Sito d' arte di    Adamo Modesto 

ADAMO MODESTO: CREATIVITA' E RICERCA

di Bruno Torreggiani

        L'arte contemporanea ci ha ormai assuefatto ad assumere un abito critico asettico, per pesare e riconoscere con distacco le tendenze, le poetiche, gli stili. E' allora legittimo un moto di sollievo quando ci capita di accostarci ad un'avventura espressiva che ci fa intravedere in trasparenza anche la trama di una storia di accadimenti autenticamente vissuti.

La prima impressione con cui l'opera di Adamo Modesto ci investe è, infatti, prima di tutto, quella di una vera e propria esplosione creativa che si condensa in tempi e ritmi quasi convulsi, sotto lo stimolo di una ricerca insieme febbrile e vitale. Avvertiamo però subito che non si tratta della scoperta tardiva di una vocazione, ma se mai di un bisogno a lungo soffocato e deviato: Modesto ha trascorso molta parte della sua vita nella progettazione e produzione di oggetti di ceramica e non facciamo gran fatica a immaginarcelo in un continuo andirivieni tra bozzetti e forni di cottura, costretto ogni volta a tirare il freno alle sue aspirazioni al bello e al nuovo, per soggiacere alla banalità dell'oggettistica quotidiana o magari, peggio, al cattivo gusto del kitsch da turismo di massa.

La decisione di lasciare questa attività libera allora un magma di energie, che si avventurano nella creazione, con la freschezza e l'entusiasmo di una giovinezza recuperata. E sulle prime è come un saggiare il terreno ripetendo con la memoria i gesti dei pittori amati, per poi avventurarsi subito nella ricerca e appunto col gusto giovanile della scoperta, avviarsi per strade magari per abbandonarle subito e volgersi altrove. Eppure ci si rende ben presto conto che tutto questo non resta quasi mai superficiale eclettismo, poiché ben presto emerge una cifra ben riconoscibile e autentica: la materia.

Prima l'olio e gli acrilici, poi gli impasti di terre e di resine, poi i fili, di lana, di ferro, poi le stoppe e le lane...ogni volta Modesto antepone la materia alla forma, o meglio, nella materia e nella sua specificità scava la forma.

In questo rapporto così viscerale con la materia Modesto recupera di certo la sua lunga frequentazione con la ceramica, la sua lunga pratica artigianale, e ciò gli permette di trasformare la materia anche più vile e residuale in linee, in volumi, in forme esteticamente compiute.

Ecco ad esempio i fili di lana avvolgersi in spirali, in meandri, che paiono affondare in un caos labirintico per poi recuperare alla fine un rigore e un nitore di disegno quasi classico; o le stoppe, ultima tra le materie usate da Modesto, che si depositano sulla tela assumendo uno spessore plastico, ma insieme fibrillano nello scintillio cromatico dei filamenti.

Questa pittura (e di pittura in fin dei conti ancora si tratta) pur nella prevalenza dell'informale, allude sempre alle forme del mondo e attraverso le materie, di cui il mondo è fatto ce ne propone una poetica interpretazione.