La figura più bella della mitologia nordica è, senza dubbio, Yggdrasill, il magnifico frassino che si leva al centro del mondo, al centro di Asgard, di Midgard e di Utgard. Yggdrasill esiste da quando esiste il mondo. All'epoca più remota dei giganti primordiali era un seme germogliante sotto la terra, potenza latente e meravigliosa del futuro mondo creato:

"Mi ricordo i giganti nati al sorger dei tempi
quando un tempo mi dettero cibo
ricordo i nove mondi, le nove radici,
il famoso frassino ben fisso giù nella terra"

dice la Volva, la veggente svegliata da Odino affinché gli possa rivelare la storia e il destino del mondo.
Allorquando il mondo fu creato, Yggdrasill si levò sopra di lui. Yggdrasill è il mondo stesso.
La Volva così continua:

"Io so che esiste un frassino chiamato Yggdrasill.
un alto albero bagnato di bianca brina;
di là derivano le rugiade che cadono nelle valli,
e sempre verde sta presso la fonte di Urd" 

E' il più grande degli alberi. Le sue foglie grondano dell'idromele sacro, i suoi rami si estendono ai confini del cielo. E' all'Yggdrasill che Odino rimane appeso durante nove notti per scoprire il segreto delle rune, questa saggezza immemorabile che ha il sapore dorato e sacro dell'idromele:

"Io so che ad un albero al vento pendetti,
per nove notti intere,
ferito da una lancia ed immolato da Odino,
io stesso a me stesso,
su quell'albero che nessuno sa
da quali radici nasca"

Le radici dell'Yggdrasill sono le fonti stesse della vita. Esse si immergono nei tre grandi regni: quello degli Asi, dei Giganti e degli uomini. Una delle radici passa al di sopra di Niflheim, il mondo dei morti, e lo schifoso serpente Nidhog la rosicchia senza sosta. Presso la radice volta verso la sala dei giganti si trova la fonte Mimir. Chi beve l'acqua di questa fonte ottiene sapere e saggezza. Odino stesso non riesce a raggiungerla se non dopo aver lasciato in pegno un occhio. La terza radice del frassino va verso il cielo, là si trova la sacra fontana di Urd dove nuotano due cigni bianchi. E' là che ogni giorno gli dei tengono il loro Thing. Vi salgono attraverso Bifrost, il ponte luminoso dell'arcobaleno a guardia del quale sta il fedele Heimdal, il cui corno Gjallarhorn è nascosto ai piedi del glorioso frassino. Presso la fontana vivono tre Norne. I loro nomi sono Urd, Verdanti e Skuld (passato, presente e avvenire): esse sono incaricate di modellare il destino degli uomini e niente e nessuno può evitare i loro decreti. Urd attinge dell'acqua sacra alla fonte e ne asperge il frassino per ridargli vigore e aiutarlo così a superare gli assalti che deve continuamente subire. Questa fontana è così sacra che tutte le cose che vi cadono divengono di un bianco immacolato. Quest'acqua sacra ricade in rugiada meravigliosa, con il sapore dell'idromele. Beato chi può nutrirsi della linfa dell'Yggdrasill. Un'aquila sapiente siede tra le fronde del frassino e in mezzo ai suoi occhi sta il falco Verdrfolnir. Lo scoiattolo Ratatosk corre sul tronco e trasmette messaggi d'odio tra l'aquila e il serpente Nidhog. Questa lotta tra l'aquila e il serpente è l'eterno combattimento tra la luce e le tenebre, tra la saggezza e l'ignoranza... Quattro cervi brucano la corteccia dell'albero che deve sopportare e rigenerarsi in continuazione. Yggdrasill protegge, unisce, nutre. E' l'energia instancabile della vita, la forza vitale che sventa i tranelli della morte. Eternamente assalito, sopravvivrà al Ragnarok, che non lo farà che tremare. Alla sua ombra la vita rinascerà dalla coppia Lif e Lifthrasir (vita e forza vitale), si nutriranno della fresca rugiada del mattino e daranno vita, grazie a questa linfa grondante dai suoi rami, alla nuova umanità rigenerata. Yggdrasill è dunque allo stesso tempo albero della scienza tramite la fontana di Mimir, la rugiada dell'idromele, le rune scoperte da Odino; albero del destino: protegge le Norne, gli dei e tiene consiglio; è asse del mondo. Odino, l'Aso supremo, vi lega il cavallo (Yggdrasill significa letteralmente "cavallo di Odino"). Si trova al centro del mondo che unisce e sostiene, di cui è il destino universale. Attraverso lui si ha la comunicazione tra mondi, quello degli dei e quello degli uomini: l'albero che si distende verso il cielo è, per gli antichi scandinavi, il cammino che porta l'uomo verso gli Asi.

 

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