Cenni
Storici di Misilmeri
|
Misilmeri,
cittadina in provincia di Palermo, ha una popolazione di 23.000
abitanti ed è posta sulla ex statale n.121, tra il 38° parallelo
ed il 13° meridiano. Dista da Palermo 15 Km, percorribili in pochi
minuti imboccando la strada a scorrimento veloce Palermo -
Agrigento, ed è alta 129 metri sul livello del mare. Fu eretta a
Comune nel 1812 a seguito della abolizione dei diritti feudali e
prima si reggeva quale Ducato sotto i signori Bonanno, Principi di
Cattolica. E' posta sui pendii di alcune collinette, tra cui
spiccano la "Rocca di Ciavole" e quella detta "Villalonga,
sulla cui ultima esistono i ruderi del castello arabo-normanno,
detto dell'Emiro. Poco lungi dal caseggiato comincia la pianura
della ubertosa riviera dell'Eleutero, fiume navigabile fin sotto
Marineo, certamente fino al 1540, di cui è cenno in tempi
lontanissimi, avendolo riportato nelle sue carte anche il celebre ed
insigne geografo Tolomeo. La vallata dell'Eleutero era molto nota
nell'antichità perchè racchiudeva in sè la celebre fortezza dei
Sa 'd, in seguito comunemente detta "castello di Bassano",
con la sua fonte araba (Aymzel el Mugnunak), la Porcara con le sue
vestigia elime o la celebre Cannita, dove, a cavallo tra il '600 ed
il '700 vennero rinvenuti i due sarcofagi greco-punici, che ancora
si ammirano al Museo archeologico di Palermo. E' un paese
prettamente agricolo, ricco d'acque, ed il suo territorio è
abbastanza fertile e produttivo, dalla coltura varia ed intensiva e
dalla lussureggiante vegetazione. Sede di importanti uffici,
raggruppava alcuni paesi vicini, quale paese capo - circondario e di
distretto. Le glorie di Misilmeri, nel vasto campo della storia e
della letteratura, costituiscono pagine bellissime della storia
d'Italia. Uno dei primi orti botanici d'Europa fu in Misilmeri,
ideato da Duca Giuseppe Bosco, e realizzato dall'insigne botanico
Padre Francesco Cupani, nel 1692, a ridosso di un celebre giardino
zoologico, detto Serraglio, con accesso nell'odierno Chiasso Verde.
La piazza principale del paese ebbe nel suo seno la sede del Governo
Provvisorio di Sicilia, instaurato nel maggio 1860 da Garibaldi. In
questa piazza, sulla fine del '700 sorse e visse per un quarantennio
uno dei primi Convitti riservati alla nobiltà siciliana: il Real
Convitto Ferdinando, retto dai Gesuiti. E vuole la fantasia popolare
e molti viaggiatori arabi d'altri tempi, che anche il celebre
Galeno, insigne medico di Pergamo, fosse sepolto nel territorio di
Misilmeri. Questo paese diede i natali al filosofo Cosmo Guastella,
capo scuola del "Fenomenismo"; al poeta Filippo Guastella,
fra i primi a tradurre in siciliano la Divina Commedia di Dante;
alla venerabile Madre Maria Antonia La Lia, fondatrice dell'ordine
delle Domenicane di S.Sisto vecchio, in Roma; allo scultore Gian
Battista Portanova, apprezzatissimo in America, dove per gran parte
della sua vita ebbe a risiedere; al giurista Paternostro che, primo
ad esporre il tricolore a piazza Fieravecchia in Palermo, e nel
paese natale, fu anche tra coloro che codificarono le leggi civili
in Giappone. Tra le opere d'arte che si possono ammirare in
Misilmeri fanno spicco: la Fontana Monumentale sita in piazza
Comitato, opera di Benedetto Civiletti e della sua scuola; la
Crocifissione, bassorilievo in alabastro posto nella Chiesa delle
Anime Sante, opera comunemente attribuita al Gagini ed alla sua
Scuola; l'Immacolata, dipinto su tela, posta sull'altare maggiore
della Madrice, opera di Vito D'Anna; la Fontana Nuova, opera
settecentesca posta ad ornamento della piazza Cosmo Guastella; il
Campo di Gibilrossa, calco in gesso esposto nella ex sala consiliare
del Comune, oggi stanza del Sindaco, opera di G.B. Portanova; gli
stucchi della Madrice, eseguiti tutti da Ferrajolo e dalla scuola di
Giacomo Serpotta. Pare che l'odierna Misilmeri fosse sorta nel sito
dove una volta fu l'antica Cidonia, cittadella che profughi cretesi
ebbero a costruire nel IV secolo d.C. dopo essere stati estromessi
dalle loro città di provenienza: Eleutera e Cidonia, nell'Isola di
Creta. L'origine del paese, quale primo agglomerato, si deve però
agli arabi, di cui oltre ai ruderi del castello ed alle notizie
storiche pervenute, si tramandano ancora tanti nomi, ivi compreso
quello della stessa denominazione di Misilmeri, antica Mùsuluméni.
E' stata controversa da sempre la derivazione del nome in quanto
alcuni lo fanno derivare da "Menzil el Amir" cioè
villaggio dell'Emiro ed altri da "Masel Amer" cioè
fiorente luogo bagnato dall'acqua. Deve molto della sua importanza
storica al fatto che nel suo territorio ebbe luogo la celebre
battaglia tra Ruggero Normanno e gli arabi, allorquando, questi
ultimi furono sconfitti nel 1068 ed è legato al Risorgimento
italiano per essere stata sempre all'avanguardia nei moti
rivoluzionari del 1848 e del 1860, dando anche il contributo di
sangue con Francesco Ventimiglia, una delle 13 vittime dell'Aprile
1860, in Palermo, e del celebre campo di Gibilrossa che, auspice il
Gen.le La Masa, spianò a Garibaldi la via di Palermo. Fu sede
baronale e ducale con concessioni e privilegi sin dal 1200 ed i suoi
signori appartennero alle più nobili famiglie siciliane, come i
Caltagirone, gli Ajutamicristo, i Chiaramonte ed i Moncada, i Bosco
ed i Bonanno. Qualcuno ritiene che tra i primi possessori del
castello vi fosse addirittura Giorgio Antioscheno, Ammiraglio e Gran
Visir di Ruggero. Lo stemma del Comune di Misilmeri porta un
torrione arabo e un colombo che vola, a ricordo della precitata
battaglia e del fatto che in seguito alla stessa, avendo i Normanni
trovato nel campo arabo parecchi colombi viaggiatori, li liberarono
dopo averli intrisi di sangue, e questi, volando, tornarono a
Palermo per recare la triste notizia della disfatta araba. Patrono e
protettore del paese è San Giusto, martire cagliaritano, il cui
corpo si conserva in una cappella della Madrice, dentro un'urna
d'argento, la medesima che col corpo fu donata alla cittadinanza di
Misilmeri dalla sua duchessa Donna Tommasa Bosco et Sandoval, quale
tutrice del principe suo figlio, Don Giuseppe Bosco et Sandoval, con
atto 17 maggio 1671. Il castello, sovrastante il paese fu costruito
ab origine dai Normanni, che trasformarono il torrione arabo
esistente, in fortezza. Nel 1520, Edrisi infatti, ce lo descrive
quale fortilizio ragguardevole ma fu in seguito abbellito dai
Chiaramonte e restaurato da Guglielmo Ajutamicristo a mezzo del
celebre maestro notinese Matteo Carnalivari. Poche e scarse notizie
abbiamo sul numero della popolazione nei tempi antichi. Il
censimento dell'imperatore Carlo V, nel 1548, ci porta che Misilmeri
aveva 40 fochi, ossia 40 casati, il primo numero di persone, però,
ce lo offre Vito Amico, riferendolo al censimento del 1595 con 463
abitanti. A metà del 1600 Misilmeri contava 1077 abitanti con 240
case e nel 1713 aveva già 2096 abitanti con 531 case, per pervenire
ai 7.460 abitanti con il 1861 ed ai ventitremila attuali.
|
*Testo tratto
da "Il Municipio di Misilmeri",
di Santo Platino - 1997
|
|
Progettazione e realizzazione
del sito web: WebMedia Studio
© Copyright Misilmeri.Net
2001 . L'adattamento totale o parziale e la riproduzione con qualsiasi mezzo
elettronico, in funzione della conseguente diffusione on-line, sono riservati
per tutti i paesi. Per Ulteriori Informazioni scrivi a :
misilmerinet@libero.it
|
|
|
|