea.

Tutto era strano, o, sapeva di strano, ma le sensazioni che questi pensieri trasmettevano erano di pace, trasparenti come la schiuma che la sua barca si lasciava alle spalle.

Osservava tutto questo e mille sensazioni la inondavano, quasi fosse un naufrago in balia di voluttuose onde… solo allora cominciò a rendersi conto di quanto le stava accadendo.. solo quando la sua riva s'allontanava dal suo sguardo, solo quando vide Zane farsi piccola e lontana.. solo allora capì che stava viaggiando su una strada fatta di mille piccole gocce d'acqua, pensò forse è solo la mia incoscienza.. ma si voltò di nuovo verso il nuovo orizzonte. Cominciò a pensare ad immaginare .

" ho intrapreso un viaggio con una meta sconosciuta, sono davvero una folle, non so neanche se Red Land esiste…

ma a volte le conferme non servono quando è il cuore a guidare"

Ora stringeva la mappa ingiallita, la guardava senza aprirla.. con lo sguardo di chi ha una cosa tra le mani ed ancora non ha capito come funziona .. poi parlò di nuovo a se stessa.

>"oh ma io non sono pazza, ma se così non è sono di certo sulla buona strada.

Però nonostante tutto io non ho paura, credo , e non capisco perché non mi possa capitare niente, il mio coraggio mi lascerà vincere dinanzi ad ogni insidia."

Questo urlò a se stessa ed al mondo a cui andava incontro.

Un vento leggero cominciò a soffiare da sud era caldo.. ma lei corse subito a tirare su le vele così sarebbe andata più veloce.

Prese il binocolo e guardò a nord- ovest come a scoprire già la sua isola, e l'immagine di quello che avrebbe voluto vedere  si confuse con il blu intenso dell'oceano e del cielo , laggiù all'orizzonte dove le loro mani delicatamente si sfioravano per custodire i destini degli uomini.

Glea riprese la bussola controllò ancora la sua rotta, che ormai conosceva quasi a memoria, e stabilì facendo qualche calcolo che il viaggio intrapreso senza nessun particolare imprevisto sarebbe durato altri due o forse tre giorni.

Trascorse la mattinata più euforica della sua vita, rideva perfino da sola ed ogni sensazione corporea svaniva dinanzi a quella misteriosa sorpresa che l'attendeva a braccia aperte.

Non sentì il freddo non ebbe fame.. e non sentì neppure la sua radi a bordo emettere segnali di comunicazione.

Si sedette a poppa, ed era quasi l'ora del tramonto.

Il mare si gonfiava al vento alzandosi in aria e facendo ricadere mille gocce d'acqua sul suo viso, ma Glea era tornata nella sua dimensione extra terrena e ricominciò a parlare con se stessa :

>"vedi Glea, Dio ha creato tutto questo, la natura il mare il cielo ed i loro mille misteri, non sono di tua proprietà ma ti appartengono perché vivi in questo mondo.

Come mi piacerebbe però essere parte di tutto ciò che esiste, essere acqua dissetare per poi tornare ad attraversare le viscere della terra, o solo essere cielo e raccogliere tutte quelle stelle, o essere stella per guardare tutto da quella dimensione, e poi quando sono stanca di stare con i piedi a terra, vorrei essere anche l'aquila che s'alza leggera tra i venti che guarda dritta al sole staccando dalle alte vette.

Fino ad oggi non avrei mai creduto che bastasse così poco per essere felici, vedere volare una rondine, un fiore che sta sbocciando o sentire questo profumo di mare che mi riporta davvero lontano, posti che credo di conoscere, ma che non ho mai visto… chissà come sarà la mia isola.. sento la sua poesia diffondersi con questo vento. Mancano pochi giorni e tutto quello che sto cercando di vedere lo vedrò davvero, so che vivrò attimi meravigliosi, quelli che da sempre attendo ma, adesso non sto aspettando sto correndo incontro al mio destino con una velocità incredibile , grazie Tob Tob( i quattro venti) per soffiare dalla parte a me propizia" .

E mentre stava ragionando ancora con se stessa, finalmente sentì la radio, e le urla disperate di Zane.

>" qui Glea ! con chi parlo!"

>" e me lo chiedi pure! Sono sull'orlo di una crisi di nervi! Cerco di mettermi in contatto con te da un giorno intero, ho pensato di tutto anche che tu fossi annegata, ma che hai fatto finora sono davvero impaurita!"

>"scusa ! ma non avevo sentito. Stavo contemplando la natura e le sue bellezze!

>" ma come prosegue il viaggio? Sei una scellerata! Dicono che ci sarà una tempesta e tu sei in mezzo all'oceano da sola! Glea torna indietro!"

>" tranquilla va tutto benissimo l'orizzonte è libero da nuvole non credo che la tempesta sia improvvisa

e poi come posso tornare sono ametà del mio cammino! No davvero non posso e poi ricorda  ho le ali!

>" Ok ! Glea , ma se dovessi avere qualche problema manda un segnale.. mi raccomando stai attenta!"

>" ok! A presto!"

sfidare il mondo e le sue tempeste è una prerogativa che solo in pochi possono permettersi, e , di certo non occorre solo il coraggio, ci vuole una buona dose d'incoscienza, ma soprattutto bisogna davvero credere in ciò che si sta facendo.

Glea ci credeva!

Quello era il suo sogno e nessuno poteva permettersi di distruggerlo, nessuno poteva distogliere i suoi passi da quel sentiero lontanamente vicino.

Per lei la vita era un gioco fatto di  musica e poesia ed ognuno aveva la sua strofa…. Lei stava cercando solo la sua rima.. l'aveva sognata una notte, ma erano delle parole , delle immagini che non riusciva a collegare,

da allora cominciò a cercare ciò che potesse dare una risposta ai suoi sogni.. e dopo al lettura di quel diario trovò la chiave: Red Land, ecco perché si era ostinata a partire, superando la barriera della logica che invece s'era imposta Zane.

L'oceano adesso si gonfiava al ritmo incessante di tamburi lontani.

Tamburi ancestrali, i cui battiti sono registrati in modo diverso dentro i nostri cuori, suoni lontani che spesso s'ignorano per paura di oltrepassare le finestre della logica, col timore di sporgerci anche un solo attimo per a scoprire cosa c'è al di là di ciò che le mani non possono sempre toccare.

Spesso non vogliamo sentire nemmeno il nostro cuore battere, lo teniamo prigioniero di invisibili catene, lo blocchiamo come un condannato dinanzi ad una convenzione che accettiamo senza parlare, non lasciandolo libero di vagare con i nostri sensi al di là delle mura di un pianeta che gli uomini vogliono rendere uguale ad un polmone marcio, rendendoci conformi ad una realtà che ci vuole tutti uguali, come marionette mosse da fili di ipocrisia, dove il sentimento la pace ed il coraggio non trovano posto, dove i guerrieri di altri tempi sono solo miti da figurine.

Glea andava oltre le apparenze, si fermava a guardarle solo per capirne i futili perché, poi ritornava nel pianeta dei suoi sogni che nessuno poteva distruggere perché non apparteneva a questa galassia.

S'adattava poco alle consuetudini degli uomini, ecco perché tutti pensavano fosse di un altro mondo…

Il suo sguardo fiero e senza rancore la precedeva , e la sua naturale propensione al sorriso la rendevano un'essere speciale.

Red Land sarà anche un sogno, anzi, è un sogno, ma se Glea una notte l'ha fatto ,allora vuol dire che quel mondo esiste davvero.. al di là dei confini del tempo e dello spazio.. in un luogo senza nome ,dove nel silenzio del sole che volge al tramonto ,quando le aquile ritornano ai loro nidi e quando i lupi iniziano il loro canto, si ascolta ancora la voce del mondo.. con una melodia che nasce dalle viscere.. e non ha fine.

Ed io la seguirò fino al suo arrivo.

Il tempo non presagiva nulla di buono, ed il vento cominciava a levarsi impetuoso; Glea abbassò le vele, prese il binocolo e guardò verso l'orizzonte e vide nell'oscurità della notte che stava calando ,una luce scintillante illuminava un pezzo di mondo.

Lo sguardo di Glea  si riempì di luce e si disse  " Forza Glea, l'ultimo sforzoancora, manca poco, questo vento sarà placato dalla serenità della notte.. e.. domani mattina sarai  quasi ad un passo da Red Land"

Certo l'ottimismo del suo pensare, spesso, turbava anche lei, ma quel buon sentimento non rispecchiava affatto

Le condizioni atmosferiche.

Il mare alzava onde incredibili ed incessanti.. allora  Glea ripensò al racconto de nonno e della sua barca.. riportati indietro da una forza oscura, per un attimo una sensazione di paure pervase il suo corpo e la sua mente, ma , subito dopo come ravvisando la ragione, corse à butar giù le ancore e si fermò ad osservare con tranquillità quella tempesta che cercava di spazzarla via. Guardò lontano mentre la sua barchetta veniva dondolata ipnoticamente dalle onde. Pensò a tutto ma soprattutto al peggio, non era l'idea di morire che la spaventava quanto l'idea di esser morta senza aver toccato almeno per un attimo la sua isola.. forse fu questo improvviso pensiero che come un'eruzione vulcanica sprigionò tutto il coraggio di Glea

Il guerriero si stava risvegliando, bisognava solo dargli il tempo di riprendersi… aveva riposato molto.

e.. come un pirata temerario, ma alle prime armi, cercava di tenersi in equilibrio in quella bufera, poi scese sottocoperta e cantò per tenersi compagnia, per tenersi sveglia.

Ma .. la stanchezza la rese prigioniera di un sonno profondo.

Si risvegliò , come al solito , prima che il sole si mostrasse, uscì fuori , ma il vento non s'era ancora placato.

Si sedette resistendo al freddo. E pensò che il giorno ancora era lontano..>" forse nella tarda mattinata, tornerà il sereno, e.. se tutto questo no esistesse?"

Un brivido freddo trasalì il suo cervello, e come quando un ubriaco, dopo l'ebrezza della sera prima, rimane inerte a farsi domande sulla propria identità, così Glea all'improvviso cadde nella totale confusione, i pensieri come le raffiche di una mitraglietta penetravano i suoi pensieri ed uscivano di nuovo, tamburi lontani si facevano vicini e poi svanivano.. l'eco delle sirene nel mare di Ulisse …  Glea non distingueva la realtà.

Ma la sua speranza non poteva cessare d'esistere proprio ad un passo dalla meta e , come dicono i nomadi del deserto.. il cammino della verità è sempre duro e ricco di prove, quello che conta non è la forza del corpo ma la verità del proprio spirito, dove la pazienza e la saggezza vengono premiati.. la maggior parte si stanca proprio quando all'orizzonte si vede l'oasi.. ma Glea non vedeva ancora l'oasi e non aveva nessuna intenzione di arrendersi.

S'alzò di scatto tolse l'ancora, alzo le due piccole vele e si lasciò trascinare da quel vento impetuoso.>" basta pensare ! adesso si agisce! Le tempeste se vogliono fermarmi lo facciano pure ,ma io non ho intenzione!

Tob! Io ti sfido! Io devo arrivare sulla mia isola e non saranno le tue inutili ire a fermarmi…"

Le lacrime scendevano dagli occhi della ragazza, si aveva paura.. ma non osava rendersene conto.

Quella zattera moderna stava sfidando le onde di un oceano pieno di energia, le onde erano così alte da fare invidia alle famose onde , che ogni cinquant'anni investono le coste del Pacifico.

Era completamente immersa in quella tempesta e quella pioggia diventava sempre più intensa sempre più fitta.

Glea scese giù a cercare conforto, una voce ,Zane.

>" Zane, amica mia!"

>" Glea cos'hai? Sei arrivata?"

la voce di Glea  era tremula , fortemente agitata e continuò:

>"non ancora! Non vedo nulla oltre il colore del mare, solo ieri ho visto una luce rossa in lontananza, ma ora non più, ed inoltre , la famosa tempesta è arrivata, Zane all'improvviso! Adesso sta anche piovendo!"

>" Glea ti prego torna indietro! Rinuncia  ora che sei ancora in tempo… rinuncia a questa impresa tanto ardua quanto impossibile.. non puoi sempre credere alle favole, quello è un sogno capisci! Dovevo davvero legarti, impedirti di partire, ed ora.. ascolta chiamo subito aiuto, ti faccio venire a prendere da qualcuno sempre che sia così pazzo da voler arrivare fino laggiù!"

>" non farlo! Non farlo ti prego! Tra un po’ il tempo tornerà ad essere buono! Non distruggere in un attimo tutti i miei sogni… non svegliarmi, lasciami finire il sentiero e non darmi una strada più breve…. ascoltami Red Land Esiste .. non era la luce del tramonto quella che ho visto ieri.. sento che  esiste.. perché se così non fosse stato tu mi avresti davvero impedito di partire ed io adesso non sarei qui… ti abbraccio Zane!"

Continuò il suo viaggio.

Era quasi l'ora di pranzo per tutti i comuni mortali, ma non per Glea, che aveva di nuovo il binocolo agli occhi per guardare lontano, getto lo sguardo verso nord e… e  dinanzi ai suoi occhi quell'isola di fuoco.

>" ce l'ho fatta!", urlò con le lacrime agli occhi, " la mia isola.. allora esiste!, porto di nuovo lo sguardo in quella direzione , si schiaffeggiava per capire se stese sognando o quello che lei vedeva era la realtà.

>" cieca non sono" si disse" allora quello che io sto vedendo esiste, non faccio uso di sostanze chimiche quindi non ho le allucinazioni… oh Red Land!

Chiamò subito Zane:

>" hey donna di poca fede! Vedi non sono così strammata come tu credi!… io sono arrivata.. manca ancora un po’.. ma è qui dinanzi ai miei occhi , rossa come il fuoco, è lei!!

 

>" no! Io non ti seguirò! Non ti conosco uomo. Per me sei un uomo con la maschera , a stento scorgo i tuoi occhi e non posso vedere il tuo volto, non chiedermi di fidarmi di te , non posso davvero, sarò in un'isola che non conosco ,ed anche se la tua voce incenerisce le mie paure.. io non posso seguirti.. resterò qui. .ad aspettare che torni di nuovo il mattino, troverò un posto dove dormire.!"

Lo sguardo dello sconosciuto, si fece come quello di chi sta guardando una cosa buffa ed aggiunse sorridendo:

>" bene! Forse sei davvero più testarda ed incosciente che coraggiosa! Ma rispetto la tua decisione!

Del resto sei tu che credi di non conoscere l'isola.. bene trovati un posto dove dormire.. ah dimenticavo.. ti direi in bocca al lupo.. ma è meglio evitare.. sai sarebbero loro ad avere paura di te! Adesso ti lasci!"

La guardò dritto negli occhi sorrise.. mentre con la mano sfiorava il suo viso e Glea era ferma zitta con il fiato sospeso con tante cose da dire e.. con poca voce per farlo, i suoi pensieri le affollavano la memoria mille domande , davvero poche risposte.. anche lei allungò la mano per toccare il viso dello sconosciuto.. resisteva ancora a quella forza che voleva buttarla dentro un suo abbraccio.

Accarezzò la sua pelle.. e.. mille brividi l'attraversarono.. e lui aggiunse.. >" allora a domani!"

Lei restò a guardarlo scomparire con lo sguardo fisso ed una melodia cominciò a diffondersi con la brezza di mare.

>" mi sento come drogata.. ma non lo sono. .io volevo andare con lui in fondo.. perché sono così testarda.. ma

vorrei capire molte cose.., lui parla di cose che io credo di conoscere , ma lui chi è, eppure mi pare d'averlo già visto.. ma dove.. abita da cento anni su quest'isola e.. come fa ad essere com'è.. ah forse è un alieno, un replicante.. ma la sua voce e la sua presenza non mi mettono paura.. o forse sto ancora sognando e non mi sono svegliata.. ma tutto è reale sto pensando mi sto muovendo.. oddio la sera sta scendendo ed io devo trovare un posticino dove dormire.. qualcosa da mangiare .. che strada faccio? Sono da sola ma io non ho paura!"

Urlò … e risenti quella risata vibrare nell'aria come un'eco, lei si fermò per i forti brividi che trasalirono il suo sangue.. e passarono al suo corpo si strinse le mani al petto come a proteggersi, e, poi chiudendo gli occhi respirò profondamente e riprese i suoi passi.

Non sapeva dove andare, si faceva strada tra le foglie inciampando di tanto in tanto, abbassandosi per togliere i fili d'erba che si attorcigliavano intorno alle sue caviglie.

Alzò gli occhi verso il cielo e vide la notte galoppare veloce… già la luce a stento attraversava i rami.. lei cominciava a vedere davvero poco, la temperatura s'era pure abbassata, e quella veste di tela non poteva tenerla molto calda.. e lei stava ancora camminando davvero senza una meta.

>" sono una stupida" si disse " dovevo andare con quell'uomo piuttosto che vagare da sola, adesso ho freddo ho fame.. troverò un rimedio"

Cominciò anche a piovere e stavolta doveva trovare velocemente un riparo, la pioggia riusciva a passare dai rami ed a scivolare dolcemente dalle foglie.. era circondata da tantissime piccole cascate che le bagnavano il viso.

Ebbe un po’ di paura ma subito trovò nella luce che s'affievoliva sempre più un albero cavo.. si rannicchiò e si infilò dentro quel piccolo buco.

Continuava a piovere e Glea non s'era ancora mossa ,i lampi squarciavano il cielo scuro, preceduti da boati che rimbombavano nel cuore di Glea e poi si spandevano nell'aria riecheggiando in lontananza.

>" non devo temere tra un po’ sarà giorno! Ma devo confessarmi che quell'essere dalla maschera mi manca, ma percepisco la sua presenza.. forse è nei dintorni.. ma chi è? Uno stregone per aver vissuto tutto questo tempo o, o forse è solo un fantasma che appare e scompare ..e.. se,  se fosse.. Occhi.. no, non oso pensarlo! Ma poi perché indossa quella maschera che ha?.. ma io poi che cosa sono venuta a fare sull'isola dei miei sogni.. che cosa sto cercando."

Mentre stava pensando un lampo squarciò l'albero che la custodiva un urlo, il suo, interrompere il rumore della pioggia, ed una mano sfiorare la sua nel buio della notte.

Glea stava finalmente chiedendo aiuto.

Ed una voce seguì la mano:>" dai piccola selvaggia ti avevo avvertito.. ma tu. .lo so che puoi farcela da sola , ma ho aspettato troppo per vederti ed ora  davvero non posso più, non posso permettere neanche che la tua notte passi come quella di una foglia d'autunno.. vieni alzati.. con me sei al sicuro!"

La sua mano fece forza su quella dell'uomo si alzò, lui le mise addosso una pelle di daino l'avvolse tra le braccia e la strinse forte al suo petto caldo come il fuoco che arde dentro la terra. La sua fierezza era incredibile le foglie si spostavano senza che lui le toccasse , guardava avanti tenendo quel cucciolo in mano.

Glea lo guardava.. guardava i suoi occhi , cercava di scorgere  qualcosa del suo viso.. e gli disse:

>" io non conosco il tuo nome, ma conosco le tue braccia, io non so chi sei ma ti ho già incontrato, chissà in quale vita.. tu aspetti da cento anni. .ma sono arrivata solo adesso. Tutto sembra irreale, mi pare di sognare ma.. la pioggia mi bagna e posso sentire il calore del tuo corpo, lo so che non vuoi farmi del male, ma non posso attendere che la luna sorga di nuovo per sapere chi sei!"

>" sei arrivata nel mondo dei tuoi sogni, dove non esiste la morte e dove ogni cosa che tocchi vive.

Qui tutto è fermo da secoli, tutto vive per l'energia che madre terra regala, per il bagliore che Hanwi emana.. io appartengo al popolo della Luna, la tua vita è anche la mia vita.. un giorno i nostri mondi furono separati.. mentre io nascevo tu morivi senza luce tra le onde che mi salvavano, è difficile spiegarti questo, io restai in vita, perché aspettavo, insieme al mio popolo sepolto che pelle candida arrivasse.

Adesso riposa il tuo corpo nel sonno, io ti porterò in cima alla montagna e dormirò con te .. adesso non potremo lasciarci."

Glea chiuse gli occhi senza dir nulla e si abbandonò tra le braccia del suo uomo senza volta.

 

Ci sono dei momenti in cui non si riesce più a distinguere il tangibile dall'etereo e tutto sembra fuggire per poi, per poi fermarsi, proprio come nei sogni quando cerchi di toccare di vedere, quando vuoi respirare la felicità e.. ad un tratto un rumore che riporta su questo mondo… ma basta di nuovo richiudere gli occhi .. e tutto ritorna  ad essere di nuovo immobile.. come in un mondo dove tutto può accadere.

Glea era bella come un tiepido raggio di sole che penetra senza indugiare fin dentro la carne, la si  poteva respirare come brezza.. lei sarebbe rimasta lì a ristorare e poi in silenzio sarebbe volata di nuovo via con il vento a danzare tra le stelle che le davano la luce soave che possedeva.

Quella candida veste accentuava il suo candore.. una goccia di rugiada rimasta sospesa tra infinite gocce di pioggia, ma lei non evaporava  come l'acqua.

Lui la guardava ed il suo respiro si faceva gelo e poi fuoco, accarezzò i suoi lunghi capelli e la sua pelle schiumosa, tolse la sua maschera s'avvicinò a lei e la baciò teneramente , con la passione che il fuoco ha per la paglia.

Glea di aprì i suoi occhi di mare e lo guardò , il suo cuore batteva come i tamburi delle danze tribali del popolo che stava risorgendo.

Quando al tramonto nel silenzio echeggiano più forti… o come un cavallo che stende il suo galoppo nelle sterminate praterie dell'orizzonte…

S'abbandonò tra le sue braccia e le loro labbra si unirono nell'estasi dell'anima.

Glea nel silenzio interrotto dei palpiti del cuore sospiro' dolcemente…"allora tu sei… Occhi di Ghiaccio".

Rispose "Si mia piccola Luna " e la strinse come se avesse trovato qualcosa che aveva perso.

Io riesco quasi a vederli nella luce fioca del ricordo…lontano, ma non troppo da non poterli sentire…vedo i loro volti confondersi tra i brividi che si espandono come la luce all'alba.

Glea lo guardo' negli occhi e sussurro' "ho paura che tutto questo non sia vero che domani svegliandomi al tuo posto i sarà il mio cuscino e non ci sarà questa capanna non ci saranno queste tele .

Ho paura se penso che non possa esistere Red Land, ho voglia di piangere di dolore per sfogare questo peso che si è posato sull'anima se questo è vero, ma adesso ti sto guardando e voglio solo esprimere la mio felicità.

Adesso capisco le tue parole, io sono partita per un viaggio, per una meta sconosciuta, non sapevo cosa ci fosse al di là dell'orizzonte e non erano gli occhi con cui vedo a guidarmi ma quelli del cuore che mi trascinavano per questa terra, ed io sapevo, che varcando quel confine tutto sarebbe cambiato, sei il mio sogno che da spirito diventa carne…".

A volte basta poco, o forse davvero molto ma serve solo coraggio e pazienza.

I sogni si realizzano, basta credere che al di là di quel muro illusorio qualcosa esiste, deve esistere.

Non si può togliere all'uomo la speranza di credere, la possibilità di sognare, non può essere un muro a fermare il tempo e lo spazio non finisce alle sue spalle.

Come non è stato l'oceano a fermare Glea cosi' non può essere la realtà del nostro mondo a fermare i nostri destini.

Lui la guardò negli occhi e disse " sono nato da un 'amore senza sorte, grazie al dolore di un sacrificio mentre io nascevo tu morivi portata via tra le viscere del mare. Destinato ad aspettarti il tempo ha conservato il mio corpo, mentre tu rinascevi in un'altra vita. Da lontano ed ancor prima che i tuoi occhi vedessero la luce io soffrivo aspettandoti. Ho guardato  i tuoi passi tremanti raggiungere l'equilibrio ed ho sognato i tuoi sogni venendoti a trovare quando i tuoi occhi erano coperti dalla notte, e già ti amavo come il sangue che scorre nelle mie e nelle tue vene. Ogni tuo pensiero io riuscivo a percepirlo ed ogni tuo dolore era anche mio, ho pianto quando le lacrime dell'insoddisfazione bagnavano il tuo viso ed ho gioito quando la felicità tornava nei tuoi occhi. Adesso sto respirando la tua vita. La profezia del lago ha avuto luogo… lei come acqua bagnerà il fuoco senza spegnerlo."

Prese la mano di Glea e la portò vicino al cuore… e lei rispose.. " adesso conosco il mio passato e so qual è il mio futuro. Io t'amavo senza conoscerti, cercandoti tra i ricordi, adesso posso amarti posso respirare il tuo profumo… e la primavera ora sboccia tra le vette e danzando leggera come piuma si posa sugli occhi del cielo e la brezza addolcisce la notte con i suoi riflessi argentei. L'energia del mondo ora potrà uscire di nuovo alla luce. .è  arrivato il mio tempo.. ho trovato la mia terra ho trovato il mio uomo.. ho salvato il mio popolo.

L'eterno li aveva creati per vederli assieme, ed ora lo erano, il loro abbraccio racchiudeva il mondo i loro sguardi le fiamme che lo riscaldavano.. le loro vite un fiume in piena..

Il cielo all'improvviso s'accese di rosso.. mille colori volarono nell'aria ..Hanwi risorgeva ed assieme a lei il suo popolo.. la terra si aprì ed una scintilla  si proiettò nel cielo.. il popolo della Luna.. poteva continuare a vivere.

I canti d'amore vibravano per l'aria.. .

una luce intensa .. scese giù a circondare quelle due anime li raccolse come due piume e li portò lontano nella terra.. dove ogni cosa può accadere.. un destino s'era compiuto.

Così nei meandri dell'infinito dove la leggenda diventa realtà tutto si fa eterno.. il loro amore durerà per sempre senza confini.. in ogni luogo dell'universo in ogni sogno della notte.

… la notte.. dopo il tramonto accanto alla luna che nasce si vede brillare una stella.. nella direzione in cui essa guarda.. si trova sospeso il loro amore.

SE VIVERE SARA' VIVERE

ANCORA UNA VOLTA SARA' RINASCERE

DALLE VISCERE DELLE SORGENTI

DOVE IMPETUOSA SARA' L'ACQUA CHE DISSETA

RINASCERA' GHIACCIO ED AVRA' IL COLORE DELLA LUNA

HA RUBATO LA SUA ANIMA QUANDO RESPIRO NON AVEVA LA SUA VITA

SENZA TEMPO HA ASPETTATO CHE LA LUNA RISORGESSE

HA RUBATO IL FUOCO DEL MONDO PER ACCENDERE IL SUO CUORE

LEI LA CARNE LUI LO SPIRITO DA CUI VERRA' PLASMATO

SENTIRA' IL SUO RESPIRO FARSI BREZZA ED ACCAREZZARE LA SUA PELLE DI LUNA

SARA' SOLE IL SUO SORRISO PER RISCALDARE IL SUO SANGUE

E SARANNO D'AURORA LE NENIE D'AMORE..

QUEL SIGILLO VERRA' POSTO DALLA LUNE..E L'AMORE QUANDO E' VERO AMORE.. VIVE IN

ETERNO.. SENZA SPAZI NE' CONFINI.. SENZA TEMPO.