Dio dell'arco d'argento

Che lungi saetta

Apollo, chioma d'oro.

Tirteo

 

 

 

Si narra che appena nato Apollo fu affidato alla dea Temi, che lo nutrì con nettare e ambrosia. Il piccolo dio crebbe in fretta e dopo alcuni giorni dalla nascita, andò a chiedere ad Efesto arco e frecce per dirigersi verso il monte Parnaso dove era nascosta Pitone, il serpente che Hera aveva mandato affinchè uccidesse sua madre, Latona. Dopo che Apollo lo trovò, l'inseguì fin dentro il tempio di Delfi e lo uccise. Egli conobbe l'amore incontrando una ninfa, di nome Dafne, La bella Dafne, figlia di Peneo, era una ninfa dei boschi sacerdotessa della Madre Terra. Molti uomini avevano chiesto la mano della ninfa però lei li respingeva tutti perchè aveva votato tutta e stessa alla grande dea madre. Un giorno, Apollo, vedendola lungo le rive del fiume, se ne innamorò e per esprimerle il suo affetto si nascose nel bosco, e quando Dafne andava per un sentiero, il dio le sbarrò la strada, dichiarandosi. Spaventata Dafne iniziò a correre, non dando il tempo al dio, di dirle chi egli fosse. Quindi Apollo cominciò ad inseguirla, e quando la ninfa vide che la stava raggiungendo invocò la Madre Terra, che la fece radicare al suolo, trasformando il suo corpo in un tronco d'albero ed i suoi capelli, sciolti, in una verde chioma di foglie. Quando Apollo raggiunse Dafne non la strinse, ma ghermì un alberello di lauro, ed è per questo motivo che l'albero di alloro divenne la pianta sacra ad Apollo. Apollo come sua sorella, Artemide, ebbe dal padre, svariate responsabilita’, infatti, lui fu il dio della luce diurna, guidando, ogni mattina, il carro del sole trainato da quattro cavalli infuocati, mentre la sorella fu la dea della luce lunare.

 

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Apollo e Dafne, Gian Lorenzo Bernini 

Apollo e Daphne, J.W. Waterhouse (1908)