Personaggi
Celebri misilmeresi
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Giuliano de Placia
Fu
l’ultimo anacoreta nelle Madonne. Nativo di Misilmeri,
visse fra la fine del XV e la prima metà XVI secolo. La
storia vuole che dimorasse nel tronco cavo di un vecchio
castagno vicino al Monastero dei Benedettini a Gibilmanna,
dove oggi sorge il Santuario della Madonna. Si narra che
un giorno Giuliano, in seguito a una visione, si recò
alla spiaggia di Roccella, presso Lascari, dove si era
rifugiata una nave carica di statue per cercare scampo
dalla tempesta. Lì il sant’uomo trovò la bella statua
della Madonna, che ancora oggi adorna il Santuario di
Gibilmanna. Era il 1543. L’anno successivo Padre
Sebastiano da Gratteri, fondatore della comunità
francescana di Gibilmanna, accettò Giuliano de Placia
come frate laico nel suo convento. Sulla destra del
piedistallo che regge della Madonna, è raffigurato un
eremita. Un’iscrizione ricorda “julianus de Placia de
terrae Musumeri fieri me fecit 1543” Nel museo di
Gibilmanna si conserva ancora il Rosario del religioso.
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Paolo
Paternostro
Uomo politico e fervente patriota, nacque nel 1821da
Don Antonino e da Carolina Vagnasco e morì il 7 dicembre 1886
a Palermo, nella sua casa di via Emerico Amari. Dedicò tutto
se stesso alla causa italiana e fu il primo a portare il
tricolore a Misilmeri. Fece parte del comitato di giustizia
con Ruggiero Settimo, dopo essere stato animatore dei moti del
1848 alla Fieravecchia di Palermo. Fu Deputato al Parlamento
siciliano e, dopo la restaurazione borbonica, andò in esilio
in Egitto, dove fu Consigliere di quel Governo.
Nell’Istituto egiziano di Alessandria, insegnò Filosofia ed
Estetica ed ottenne il titolo di Bey d’Egitto. Deputato al
Parlamento Italiano dal 1860 al 1876, in seguito .fu nominato
Senatore a vita del regno d’Italia.
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Giusto
Lo Dico
Autore
de La storia dei Palatini in Francia, pubblicata a
puntate quindicinali dal 1858 al 1860. Il Pitrè definì “provvidenziale”
quest’opera poderosa di ben
quattro volumi e di quasi quattromila pagine e tutti gli
opranti la ritengono la più completa e la più vera, nel
rispetto della secolare tradizione oralmente tramandata, tanto
da fare affermare che in materia “ A virità a dici sulu
Lo Dico”
Di famiglia contadina nacque il 23 agosto 1826. Volle studiare
per potere,un giorno, insegnare, ma non riuscì a portare a
termine il suo progetto. Sposò Rosa Astuto figlia dell’uomo
di fiducia di una nobile famiglia palermitana. Da questo
matrimonio ebbe 6 figli, tutti morti prima di lui. Verso il
1890 lo troviamo commesso degli appartamenti reali del Palazzo
Reale di Palermo e sappiamo che ebbe a dimorare a Palermo nel
Corso Calatafimi, nelle due stanze al piano terreno del
Palazzo Tornabene, ricchi parenti di sua moglie. Trascorse gli
ultimi anni della sua vita tra sacrifici, amarezze e
privazioni. Morì a Palermo il 14 ottobre 1906.
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Francesco Guccione La Masa
Patriota,
vide la luce il 21 novembre 1883 da Giuseppe Guccione e da
Rosalia La Masa, cugina del Generale La Masa. Chierico, per
desiderio dello zio prete, nascondeva sotto le vesti talari le
armi per gli insorti di Palermo. Partecipò ai moti della
Gancia ed a quelli del maggio 1860. Conseguì il diploma di
insegnante elementare ed esercitò lodevolmente tale
professione per oltre quarant’anni, a Misilmeri. Ebbe la
medaglia d’oro dal Ministero della Pubblica Istruzione, per
benemerenze scolastiche, tre medaglie d’argento ed una di
bronzo per meriti di guerra. Nel cinquantesimo anniversario
dell’impresa dei Mille, il 27 maggio 1910, fu fra coloro che
ricevettero il Re Vittorio Emanuele III. Morì a Palermo il 26
agosto 1916.
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Maria
Antonia La Lia
Vide
la luce nel 1839, con il nome di Rachele. Giovanissima entrò
nel Collegio di Maria a Misilmeri, dove decise di farsi suora
e dove esercitò l’ufficio di Madre superiora
ininterrottamente per 35 anni. Fondò a Roma la Congregazione
di San Sisto Vecchio. Morì il 9 aprile 1914 a Ceglie
Messapico (Brindisi) e le sue spoglie si venerano nell’aula
capitolare di San Sisto a Roma. E’ in corso il processo di
beatificazione.
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Santi
Baudo
Sacerdote,
nacque il 14 febbraio 1849 e morì il 9 dicembre 1945. Fu
rettore della Chiesa di Santa Lucia al Monte, in via Ruggero
Settimo a Palermo. Emerito Professore di Ebraico e Patristica
nel Seminario palermitano, insegnò anche Latino e Greco.
Profondo conoscitore di lingue semitiche, tradusse e commentò
il Divino Salterio dall’ebraico in latino ed anche in
italiano. Fu insigne umanista e dotto poeta. Scrisse versi in
italiano e in latino e fu autore di diversi epigrammi, tra cui
il più celebre e quello in onore di San Giusto, Patrono di
Misilmeri.
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Cosmo
Guastella
Filosofo,
nato il 28 gennaio 1854 da Vincenzo e Marianna Piazza.
Laureato in Giurisprudenza nel luglio 1878, è ritenuto il
capostipite del Fenomenismo. Insegnò per poco tempo al liceo
Garibaldi di Palermo e poi ad Acireale. Fu professore di
Filosofia morale e tenne la cattedra di Filosofia teoretica
all’Università di Palermo.Scrisse 3 volumi sui Saggi sulla
teoria della conoscenza (1877-1905), 2 volumi su la filosofia
della metafisica (1905) e 3 volumi su le del fenomenismo
(!921-1922). Collaboratore di Giuseppe Amato Pojero,
partecipò fin dalla fondazione alla vita della biblioteca
filosofica. Ebbe rapporti con Franz Brentano (1838-1917),
sacerdote tedesco. La sua dottrina sul Fenomenismo è molto
diffusa ed apprezzata anche in Germania. Morì a Palermo
l’11 novembre 1922.
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Vincenzo
Ingrassia
Conosciuto
come “maestro Vincenzo l’orbo” era nato nel 1861. A 26
anni, mentre lavorava, perdette la vista a causa dello scoppio
di una mina. Gravenente menomato dedicò la sua vita a Dio.
Analfabeta, dettava versi pieni di devozione e di
patriottismo. Ancora oggi, in paricolare per i “toselli”
della Madonna nel mese di maggio, vengono recitate le sue
poesie. Maestro Vincenzo morì nel 1943. Le sue liriche sono
state raccolte da un gruppo di studenti e pubblicate a cura
del circolo degli studenti di Misilmeri.
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Filippo
Guastella
Nacque nel 1862 e morì nel 1934. Fratello del
filosofo Cosmo, fu medico e letterato. Fu tra i promotori del movimento cooperativo agricolo in Sicilia e
fondò e diresse per oltre 30 anni la cooperativa agricola di
Misilmeri. Ha lasciato un saggio su Il colera a Misilmeri
1911.Il suo lavoro più significativo resta la traduzione
della divina commedia, che segue fedelmente il testo
nell’interpretazione lessicale siciliana.
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Giovambattista
Portanova
Scultore,
nato nel 1875 e vissuto a S. Francisco in California, dove morì
nel 1953. Studiò alla Scuola di belle arti a Palermo e poi a
Roma nel 1895, partecipò all’Esposizione di San Francisco
nel 1915. La sua produzione artistica, che annovera episodi
monumentali di rilievo, si conserva in America. A Misilmeri
resta un lavoro a stucco, il campo di Gibilrossa, da lui
regalato alla municipalità.
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Giuseppe
Traina
Avvocato
(1880-1966), fu il fondatore ed il Presidente del Circolo
cattolico San Giusto e della Banca popolare Maria Immacolata
in Misilmeri . Fra i padri
del Partito popolare di don Sturzo in Sicilia , militò nella
Democrazia cristiana
. Membro dell’Assemblea costituente, in precedenza , fu
sindaco di Misilmeri per
un breve periodo. Appassionato cultore di storia paesana,
studiò gli alberi genealogici delle famiglie misilmeresi,
ricostruendo molta parte della storia locale. Lasciò un
lavoro su Cavour e
scrisse una sintesi storica su Misilmeri.
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Gaetano
Pellingra
Medaglia
d’argento nella I guerra mondiale era nato nel 1882. A 18
anni , vinse il concorso al Ministero del Tesoro. Sottotenente
degli Arditi e poi tenente
mitragliere meritò la medaglia sul campo per
l’abnegazione dimostrata nei confronti dei compagni feriti,
portandoli in salvo sotto il fuoco nemico sul Tagliamento,
benchè ferito egli stesso. Cultore del diritto, collaborò a
parecchie riviste, partecipando a numerosi convegni di
giuristi cattolici.
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Francesco
Traina Gucciardi
Magistrato nato a Palermo nel 1882 da genitori di
Misilmeri. Tenne la cattedra di Diritto penale militare presso
l’Università di Palermo, dove giovanissimo, si era laureato
in Giurisprudenza. Esercitò la professione per poco tempo,
seguendo le orme paterne. Vinse il concorso in Magistratura e
fu nominato al Tribunale di Roma e poi in quella Corte
d’Appello. Da Sostituto procuratore fu designato nel 1912
all’organizzazione e all’amministrazione della giustizia
nelle isole del Dodecanneso, e quindi Presidente del Tribunale
di I e II istanza in Rodi. Per meriti speciali fu nominato
Governatore dell’isola di Calimnio (Egeo) che governò per
due anni. Volontario alla campagna di Libia prima e poi in
Cirenaica, partecipò anche alla guerra Italo-Turca. Prese
parte alla guerra mondiale e, successivamente optò per la
Magistratura militare giungendo al grado di Vice procuratore
generale. Ufficiale dell’Ordine di S. Maurizio e Lazzaro e
Grande ufficiale della corona d’Italia, ebbe la croce al
merito di guerra e morì a Palermo il 28 Luglio 1917
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Francesco Lo Dico
Nacque
nel 1883 e, dopo il matrimonio, emigrò in America dove fece
fortuna. Tornato in Sicilia, allo scoppio del conflitto
1915-18, venne richiamato. Fante del 142° Reggimento, affrontò
due anni di durissimi combattimenti in prima linea sul fronte
orientale delle Alpi, contraendo una grave malattia in seguito
alla quale morì all’Ospedale militare di Palermo
nell’ottobre 1917.
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Domenico Chinnici
Generale della giustizia militare, nacque il 10 novembre 1890
e morì in Palermo il 27 giugno 1967. Nel 1912, iniziò la
carriera militare partecipando alle campagne di Libia e di
Albania e distinguendosi nelle battaglie di Asiago e del
Piave. Nel 1920 entrò in servizio nella Magistratura militare
con incarichi delicati, quali, nel 1921, il processo per i
fatti di Fiume. Nel dopo guerra fu al Tribunale supremo di
Roma, dove ebbe affidato il processo a carico di Generali, ed
in particolare quello intestato al tedesco Kappler. Docente di
cultura militare all’Università di Palermo, tenne corsi di
Diritto e di Procedura penale militare presso gli Atenei di
Catania e di Cagliari
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Vincenzo
Landolina
Medico(1892-1961),
studiò a Palermo. Viveva di rendita e non chiedeva onorario
ai suoi pazienti. Due volte Sindaco, s’impegnò per dotare
il comune di Misilmeri di una moderna amministrazione,
provvedendo all’ampliamento della casa comunale. Per onorare
la sua memoria la cittadinanza ha intestato a suo nome la
Scuola elementare di contrada Rigano a Misilmeri.
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Mariano De Caro
Nacque a Misilmeri nel 1896. Fu presidente del Circolo degli
studenti sorto per combattere principalmente la mafia. Solo
per avere manifestato sentimenti ostili alla criminalità
organizzata e propositi reazione, venne proditoriamente
assassinato il 7 aprile 1921 alle ore 20,00 nel centro del
paese. Una lapide, firmata dal prefetto Mori, ricorda il suo
sacrificio.
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Pietro
Scozzari
Avvocato(1900-1959),
fu legionario fiumano caro a Gabriele D’Annunzio, che gli
affidò il Messaggio ai Siciliani, avventurosamente portato in
Sicilia. Il Vate lo considerava “sempre d’intera fedeltà”
e gli chiedeva di riassaporare “un dito di vino di Mussumeli”.
Fondò il circolo di rinnovamento in opposizione alla mafia
imperante a Misilmeri. Capitano dei Bersaglieri, venne
decorato con la medaglia d’argento al valor militare in
Marmarica. Consigliere comunale a Palermo, di lui resta
memoria per la battaglia in difesa dell’acqua di Risalaimi.
Fu Presidente regionale dell’associazione nazionale dei
Bersaglieri in congedo.
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Giusto
Ferrara
Medaglia
d’oro, nato l’8 ottobre 1898. Capitano di compagnia delle
Frecce Nere, cadde in battaglia il 26 marzo 1938 nella zona
nord-ovest di Valjnquora durante la guerra civile di
Spagna(1937-1939). Fu sepolto in Saragozza.
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Gaetano Scarpello
Magistrato nato nel 1903, conseguì la laurea in
Giurisprudenza a soli vent’anni con il massimo dei voti e la
lode. A ventuno anni superava il concorso in Magistratura, e
dopo un breve tirocinio alla Pretura di Misilmeri, fu Pretore
a Castelvetrano e, quindi, Sostituto procuratore a Palermo.
Nel 1934 fu chiamato a Roma all’ufficio legislativo del
Ministero della giustizia dove, in qualità di Segretario
della Commissione redigente, collaborò alla stesura del
Codice civile del 1942 e prima al Codice di procedura civile
nel 1940. Successivamente fu a capo dello stesso Ufficio
legislativo e, nel 1965, ritornò al servizio giudiziario. Fu presidente titolare della III Sezione civile della Corte
di Cassazione e, dal gennaio 1967, Presidente della I sessione
civile della stessa Corte. Nel 1969, venne nominato
Procuratore generale della Suprema Corte e, nell’ottobre
1970, primo Presidente della Corte di Cassazione. Scarpello fu
autore di
numerose pubblicazioni scientifiche e giuridiche. La sua
monografia su Prescrizione e decadenza ed il suo Formulario di
procedura civile sono considerati
un vedemecum per giuristi
ed avvocati ancora oggi. Morì il 27 febbraio 1974 a
Roma. Misilmeri gli
ha dedicato un viale, all’inizio del paese.
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Giovanni Bonanno
Aviere
scelto motorista, medaglia d’oro al valor militare, nato nel
1919 e caduto il 15 giugno 1940, appena 5 giorni dopo
l’inizio della seconda guerra mondiale, nel cielo di Cannet
des Maures, in Francia. Benchè ferito e, pur avendo ricevuto
l’ordine di lanciarsi con il paracadute dall’aereo in
fiamme, riusciva a raggiungere la cabina di pilotaggio del
velivolo, incendiato dal fuoco dei caccia nemici, per aiutare
i suoi compagni. Mentre l’aereo precipitava riusciva ad
aiutare nel lancio il suo comandante, gravemente colpito, che
poteva così salvarsi.
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Rocco
Chinnici
Magistrato, nato il 19 gennaio 1925 da Giovanni e
da Caterina Schimmenti, ed ucciso in un attentato mafioso il
29 luglio 1983 davanti alla sua casa di Palermo in via
Pipitone Federico 59.Con lui perirono il maresciallo dei
carabinieri Mario Trapassi, l’appuntato Salvatore Bartolomeo
ed la portiera dello stabile, Stefano Li Sacchi Nel 1984 gli
è stata conferita la medaglia d’oro al valor civile, alla
memoria. Uditore giudiziario a Trapani e Pretore di Partanna,
poi Giudice istruttore al Tribunale di Palermo, fu a capo
dell’Ufficio istruzione del Tribunale di Palermo. Ideò e
realizzò il coordinamento tra giudici, comunemente noto come
pool antimafia, nell’intento di tutelare le indagini ed i
magistrati esposti in delicate inchieste,e dove, insieme, si
videro operare Giuseppe Falcone e Paolo Borsellino, Giuseppe
Ayala ad Alberto Di Pisa. Rocco Chinnici, di spiccata
intelligenza e di elevatissime doti morali,
ricercato e valente conoscitore della cultura greca e
latina, sulla scia del suo amatissimo zio, Domenico Chinnici,
Magistrato e Generale della Giustizia militare, ebbe altissimo
il senso dello Stato, che servì da uomo e da magistrato, fino
all ’ offerta della vita. Agì sul sociale, recandosi nelle
scuola e fra i giovani per fare nascere una coscienza sociale
diversa e la consapevolezza che il fenomeno mafioso era da
combattere a tutti i livelli.
*
Tratto dall'opuscolo "Personaggi di
Provincia". Provincia Regionale.
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