La Decadenza del Castello

                                                                            

                                         

Il 1737 fu fatale per il castello di Misilmeri. In quell'anno infatti, Francesco Bonanno del Bosco, principe di Cattolica e duca di Misilmeri, si fece costruire un altro magnifico palazzo di villeggiatura a Bagheria, il Palazzo Cattolica dalle 365 aperture, come già avevano fatto gli altri nobili palermitani Butera, Trabia, Palagonia, Cutò, etc. I duchi di Misilmeri a poco a poco cominciarono a disinteressarsi del castello, preferendo più passare le loro giornate a fare i loro sfarzosi ricevimenti nei loro moderni e sontuosi palazzi di Palermo o di Bagheria, anziché nell'ormai vetusto, cadente e modesto castello dell'emiro di Misilmeri. Si preoccuparono solamente di fare di tanto in tanto qualche piccola riparazione.La permanenza della nobile famiglia dei Bonanno alla corte di Napoli , alla fine del 700', fu fatale, sia per la nobile famiglia sia per riflesso per il castello. Infatti la vita napoletana troppo dispendiosa e galante, dove tutta l'aristocrazia gareggiava per dimostrare la propria superiorità, nei continui ricevimenti, sfoggio di ricchezza, di piaceri e di divertimenti, è tra le cause principali della decadenza della famiglia Bonanno,  che a poco a poco andò incontro a numerosissimi debiti che la portarono al lento ma inesorabile al fallimento. Quando, nel 1812, il parlamento siciliano approvò la legge sull'abolizione dei diritti e privilegi baronali, la situazione peggiorò ancor di più, sicchè venne ancor meno la manutenzione del castello, con la sua inevitabile rovina. Fino ad allora il castello dell'emiro fu la più grande gloria dei baroni di Misilmeri, come ornamento ed appoggio principale della loro feudale signoria.

Nel 1820 con Giuseppe Bonanno si chiude l'ultima parentesi baronale a Misilmeri, il castello, anche se negli ultimi decenni era malcustodito, da allora diventa accessibile a chiunque, a causa della stupidità dell'amministratore Gigliotta, che nel 1830 tolse le catene le quali fino ad allora circondavano il castello. Sicchè ad ogni crollo di mura nessuno se ne preoccupò; iniziarono vari saccheggiamenti e sciacallaggi  che ridussero il castello ad un cumulo di rovine.Il Castello dell'emiro, come un povero vecchio, mal nutrito, per forza è destinato a perire.

 

 * Tratto da " La Storia di Misilmeri "di  Mons .F. Romano Tip .F. Serafica. 

  

 

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