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Tama
ovetto


Stampa, telegiornali, ambientalisti, associazioni di mamme, psicologi... tutti si sono divertiti a farlo a pezzi. Tant'è che ormai parlar male del tamaghoci e quasi come sparare alla croce rossa. Il piccolo pulcino spaziale che vive, mangia, gioca e caga nel suo ovetto di plastica non è tanto di più o tanto di meno di un ottima operazione commerciale. Da quando è nato l'uomo i ragazzi sentono il bisogno di ribalare il ruolo a loro attribuito nel mondo realte e diventare nel loro piccolo spazio degli educatori. E l'ovetto a pile è un segno del tentativo di "normalizzazione" della società giapponese, tramite surrogati simbolici: il cucciolo che sta nel taschino, l'acquario o il caminetto che brillano dal televisore, il campo da golf che diventa un'unica buca con centinaia di persone attorno.
In giappone il valore simbolico assume un ruolo primario. Noi occidentali vediamo il "teleacquario" come un acquario virtuale, per un orientale è semplicemente il simbolo dell'essenza di un acquario.
Un livello di astrazione che consente di vedere la morte del nostro pulcino non come l'evento "e' morto il pulcino" ma come la rappresentazione simbolica della morte nel suo concetto più ampio.
Una cosa però non possiamo proprio perdonare al pennuto digitale: la sua rigidità comportamentale. Alle 10 di sera va a nanna, alle 9 del mattino si sveglia e se ne frega di chi siete e di cosa fate voi. Mettiamo che voi siate una guardia notturna, o un fornaio, o un websurfer, al lavoro di notte e dormienti fino al pomeriggio, niente da fare, ogni vostro tentativo di allevare la creaturina sarà vano, il piccolo è stato programmato come un bravo obbidiente ragazzino giapponese, a letto presto, sveglia in mattinata... e guai a chi sgarra.
uovo