La
fantasia del misilmerese è stata sempre molto spigliata.
Attraverso i secoli ha anche inventato leggende, spettri,streghe e fantasmi
o “travatura”un po’ dappertutto, ma in particolare nel nostro
Castello.
Raccontano i vecchi ai piccoli di aver visto di notte passeggiare tra i
ruderi del Castello dei fantasmi avvolti in bianche lenzuola,come dei
truci volti degli Emiri, armati di scimitarra, seguiti da una schiera di
donne del loro “harem” che in tono lamentevole invocavano ancora:
“Allah”! “Allah”! e Maometto è il suo Profeta !.
Altri dicono di aver visto i potenti Baroni che lo possedettero, che
ancora severi e arcigni,guardano dall’alto in basso il paese di
Misilmeri, che si estende ai loro piedi, minacciando severi castighi a
tutti coloro che non ubbidivano e che non pagavano le continue tassazioni
che i Baroni imponevano. Altre apparizioni vengono tramandate su conto di
tutte le altre famiglie che hanno abitato il Castello, dai Chiaramonti
agli Ajutamicristo, dai Del Bosco ai
Bonanno.
Più
preziose sono invece le Leggende sul nostro
Castello.
Secondo il Pitrè, sono i famosi incantesimi dei Castelli o “truvaturi”.
L’innato desiderio di arricchirsi, in una fantasia grandemente esaltata
come quella del volgo ignorante e credulo, ha creato tesori in ogni più
riposto angolo della Sicilia. Là dove dove sono presenti ruderi di
antichità greche o avanzi di denominazione araba o resti di un
vecchio
Castello, si è certi di trovare tesori nascosti dai padroni che li
possedettero e che non poterono trafugarli in un'altra terra o portarseli
all’altro mondo. Nella fantasia popolare detti “truvaturi” sono
pieni di monete d’oro,rubini, diamanti ,perle e pietre preziose.
Però ogni “travatura” è incantata e l’incanto fu operato
nei tempi antichi, uccidendo su di essa un uomo , lo spirito del quale
restò sulla “travatura” legato col sangue che la bagnò. Quindi essa
resta e vaga intorno fino a quando il deposito non venga preso. Molte
volte il custode di questi tesori incantati è un
dragone o un diavolo, il
Castello dell’Emiro di Misilmeri ha uno di questi famosi “truvaturi”,
a guardia del quale, di tanto in tanto, compare un uomo vestito di
bianco,
come giurano in molti di aver visto .
Per poter spezzare questo incantesimo ed impossessarsi della famosa
pentola piena di marenghi d’oro e di brillanti, che vi è nel nostro
Castello, bisogna fare una cosa relativamente semplice:
Basta riempire un bicchiere d’acqua fino all’orlo alla Fontana Grande
ch’è in Piazza Comitato, allo scoccare della mezzanotte
e poi di corsa salendo per la “strada grande” ossia per la via La Masa,
arrivare al Castello, senza però far cadere una goccia d’acqua.
L’avidità di denaro ha persuaso molti in passato a tentare la sorte, ma
tutt’oggi sempre senza risultato, forse dicono alcuni, perché gli cadde
qualche goccia d’acqua lungo il percorso, altri invece dicono, perché
gli mancò il coraggio nel carpire al momento opportuno il tesoro sta lì ad aspettare il fortunato possessore.
Di
certo in passato a tempo di guerre e di colera in Sicilia, molte volte la
gente fuggendo da Misilmeri,nascondeva nelle mura delle case,nei
sotterranei o nelle campagne le loro monete o quanto aveva di prezioso,
nella speranza di prenderli al loro ritorno. Ma molte volte morivano e non
ritornavano più, sicchè i tesori restavano nascosti fino ai nostri
giorni. Tra le fantasticherie popolari dei misilmeresi va ancora oggi in
giro la notizia che nel nostro Castello vi sia un lunghissimo sotterraneo
che di lì giunge sino in Piazza Comitato. Niente è impossibile su questa
supposizione, dal momento che moltissimi antichi Castelli avevano di
questi sotterranei, per mettersi in salvo i Signori in caso d’assalto al
Castello in tempo di guerra.
* Tratto da " La Storia di Misilmeri "di
Mons .F.
Romano Tip .F. Serafica.
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