L'OSSERVATORE ROMANO - Edizione quotidiana - del 4 agosto 2000

 

A san Paolo gli  scout del gruppo Agesci «Modena 36»

Un campo estivo a conclusione

del cammino giubilare

 

La via Appia Antica rappresenta forse uno dei luoghi più suggestivi e ricchi di testimonianze della Roma paleocristiana: la Basilica di san Sebastiano, le catacombe di san Callisto, la chiesa di Santa Maria in Palmis, più nota come chiesa del Quo Vadis, in ricordo della pietra segnata dall'impronta di Pietro, sorgono lungo la strada percorsa dallo stesso Paolo mentre, in catene, veniva condotto prigioniero nell'Urbe. Alle ricerca delle testimonianze di fede del passato, anche oggi i pellegrini camminano sull'antico lastricato, che il passare del tempo e l'avanzare della metropoli non hanno mai trasformato completamente: ed è questo il percorso seguito dai cinquantasei ragazzi modenesi, che seguono la via Appia fino a raggiungere, a piedi, la basilica di san Paolo, dove li incontriamo nel pomeriggio di mercoledì 2 agosto.

Sono gli scout del gruppo Modena 36, che alle prime luci del giorno hanno lasciato Colle dell'Acero, dove si sta svolgendo il loro campo di reparto, per compiere tra le strade di Roma il tradizionale pellegrinaggio delle «sette chiese». «Abbiamo impiegato quattro o cinque ore di cammino per arrivare alla Basilica di san Sebastiano, la nostra prima tappa — ci racconta Giovanni Bandieri, uno dei capi, che i ragazzi chiamano Johnny —, poi ancora un'oretta per raggiungere san Paolo dove, per oggi, termina il nostro pellegrinaggio. Domani riprenderemo la strada per san Giovanni, per santa Croce...  e così fino alla Messa conclusiva, nel pomeriggio, nella Basilica Vaticana». Il campo estivo sui colli Albani è solo il momento conclusivo di un cammino iniziato negli anni precedenti, con le catechesi giubilari tenutesi nelle parrocchie di san Pietro e santa Rita, a Modena: «Dopo aver dato importanza, nel corso dell'anno, ai valori della solidarietà e della carità, in questi giorni richiamiamo l'attenzione dei ragazzi sui temi del pellegrinaggio e della santità —, Johnny continua a spiegarci il significato dell'avventura vissuta dai ragazzi del “reparto” —. Il momento di preghiera della mattina, animata a rotazione dalle diverse squadriglie, è l'occasione per proporre uno spunto di riflessione: ricevere un invito, partire, camminare...  i ragazzi preparano le intenzioni e rappresentano, con un gesto, le esperienze legate a questo motivo».

«Il tema di oggi, ad esempio, era il cammino: partendo dal brano evangelico dei discepoli di Emmaus, abbiamo iniziato un percorso a contatto con la natura circostante e con la nostra natura umana, per avere tempo e modo di riflettere sul significato del gesto che stavamo compiendo», aggiunge Stefano Ascari, uno dei capi del gruppo.

 Maicol Ognibene è il più giovane tra i presenti. Lo stupore e la meraviglia che i suoi tredici anni mostrano verso le novità da cui è circondato, appaiono chiaramente nella vivacità con cui i vispi occhi neri si guardano attorno: «Questi posti sono molto più belli di come me li aspettavo: pensavo che la basilica di san Paolo fosse la chiesa in cui si conservava il corpo dell'apostolo, ma non immaginavo di trovare tutte queste bellezze».

 

 

Home Page M36

LUCIANA CORETTO