Sito d' arte di    Adamo Modesto 

IL MAESTRO ADAMO MODESTO:

UN ARTISTA DEL NOSTRO TEMPO

di Arianna Lusci                                                                                                    

 Viviamo nell’era del caos: le certezze cadono; i linguaggi classici della tradizione si rifiutano, per lasciare il posto a nuove esperienze, che con nuove tecniche e nuovi materiali contribuiscono a cambiare, di giorno in giorno, il mondo in cui viviamo e le cose che produciamo.

In questo clima dobbiamo collocare l’opera del Maestro Adamo Modesto, il quale sperimenta nuove tecniche di espressione artistica, dalla scultura e la pittura (in cui comunque utilizza nuove tecniche), alla fotografia, sia tradizionale che digitale.

Per comprendere appieno l’arte del Maestro dobbiamo innanzitutto pensare a lui come scultore: egli si forma all’Istituto d’arte di Chieti nella sezione ceramica, dove si diploma  nel 1957, aprendo a Roma, l’anno seguente, il suo laboratorio d’arte con produzione prevalentemente ceramica.

In quest’ottica capiamo come la materia sia il punto di partenza (e punto fermo) di tutta la sua arte, tanto forte da essere presente anche in pittura e fotografia: la materia è plasmabile, è modellabile, ed esalta la tensione dell’ispirazione.

Accanto alla materia, altro fondamento del suo codice artistico-formale è l’interesse per la tensione, che riduce gli effetti fenomenici della realtà: egli parte dalle immagini che il mondo gli presenta, e poi traduce nell’opera d’arte le sensazioni che esse gli suscitano, esprimendole in pittura con la giustapposizione di elementi geometrici quali rette, curve, piani e traiettorie dinamiche, e di colori caldi e freddi che rendono ancora più forte il contrasto, l’impeto creativo, la poesia della sua espressione artistica. In fotografia esprime queste sensazioni con con una raffigurazione soggettiva dell’oggetto impresso, che non ci appare più come esso è effettivamente, ma come è visto dal Maestro attraverso effetti di movimento che sembrano quasi richiamare l’espressione “PANTA REI”, dal momento che le sue figure naturali impresse richiamano quasi la vita che scorre.

Tuttavia egli non approda mai a soluzioni caotiche: le sue composizioni sono perfettamente equili-brate da tutta la tensione generata, dalla dialettica tra le parti, ottenendo così espressioni di sensazioni così forti da pulsare vita ed energia, evocando il caos primordiale da cui la vita prende forma. Il motivo del “primordiale” lo ritroviamo come tema di alcune sue sculture, che sembrano riportarci alla lontana preistoria, nelle antiche civiltà americane di Maya, Aztechi ed Incas.

Prima di concludere, è però opportuno spendere qualche parola sulle nuove tecniche, soprattutto pittoriche, utilizzate dal Maestro; accanto alle tradizionali tempere, colori ad olio ed acrilici, la sua pittura è realizzata anche con ferro, stoppa, lana e caolino: quest’ultimo è una terra finissima che sul quadro sembra sabbia. Con l’uso di questi materiali ottiene un quadro ”plastico”, la cui superficie porosa, quasi terrosa, è attraversata da solchi e rilievi che fanno quasi sussultare l’opera, esprimendo con la plasticità della materia il caos naturale.