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San Corrado nacque tra il 1105 e il 1106 a Ravensburg, nell'alta Svevia, da Enrico il Nero e da Wulfild sua moglie. Da giovinetto la sua educazione fu affidata all'arcivescovo di Colonia, suo parente, al fine di avviarlo a sicura carriera ecclesiastica. Il giovane Corrado, invece, all'età di 22 anni si ritirava nella Badia dei Cistercensi di Chiaravalle. Dopo un ventennio di permanenza Corrado aspirava a visitare i luoghi santi e dopo tante suppliche al suo abate San Bernardo riuscė a partire per i luoghi santi.

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San Corrado

Dopo un lungo pellegrinare, lungo tutti i luoghi sacri della cristianità, sentendosi venir meno le forze decise di tornare in patria. Lungo la via del ritorno soggiornò a lungo a Molfetta nell'OSPEDALE DEI CROCIATI ove ebbe modo di ristabilirsi dalla malattia. Successivamente si ritirò presso il Monastero di Santa Maria ad Criptam di Modugno. I molfettesi erano molto legati a quel frate mite e buono che avevano conosciuto nella loro città, ogni qualvolta i nostri commercianti di pesce passavano di là erano soliti portare in dono un po' della loro mercanzia. Morė santamente nel 1154, all'età di 50 anni. Quando nel 1303 Roberto d'Angiò soppresse la Badia di Modugno il sepolcro di S.Corrado rimase incustodito per questo i molfettesi fecero richiesta, ed ottennero, di trasportare le sue spoglie nella Chiesa Vecchia di Molfetta (La Cattedrale della città). Racconta la leggenda che le Sue spoglie furono poste su un carro trainato da due buoi, un molfettese ed un modugnese, i quali s'incamminarono autonomamente verso Molfetta. Durante il trasporto, una donna di Modugno furtivamente asporto due falangi di un dito del santo: queste reliquie sono tuttora venerate nella chiesa di Modugno. La leggenda racconta che la carovana giunse nottetempo davanti al Duomo per cui trovarono le porte sbarrate fu allora che per riscaldarsi, si era nel mese febbraio, fu acceso un grosso falò nelle cui ceneri furono cotti ceci e fave per calmare i morsi della fame. Il 10 Luglio 1785, il Capitolo della Cattedrale si trasferė dalla Chiesa vecchia alla nuova Cattedrale trasferendo, contestualmente, le reliquie del santo con solenni festeggiamenti tributati oltre che dal Clero anche dalle autorità civili. In memoria di quella data ogni anno la festa patronale si svolgeva nella seconda domenica di Luglio. Le reliquie del santo ebbero diverse sistemazioni sino a quando fu costruita un'urna d'argento, disegnata dal nostro concittadino Corrado de Judicibus, eseguita a Napoli.

Il busto d'argento, nella cui testa č conservato il teschio del santo, fu un dono della cittadinanza a ringraziamento dello scampato pericolo dalla terribile pestilenza che colpė tutti i paesi viciniori nel 1656. Costò 800 scudi. Non č chiaro quando San Corrado fu nominato Santo Patrono della città. Sembra che per i molfettesi lo sia sempre stato. Egli č stato sempre venerato e rispettato, invocato durante pestilenze, terremoti, epidemie e fortunali. In diverse occasioni egli fu invocato a difesa della città contro i pirati o altre soldatesche ma, soprattutto, č stato riconosciuto il suo intervento.


Si ringrazia il prof. Onofrio Squeo per la gentile collaborazione


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