Anche
alla Parrocchia del Cuore Immacolato di Maria appartiene uno dei
Santuari Mariani più celebri in passato qual fu quello di Santa
Maria di Gibilrossa, distante da Misilmeri circa 4 Km, alle
falde della Montagna Grande che gli Arabi tradussero “Gebel-Ras”,
che significa Montagna- Capo, da dove ciò inizia la catena dei
monti che circonda la Conca d’Oro di Palermo.
Un’antica Icone Bizantina, dipinta su tavola, raffigurante la
Madonna Assunta, È
un luogo veramente incantevole per il suo spazioso panorama, che
si estende su Palermo fino al Monte Pellegrino ed al Mare
Tirreno e verso oriente fino a Bagheria, Ficarazzi, Villabate,
Misilmeri Bolognetta e Marineo, con ai suoi piedi la gran
distesa di Piano Stoppa, cinta da deliziose colline tutte
verdeggianti, dove si respira tutto l’anno un’aria salubre
marittima –montagnosa.Questa
località fu prescelta fin dal secolo VI dai Padri Brasiliani di
Rito Greco Bizantino, come loro soggiorno di ritiro e dio
preghiera, costruendovi accanto al loro Convento anche una
Chiesa, dedicata sin da allora alla Madonna Assunta.Questa
devozione, importata per la prima volta, dall’Oriente a
Misilmeri da Religiosi, vi si sviluppò sempre più di giorno in
giorno, da rendere celebre questo Santuario. troneggiava sull’Altare
Maggiore della
Chiesa.In ciò ha certamente un primato anche sulla Cattedrale
di Palermo. Allo
Sbarco in Sicilia, a Mazara del Vallo, degli Arabi nell’827,
provenienti da Susa (Tunisia), nemici del nome Cristiano, i
Padri Brasiliani di Gibilrossa, nascosero la miracolosa Icone in
un sotterraneo
sotto la Chiesa, abbandonarono il Convento e si rifugiarono in
Calabria. Nei 250 anni circa di dominio musulmano in Sicilia
(827-1072) gli Arabi fecero scempio del Santuario. Alla
riconquista della Sicilia da parte dei Normanni Cristiani nel
1068, con la vittoria nella pianura di Misilmeri, la Chiesa ed
il Convento di Gibilrossa, furono restaurati e restituiti al
Culto Cristiano. Fu ritrovata miracolosamente anche l’Antica
Icone nascosta nei sotterranei della Chiesa. Si risvegliò la
devozione verso alla Madonna Assunta, festeggiata ogni anno con
solennità il 15 Agosto. Il signore di Misilmeri D. Francesco II
Del Bosco nel 1593 donò la chiesa,
il convento, le terre vicine
ed altre rendite ai padri francescani, onde assicurarvi
continuamente il culto ai numerosi pellegrini che da Misilmeri,
da Palermo e da ogni parte vi accorrevano.Questi religiosi nel
1626 lasciano la chiesa ed il convento. Il duca di Misilmeri nel
1628 dona tutti i beni ai padri Carmelitani che vi stettero fino
alla nefasta data della soppressione dei religiosi, ordinata dal
governo italiano massonico ed anticlericale, il 7 luglio 1866. Il miracoloso quadro
in pittura su tela, che sostituì la vecchia icona, restaurata dal
grande pittore Giampaolo Veronesi nel 1549, andò a finire al
museo nelle gallerie d’arte di Palazzo Abbatellis, dove si trova
tutt’oggi. Il miracoloso
crocifisso ligneo del 1600 fortunatamente fu salvato dai
misilmeresi e custodito nella chiesa di San Gaetano.Celebre è
rimasta negli annali del santuario di Gibilrossa la festa
dell’Assunta del 1442, quando nel panegirico della messa
cantata il beato Pietro Geremia, in una visione svelò il luogo
dov’erano seppelliti i corpi d’alcune Sante vergini,
trucidate anni prima, per amore alla Madonna di Gibilrossa e per
la difesa della loro verginità.
Nel 1860, durante la campagna
garibaldina, la chiesa ed il convento furono sede del quartiere
generale dei “picciotti”, che al comando del generale
Giuseppe La Masa, circa 5000 uomini si accamparono a Gibilrossa,
durante l’attesa della venuta dei “Mille” di Giuseppe
Garibaldi.Nelle stanze del convento furono decise le sorti
d’Italia.
Il 27 maggio 1860 dal colle di Gibilrossa scesero a
Palermo tutti questi patrioti per combattere e cacciare i
Borboni, iniziando così l’unità d’Italia. Nel
1882 a ricordo di questi storici eventi sul colle vi si costruì
una piramide. Alla soppressione del 1866 la chiesa ed il
convento rimasero in abbandono. Oggi
Gibilrossaè una località di villeggiatura,anche se rimangonosolo
i ruderi del santuario e l’obelisco, ancora
integro, dal quale si gode una meravigliosa vista di tutta la
città di Palermo.
- LAPIDI COMMEMORATIVE IN ONORE DI
G.GARIBALDI E IL GEN.LA MASA -
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. * Tratto da " La Storia di Misilmeri "di
Mons .F.
Romano Tip .F. Serafica.
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