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Pesi e misure nell'antichità
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Questo glossario ha il semplice scopo di
chiarire il significato di alcuni, termini ormai fuori dell'uso
corrente e documentare il lettore (e lo studioso) sulle
misure (di lunghezza, superficie, volume, capacità, peso
e valore) usate in passato a Molfetta. La ricostruzione
temporale delle equivalenze fra le misure antiche e quelle
odierne è stata attuata consultando diversi scritti. Tra
questi, le opere più importanti sono:
-Antonio Pasquale Favaro, Metrologia o
sia Trattato Generale delle Misure, de' Pesi e delle
Monete, Napoli, Gabinetto Bibliografico
e Tipografico, 1826;
-Carlo Afan de Rivera, Tavole di riduzione
de' Pesi e delle misure della Sicilia Citeriore in quelli
statuiti dalla legge de' 6 aprile del 1840, Napoli, Stamperia
e Cartiere del Fibreno, 1840;
-Angelo Martini, Manuale di metrologia ossia
Misure, Pesi e Monete in uso attualmente e anticamente presso
tutti i popoli, Roma, Editrice E.C.A., 1976, ristampa anastatica
dell'edizione originale di Torino del 1883.
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Barile
Quantità di liquido contenuto nell'omonimo
recipiente; prima dell'introduzione del sistema metrico
decimale, costituiva la misura di capacità (ovvero, la misura
del volume) dei liquidi, specialmente per vino e olio. Nel
Regno delle Due Sicilie, prima del 1840, il barile (=
60 caraffe di botte = 66 caraffe
di vendita a minuto) era uguale a 43,621600 litri.
La legge del 6 aprile 1840, n, 6048, stabilì che per la
misurazione di alcuni liquidi (come il vino, l'aceto e l'acqua)
si facesse uso del solo barile di
Napoli considerato come unità e diviso in 60
caraffe (di once 27,143 ossia 814,3 trappesi
= 725,539 grammi). La capacità (o cubatura) del barile
legale di Napoli, dopo il 1840,
valeva 43,625030 litri pari ad un peso d'acqua distillata
di 48,858 rotoli (= 43,532331
chilogrammi).
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Botte
Antica unità di misura della stazza dei bastimenti.
La botte (o bolla) indicava il contenitore per vino utilizzato
per valutare le dimensioni di una nave. La botte veneziana,
nel secolo XIII, valeva circa 450 litri. Nel XV secolo doveva
pesare 640 chilogrammi; successivamente, la botte veneziana
valeva 751,17 litri.
La botte napoletana, nel secolo XIII, conteneva
circa 470 litri. Prima del 1840, la botte napoletana
(= 12 barili) valeva 523,4594 litri. Due botti per vino
costituivano un carro (di vino); ogni botte era della capacità
di 28,556 palmi cubici pari a 0,52346 metri cubi (= 523,460
decimetri cubi = 523,46 litri).
La botte per vino napoletana, dopo la legge
del 6 aprile 1840 (pubblicata il 22 aprile), era composta
da 12 barili ed aveva una capacità di 523,5 litri (pari
ad un peso d'acqua distillata di 490,31219 chilogrammi).
La botte utilizzata nel commercio dell'olio
a Napoli era composta di 44 staja napoletane, oppure di
salme 2 e 3/4 (di rotoli 165 e 1/3, per un totale di rotoli
454 e 2/3) pari a 405,1(x)72 chilogrammi.
La botte legale napoletana conteneva olio
per 5,366 cantaja equivalenti a 478,10909 Kg.
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Braccio
Unità di misura lineare (o di lunghezza)
in uso prima dell'adozione del sistema metrico decimale.
Valeva: 0,6853 metri a Venezia; 0,5421 metri a Napoli.
Nel Regno delle Due Sicilie era in uso anche
il braccio o brassata per la marina (= 5 piedi parigini)
pari a 1,6242 metri.
I marinai molfettesi, che ancor oggi lo utilizzano, quando
dicono "braccio" o "passo" intendono una lunghezza di 1,65
metri.
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Canna
Misura di lunghezza utilizzata prima dell'introduzione
del sistema metrico decimale.
In base all'editto del 6 aprile 1480, emanato da Ferdinando
I d'Aragona, veniva utilizzata la canna composta di 8 palmi
avente valore di 2,109360 metri. Questa canna era utilizzata
nel commercio al minuto dei tessuti e nelle misurazioni
inerenti a costruzione di fabbricati; nella pratica era
pari a 2,12 metri (considerando ogni palmo di 26,5 centimetri).
La legge del 6 aprile 1840, emanata da Ferdinando II, stabilì
che doveva utilizzarsi la canna lineare composta da lO palmi
avente valore di 2,6455026455 metri. Canna
cubica Misura di volume utilizzata prima dell'adozione
del sistema metrico decimale. La canna cubica di liquido
era pari a botti 17, barili Il, caraffe 9 e 1/4.
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Cantajo o cantaro o cantaio
Misura di peso, frequentemente usata nei
documenti marini. Il cantaro napoletano, sin dal 1480, era
composto di 100 rotoli ed era equivalente a chilogrammi
89,09972.
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Caraffa
Antica unità di misura di capacità per i
liquidi, in uso nel Napoletano. Era di due tipi: caraffa
di botte e caraffa di vendita al minuto.
La caraffa di botte, utilizzata nei traffici mercantili,
era corrispondente a:
- 0,7270266 litri, dal 1480 al 1811;
- 0,7270270 litri, dal 1811 (giusta legge
del 19 maggio) al 1840;
- 0,7270838 litri (= 0,725539 Kg. di acqua
distillata), dallo gennaio 1841.
La caraffa di vendita minuto, usata nel
commercio minuto valeva:
- 0,6609333 litri, dal 1480 al 1811;
- 0,6604190 litri, dal 1811 al 1840;
- 0,6609853 litri, dal gennaio 1841.
La legge del 6 aprile 1840 stabilì che 60
caraffe di botte o 66 caraffe di vendita a minuto costituivano
un barile (di vino o di acquavite). Nella nostra città,
la caraffa era utilizzata come unità di misura di capacità
per il vino e valeva 0,7277029 litri (= 0,7261627 chilogrammi).
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Carlino
Moneta d'argento o anche d'oro coniata per
la prima volta nel 1278 nella Zecca di Napoli da Carlo d'Angiò.
Il carlino d'argento, coniato dai Borboni, costituiva la
decima parte di un ducato napoletano. In ordine temporale,
il carlino del Regno delle due Sicilie ha assunto i seguenti
valori: -carlino di IO grana (20 tomesi) pari a 0,4368 lire
italiane (fino al 1784); -carlino di lO grana (20 tomesi)
pari a 0,42249 lire italiane (dal 1784 al 1814); -carlino
di IO grana (o 100 cavalli) pari a 0,4249 lire italiane
(giusta legge del 14 agosto 1814).
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Carro
Antica unità di rnisura di volume, utilizzata
per stirnare le dirnensioni di una nave. Nel XVI secolo,
a Venezia un carro di grano era uguale a stera 22 e 2/3
(= 1888,5231 litri). Sapendo che un ettolitro di grano pesa
(rnediamente) 75 chilogramrni, segue che: il carro usato
a Venezia, per stabilire la qualifica delle navi, valeva
1.416,4089 chilogramrni. Un valore all'incirca uguale si
ottiene considerando che i veneziani calcolavano che uno
ster di grano pesava 132 libre grosse (= 62,963868 chilogrammi)
e, quindi, stera 22 e 2/3 valevano 1.427,18 chilogramrni.
A tal punto, poiché le rnisure del grano erano usate quanto
quelle del vino per deterrninare la capacità di una nave,
dobbiarno necessariarnente equiparare le rnisure del grano
con quelle del vino. Questo cornpito viene risolto approssirnando
i calcoli; infatti, per considerare il peso della botte
è sufficiente aggiungere un lO per cento al corrispettivo
peso di grano. In definitiva, il carro usato dai commercianti
veneziani doveva raggiungere il valore di 1.441,45 chilogramrni.
Nelle esportazioni dal Regno delle Due Sicilie si valutava:
-
- un carro di vino (inteso come rnisura
di capacità) uguale a 2 botti e, quindi, pari a 1046,9188
litri;
- un carro di grano (inteso come rnisura
di capacità) uguale a 36 tomoli e, quindi, pari a: -1991,4804
litri, dal 1480 al 1811; -1988,4240 litri, dal 1811 (giusta
legge del 19 rnaggio) al 1840; -1999,6240 litri, dallo
gennaio 1841.
Adottando un peso specifico del grano pari
a 0,75, segue rispettivamente:
- 1493,6103 chilogrammi, dal 1480 al 1811;
- 1491,3180chilograrnrni, dal 1811 al 1840;
- 1499,7184 chilogrammi, dallo gennaio 1841.
Questi ultimi valori, rnolto prossimi a quelli
ottenuti dal calcolo con le staia veneziane, ci perrnettono
di afferrnare che il carro di grano (utilizzato nelle esportazioni
dalla Puglia) valeva circa 2000 litri equivalenti a chilogramrni
1500 (= 1,5 tonnellate = 1 tonnellata e mezzo).
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Cavallo (abbr. callo)
Moneta di rame coniata nel 1472 da Ferdinando
I d'Aragona. La sua coniazione continuò con tipi vari, salvo
breve interruzioni, fino al 1815, anno in cui fu sostituito
dal Tornese. Il cavallo, nel tempo, ha assunto diversi valori:
- 0,0036 lire italiane, fino al 1784;
- 0,0035 lire italiane, dal 1784 al 1814.
Fino al 1814, il cavallo era la dodicesima
parte di un grano napoletano. Con la legge del 14 agosto
1814 divenne la decima parte di un grano napoletano e valeva
0,0042 Lit.
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Dito (plurale: deda, dita, deta, diti)
Unità di rnisura di lunghezza veneziana,
equivalente alla sedicesima parte del piede (da terra) veneziano.
Il suo valore era di 0,0217334 metri.
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Ducato
Moneta coniata sotto la giurisdizione di
un duca (o di un doge). Indicò dapprima una moneta d'argento
coniata in Puglia nel 1140 e nel 1156, poi quella coniata
a Venezia nel 1202 (chiamata poi anche grosso) e la moneta
d'oro purissimo emessa dal doge Enrico Dandolo nel 1284
(detta poi lecchino).
Il ducato napoletano si suddivideva in:
- ducato di 100 grana, pari a 4,3685 lire
italiane (fino al 1784);
- ducato di 100 grana, pari a 4,2487 lire
italiane (dal 1784 al 1814); -ducato di 1O carlini (o
100 grana) pari a 4,2487 lire italiane (giusta legge del
14 agosto 1814).
Quest'ultima suddivisione, stabilita dalla
legge del 14 agosto 1814 e confermata dalla legge del 20
aprile 1818, fu legalmente in uso fin oltre il 1861. Con
Regio Decreto del 17 luglio 1861 il valore del ducato fu
fissato a 4,25 lire italiane. Attualmente (1990), il valore
(calcolato) è di circa 25000 lire italiane.
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Grana o grano o soldo
Moneta d'argento e rame fatta coniare da
Ferdinando I d'Aragona per il Regno delle Due Sicilie, che
equivaleva idealmente la 6001 parte dell'oncia d'oro. Fino
al 1814 si divideva in 12 cavalli
o 2 tornesi;
con la legge del 14 agosto 1814 fu introdotta la divisione
in10 cavalli.
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Libbra
Unità di misura di peso, che si divideva
in 12 once. A Venezia se ne utilizzavano due tipi:
- libbra sottile (o di 12 once sottili)
pari a 0,302025 chilogrammi (il Trattato del 1826 riporta
0,301200 chilogrammi; mentre il Manuale del 1883 riporta
0,301230 chilogrammi). Il peso sottile era utilizzato
specialmente per droghe, sapone, caffè, té, zucchero,
riso, burro, ecc.;
- libbra grossa (o di 12 once grosse) pari
a 0,477494 chilogrammi (il Manuale del 1883 riporta 0,476999
chilogrammi). Il peso grosso era "in uso per la più parte
delle merci" come metalli, lana, cotone, uva passa, olio,
ecc.
A Napoli, la legge del 19 maggio 1811,
n. 974, stabilì l'utilizzazione della libbra composta da
360 trappesi (ossia 12 once di 30 trappesi) pari a 0,32075899
chilogrammi. Questa unità di misura fu abolita nel 1840.
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Migliaio o migliaro
Antica unità di peso veneziano composta
da 1000 libbre grosse. Era
utilizzata per valutare le dimensioni di una nave che trasportava
vino; in questo caso valeva 476,99872 chilogrammi. Sapendo
che un ettolitro di vino ha un peso variabile da 92 a 99,7
chilogrammi segue che il migliaio
assumeva un valore compreso tra 438,83 e 475,57 litri (valore
medio 457,2 litri).
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Miliare o migliaro o milliarum o milleario
Antica unità di misura di capacità per l'olio,
in uso a Venezia. Era utilizzata per valutare le dimensioni
di una nave che trasportava olio. Il migliaro d'olio era
composto da 40 miri (singolare:
miro) e valeva 631,592 litri;
ogni miro era pari a 15,7898 litri. Il migliaro d'olio si
divideva in 1000 libbre di
misura, che a peso corrispondevano a 1210 libbre grosse
(pari a 577,76774 chilogrammi). Quest'ultima precisazione,
evinta dal Trattato di Metrologia del 1826, trova conferma
nel fatto che il prodotto tra 631,592 litri ed il peso specifico
dell'olio d'oliva (pari a 0,915) dà come risultato 577,906680
chilogrammi. A Molfetta il milleario, dal 1535 (e sino al
sec. XVIII), era equivalente a 4 salme d'olio ovvero 644,18
chilogrammi.
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Oncia
Antica unità di peso, equivalente a un dodicesimo
di libbra e composta da 30
trappesi pari a 0,026729916
chilogrammi (= 26,72 grammi). L'oncia era anche un'antica
unità di misura di lunghezza del valore di 1/12 di piede.
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Palmo
Unità di misura della lunghezza in uso prima
dell'adozione del sistema metrico decimale e avente valore
variabile a seconda dei luoghi e dei tempi.
- Il palmo veneziano antico, cinque dei
quali facevano il passo, era equivalente a 0,3774 metri.
- Il palmo napoletano valeva:0,2633333670
metri (dal 1480 al 1840); 0,26455026455 metri (giusta
legge del 6 aprile 1840).
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Passo
Unità di misura di lunghezza in uso prima
dell'adozione del sistema metrico decimale e avente valore
variabile a seconda dei luoghi e dei tempi. Il passo veneziano,
composto da 5 piedi, era pari a 1,738675 metri.
A Napoli, l'editto del 1480 stabilì l'utilizzazione di due
passi:
- il passo itinerario, composto da 7 palmi
uguale a 1,84569 metri;
- il passo da terra, composto da palmi 7
e 113, pari a 1,9335799 metri.
Nel Regno delle Due Sicilie, sin dal 1480,
era utilizzato anche un altro passo chiamato passo d'Arsenale
di Marina (composto da palmi 6 e 213) che valeva 1,75779
metri. Un Decreto Reale del 1822 abolì questa misura e,
contemporaneamente, ordinò l'uso in Marina delle misure
in piedi e braccia (o brassate di Francia), nello stesso
tempo in cui erano in uso per i cordami ed il legname, in
modo promiscuo le misure napoletane, francesi, inglesi e
spagnole.
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Piede
Unità di misura lineare diversa per luoghi.
Il piede veneziano si suddivideva in 12 once
o pollici ed ogni oncia in
12 linee (per un totale di
144 linee), ogni linea di 12 punti
(o particelle; per un totale di 1.728 punti). Il piede usato
a Venezia che si divideva anche in 16 dita era equivalente
a 0,347735 metri. Il piede napoletano,
usato sin dall'XI secolo, valeva 0,3349 metri. Nel Regno
delle Due Sicilie si utilizzava anche il piede
francese o piede regio di Parigi
che valeva 0,324839 metri (oggi valutato 0,324864 metri).
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Pila
Antica unità di misura di capacità. Per l'olio
valeva 1.832,5 chilogrammi.
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Pollice
Unità di misura di lunghezza pari a 1/12
di piede, diffusa prima della
adozione del sistema metrico decimale. Il valore del pollice
parigino era di metri 0,027070, mentre il pollice
veneziano valeva 0,0289779
metri.
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Rotolo (plurale rotola)
Unità di peso, usata in più luoghi, che si
trova spesso citata nei documenti navali del tempo passato.
Il rotolo
napoletano valeva, sin dal 1480, chilogrammi 0,8909972.
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Salma
Unità di misura di capacità per i liquidi,
avente valore variabile a seconda dei luoghi e dei tempi.
La salma di Molfetta si suddivideva in:
- 10 stara, nel primo '500;
- 9 stara di 20,083 rotoli, dal secondo
'500 sino al 6 aprile 1840 (data in cui fu abolita).
La salma da olio molfettese pesava 180,750
rotoli ossia 1,8075 cantaja equivalenti a 161,047774 chilogrammi.
Ad un attento esame, riscontriamo una differenza tra il
valore riportato (180,750 -evinto dalle "Tavole di riduzione"
di C. Afan de Rivera) e quello ottenuto dal prodotto tra
9 e 20,083 (= 180,747). Decidiamo, così di mediare i valori
testé citati; in tal modo si giunge alla conclusione che
la salma molfettese (di rotoli 180,7485) valeva 161,0464
chilogrammi. Non esisteva alcuna differenza di peso tra
la salma comune (cfr. salma di magazzino) e quella a mesura
de' mercanti (cfr. salma di caricamento).
La salma utilizzata nel commercio dell'olio a Napoli era
di due tipi:
- salma composta di 16 staja napoletane,
avente un peso di rotoli 165 e 1/3 pari a 147,31153 chilogrammi;
- salma avente un peso di 170 rotoli pari
a 151,46952 chilogrammi.
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Soma
Antica misura di capacità per granaglie e
liquidi. A Molfetta, la soma era utilizzata nel commercio
del vino; era composta di 4 barili
o di 16 quartare o di 256 caraffe
(ciascuna di once 27 e 1/6) pari a 208,640 rotoli ed uguale
a 185,89765 chilogrammi (pari a 186,29196 litri). La capacità
della soma da vino molfettese era espressa in 4,2703 parti
del barile legale di Napoli;
in pratica, la soma locale era 4,2703 volte maggiore del
barile napoletano.
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Staio o stajo o staro
Misura di capacità per aridi e liquidi, di
valore variabile da luogo a luogo. Lo staio
veneziano (ster o stero; plurale: stera) valeva litri
83,3172 o 83,3181 litri (in quanto da "I diarii" di Marino
Sanudo, scritti tra il 1496 ed il 1533, risulta che 22 stera
erano uguali a 1833 litri). Lo stato
d'olio napoletano di peso pari a rotoli l0 e 1/3
(uguale a 9,2069707 chilogrammi) valeva 10,0811 litri. Lo
stato d'olio molfettese valeva
17,893896 chilogrammi.
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Tomolo
Misura di capacità per gli aridi (frumento,
riso, granturco, miglio, orzo, avena, segale, sorgo, panico,
ecc.).
Nel Regno delle Due Sicilie valeva:
- 55,3189 litri, giusta editto del 6 aprile
1480;
- 55,2340 litri, giusta legge del 19 maggio
1811, n. 974; -55,545113 litri, giusta legge del 6 aprile
1840.
A Molfetta nei primi del '600, un tomolo
di olive valeva 52 rotola e, quindi, era pari a 46,331854
chilogrammi. Nel XVII secolo, il tomolo di grano era composto
di 16 stop pelli o di 49 rotoli e 1/4 (equivalente a 43,881612
chilogrammi).
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Tonnellata
Unità di peso e di misura per determinare
la capacità e portata dei bastimenti. Ha assunto, nei secoli
addietro, valori diversi, secondo i luoghi e le costumanze.
Tuttavia, ragguagliando gli antichi sistemi coi moderni,
possiamo dare le seguenti equivalenze:
- 1 tonnellata metrica di portata lorda
= 1 tonnellata di portata lorda
- 2/3 del carro del Regno di Napoli 2 milliaria
veneziani
- 1,6 botti veneziane
- 6 salme da olio molfettesi
- 20 tomola napoletane
- 2 botti per vino napoletane.
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Tornese
Moneta in rame del valore originale di 6
cavalli, usata già nel periodo anteriore al 1790.
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Trappeso
Millesima parte del rotolo, avente valore
di 0,8909972 grammi.
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Vigna
Unità di misura delle aree delle superfici
agrarie e dei fondi, in uso a Molfetta. Era equivalente
ad un quadrato che aveva per lato 40 passi (ognuno con lunghezza)
di palmi 6 e 2/3. La sua superficie era, quindi, di 1600
passi quadrati ossia di palmi quadrati 71111,11 pari a:
- 4943,77 metri quadrati, dal 1480 al 1840;
- 4976,84 metri quadrati, dallo gennaio
1841.
Con la legge del 6 aprile 1840 l'unità superficiale
delle misure agrarie divenne il moggio legale di 10000 palmi
quadrati. Così la vigna molfettese fu equiparata a 7,111111
moggia, ed essendo un (nuovo) moggio legale pari a 699,8684
metri quadrati segue che la vigna valeva 4976,84 metri quadrati.
La vigna si divideva in 40 ordini di palmi quadrati 1777,777
equivalenti a:
- 123,594 metri quadrati, dal 1480 al 1840;
- 124,421 metri quadrati, dallo gennaio
1841; ed ogni ordine si divideva in 40 viti di palmi quadrati
44 e 4/9 (o 44,444), ossia: -3,08986 metri quadrati, dal
1480 al 1840;
- 3,11052 metri quadrati, dallo gennaio
1841.
Pertanto, il lato della vite (ottenuto dalla
radice quadrata degli ultimi due valori) era pari a:
- 1,75779 metri, dal 1480 al 1840;
- 1,76366 metri, dallo gennaio 1841, ossia
l'equivalente di palmi
6 e 2/3 (cfr. passo d'arsenale di Marina).
In definitiva, oggigiorno:
- 1 vigna = 40 ordini = 49,76 ara;
- 1 ordine = 40 viti = 1,24 ara;
- 1 vite = 40ma parte dell' ordine = 0,031
ara.
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Tratto da:
MOLFETTA una città riflessa nel suo porto di Corrado
PISANI
Ediz. Mezzina Molfetta
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