Si narra che dai luoghi santi fu portato dai
crociati, costretti ad abbandonare
la Palestina il 02 Ottobre 1188, dopo la sconfitta di Hattin,
un quadro bizantino al quale fu dato il titolo di Madonna
dei Martiri.
La tavola, secondo alcuni di cipresso e secondo
altri di cedro, misura 100x66 cm. e rappresenta la Vergine
Maria a mezzo busto che regge sul braccio sinistro Gesù bambino
il quale la abbraccia e la bacia teneramente.
Agli angoli superiori troviamo due angeli i
quali, secondo alcuni, anticamente reggevano due piccoli manti.
Collocata in una nicchia in pietra leccese voluta da G.B.Cibo,
successivamente ebbe la sua collocazione nell'attuale splendida
edicola in marmo voluta dal vescovo G.Bovio.
La terza si ebbe quando Mons. Salemi fece costruire
un altare di marmi pregiati ed ivi vi fece collocare l'edicola
in marmo con il quadro della Vergine.
Di altre traslazioni si parla nel 1620 allorquando
per le incursioni dei turchi sulle nostre coste, Mons.
Bovio la mandò nel monastero delle Vergini di Bitonto.
Infine durante la seconda guerra mondiale fu custodito a Castel
del Monte per paura di incursioni aeree.
Oltre alle traslazioni, diversi sono stati
i restauri il primo dei quali risale a1 1412 sotto il vescovado
di Alessio Celidonio. A documento di siffatto restauro il
Celidonio vi fece apporre due targhe d'argento: l'una rappresenta
il vescovo in ginocchio che prega, l'altra reca la seguente
iscrizione: Recipe sacratissima virgo/veri dei atque nominis
pareus/instaurationem et ornatum/huius tuae venerandae imaginis/A
servo tuo indiguo licet / Alexio Chelidonio Lacedemonio/Episcopo
Melphicti. Di altri restauri si parla nel 1905, nel l978 e
nel 1998.
Lo zelo dei vescovi, tuttavia, non si limita
solo della tutela della Sacra Icona.
Il Vescovo Simone Alopa (1385 1401) ottenne
il 24 Aprile 1399 dal re Ladislao di Napoli un diploma
col quale fu concessa la fiera di otto giorni, 08/15 Settembre,
nella festa della natività della Vergine sapendo che
il giorno 8 di settembre si festeggiava la Madonna dei Martiri
protettrice di Molfetta.
Nel conclave del 24 agosto 1484 Giambattista
Cibo (Vescovo di Molfetta) viene nominato Papa col nome di
Innocenzo VIII; con bolla pontificia del I Giugno 1485
indice indulgenze a favore del culto della Madonna dei Martiri
nella domenica in albis e nella festa dell'8 Settembre.
Risale al 17 marzo 1570 la fondazione della
confraternita della Madonna del Rosario ad opera del
vescovo Maiorano, successivamente la confraternita si trasferirà
nella chiesa di S.Domenico (15 maggio 1640).
L'11 Maggio 1560, un terribile terremoto distrusse
molte città della Puglia lasciando illesa Molfetta.
In quella circostanza l'Università di Molfetta deliberò
l'apposizione dell'Immagine della Madonna dei Martiri sullo
stemma civico della città facendo voto che Capitolo,
Università e popolo dovevano recarsi in pellegrinaggio
al santuario l'11 Maggio di ogni anno. Questa ricorrenza che
tuttora si ripete va sotto il nome di "La
Medonne du Tremelizze" (Madonna del Terremoto)
L'aggregazione della basilica della Madonna
dei martiri a quella di Santa Maria Maggiore in Roma risale
al 28 Dicembre 1755 ad opera del vescovo Celestino Orlandi,
mentre per volere di Filippo del Giudice Caracciolo con regio
decreto del 31 marzo 1828 fu concessa ai Padri Riformati la
chiesa con locali, giardino e Mensa Vescovile, i frati vi
subentrarono il 26 aprile 1829.
Nel 1840 un concittadino, Mauro Oronzo Valente,
sciolse un voto facendo realizzare dallo scultore napoletano
Giuseppe Verzella una statua in legno raffigurante la Vergine
con Bambino e due angeli che porgono sulle spalle della Madonna
un artistico manto di stoffa.
La statua fu benedetta il 30 agosto 1840, portata
in processione fino alla chiesa di San Domenico e qui affidata
ai Frati Minori che col popolo la portarono in processione
solenne fino alla chiesa della Madonna dei Martiri.
Il nuovo simulacro animò a tal punto
i fedeli che cominciarono sempre piu a venerare la statua
e abbandonare l'icona. Consapevoli di questo fatto i Frati
Minori, per far sì che la devozione verso I'icona non venisse
meno chiusero la statua in un armadio.
Questo provvedimento non fu sufficiente ad
evitare le richieste del popolo di venerare la sacra immagine.(Ci
racconta Padre Berardino Laricchia: "La statua della
Beatissima Vergine si conserva in un armadio a specchio, situato
in permanenza nel ripostiglio della navata di settentrione
della nuova chiesa. L'armadio e chiuso a doppia chiave ed
e difeso da una ringhiera di ferro. La porta del ripostiglio
si apre in tutti i sabati dell'anno ed in qualsiasi richiesta
del pubblico devoto").
Intanto nuove iniziative sorgevano in occasione
della Festività di Settembre.
Risale al l 846 la sagra a mare dell'8
settembre.
Il can. Primicerio Samarelli ci racconta: "Collocata
al centro di una coppia di paranze , appositamente sorteggiate
ed addobbate di pavesi, dopo esser stato percorso un buon
tratto di mare dalle ore 14.00 alle 17.00 con largo seguito
di barchette, la statua veniva deposta sulla terraferma. Di
qui s'iniziava la processione terrestre: prima meta era il
Duomo, dove si teneva esposto il mezzo busto d'argento di
S.Corrado, poi, seguendo un itinerario vasto, la statua veniva
portata per le vie della città accompagnata da un gran
numero di fedeli."
Ai nostri giorni ben poco e cambiato, anzi,
la sagra di Settembre si e sempre piu arricchita di luminarie,
fuochi pirotecnici, concerti d'opera ed altro.
La sagra di settembre, rappresenta il culmine
dei festeggiamenti in onore della Madonna dei Martiri, i quali
sono preceduti da momenti di culto e di preghiere semplici
ma molto significativi.
Del Giudice Caracciolo nell'affidare ai PP.
Riformati tra le altre cose dispone: "Di conservare il
culto che attualmente si esercita in detta chiesa, e segnatamente
ogni sabato di ciascun anno per mantenere la devozione, che
pienamente si osserva in questa popolazione. Come pure di
solennizzare la novena preventiva al giorno della Natività
della Beatissima Vergine giusta il modo e consuetudine che
si e finora predicato, cioè due volte al giorno, ma nelle
ore mattutine, l'altra nelle ore vespertine, ed il giorno
istesso della Natività della Vergine, con quella pompa
e solennità, che si e finora costumato".
I Padri Riformati, non solo accettarono queste
condizioni, ma incentivarono la devozione verso la Madonna
dei Martiri con nuove pratiche di pietà. Furono loro
i fautori dei sette sabati solenni in preparazione al solenne
novenario ed alla Festa della Madonna dei Martiri.
Mons. Picone in sollecitazione dei suddetti
Frati compose un oremus ed un responsorio in latino nel 1913.
Oltre ai sette sabati solenni i Padri Riformati
composero anche una novena la cui stesura musicale fu affidata
al maestro Giuseppe Peruzzi.
N.B. Una prima stesura della novena si ebbe
ad opera del vescovo Costantino nel 1848 con cenni storici,
altre ristampe si ebbero nel 1848 e 1850
Numerose edizioni si sono pubblicate fino ai
giorni nostri.
I sabati solenni ed il novenario si sono arricchiti
della solenne fiaccolata che si tiene la sera nel piazzale
antistante la Basilica (1982). (Recita del rosario e lettura
della supplica alla Madonna).
*Ai nostri giorni. Fin dalle prime ore dell'alba
dell'8 Settembre, numerose messe vengono celebrate in Santuario,
mentre nelle prime ore del mattino una fragorosa diana annuncia
ai molfettesi l'eccezionalità del giorno, dedicato
alla natività di Maria nel quale loro festeggiano la
loro celeste patrona; mentre nel pomeriggio, all'imbarco,
e a sera, allo sbarco della Madonna, una folla oceanica attende
il sacro simulacro della Vergine. La stessa folla accompagna,
la domenica successiva l'8 settembre la Madonna al Santuario
concludendo i festeggiamenti con una grandiosa gara pirotecnica.
La società odierna si evolve cosi rapidamente
da far sparire tutto ciò che appartiene solo a ieri,
ma non può cosi facilmente strappare dalla mente e
dal cuore dei molfettesi, vecchi e giovani, ciò che
e a loro piu caro:la Madonna dei Martiri e la festa a Lei
dedicata.
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