Per meglio comprendere che cos’è un sequestro emozionale vi racconterò, in breve, un aneddoto.

“Ambrose è un uomo molto affettuoso nei confronti della moglie e della piccola Cher di cinque anni, la loro figlia. Verso la sua famiglia Ambrose ha molte attenzioni, difficilmente nega loro qualcosa ed è particolarmente paziente di fronte alle marachelle e alle disobbedienze della figlioletta della quale, tra l’altro, condivide con la moglie i momenti di accadimento, di gioco e quelli educativi.

Ma Ambrose è anche un uomo impegnato nel suo lavoro e vive anch’egli i suoi periodi particolarmente pesanti, durante i quali torna a casa più stanco del solito.

Una delle tante sere, al suo rientro a casa, Ambrose si trova di fronte una casa invasa dai giochi di Cher, tutti sparsi per le stanze, un disordine indicibile, impossibile muoversi senza urtare qualche giocattolo. Inizialmente, con pazienza, l’uomo riprende la moglie per le condizioni della casa pregandola, una prossima volta, di insistere un po’ di più con Cher, naturalmente anche aiutandola, per insegnarle ad ordinare le sue cose dopo averle usate. Subito dopo Ambrose decide di richiamare anche la figlioletta e, pacatamente ma con chiarezza, cerca di farle comprendere per l’ennesima volta (Cher è una bimba molto disordinata) la “regola dell’ordine” e poi insieme a lei mette al loro posto ogni giocattolo.

Ma a questo primo episodio hanno iniziato a seguirne degli altri finché una sera l’uomo reagì esplosivamente.

Entrato in casa e trovatosi di fronte lo scenario di un “campo di battaglia” con giochi, divertimenti, colori in ogni angolo, Ambrose come una furia raccolse a brancate i giocattoli di Cher e li fece letteralmente volare giù dal terzo piano; dopodiché non risparmiò qualche ceffone alla figlia, scoppiata già in lacrime.

Tutto avvenne in poche attimi; difficile rendersi conto al momento ed anche alla fine di tutto, di cosa fosse veramente accaduto ad Ambrose. Perché una reazione di rabbia di quelle dimensioni? Nessuna parola aveva accompagnato le azioni di questo padre; solo movimenti furiosi, incontrollati…..esagerati.

E’ chiaro che, in questa circostanza, è mancato da parte dell’uomo un controllo della sua rabbia: un mancato controllo dovuto a che cosa? Ripetute esposizioni ad un’esperienza disturbante, che fa affiorare emozioni come rabbia, nervosismo, disapprovazione, fanno si che, di volta in volta, si accumulano un po’ di queste emozioni finché si arriva al limite estremo e si esplode. A questo punto ogni forma di controllo cognitivo viene meno; la persona è completamente travolta dalle emozioni che ne sono divenute le padrone e sono solo loro a guidare il suo agire. La lucidità è offuscata al punto che nemmeno una volta conclusosi l’episodio il soggetto è in grado di spiegare che cosa gli sia accaduto, il perché della sua reazione spropositata e i più rispondono che la loro mente era come impossessata da altre forze, in uno stato di esplosione.

Come suggerisce Daniel Goleman per questi accadimenti emotivi molto forti è possibile appunto utilizzare la definizione di Sequestro Emozionale: quando un’emozione arriva ad un livello di intensità molto forte da perderne il controllo è “lei che comanda”; in balia della sua ondata agiamo senza renderci conto di ciò che facciamo; la nostra ragionevolezza è rapita…..la nostra mente viene sequestrata dalla mente emozionale.

Lo stesso accade in caso di ansie croniche, attacchi di panico, ossessioni, forme depressive con estremizzazioni che arrivano al suicidio, in quanto l’emozione è così intensa e duratura che sovrasta la parte cognitiva e razionale: l’unica “voce interiore” che si sente è quella della mente emozionale.

Ma se queste regole sono riferite a casi patologici sappiate che nessuno è immune dal sequestro emozionale. Sono sicura che ognuno di voi, ed io mi chiamo in causa, ha vissuto momenti in cui ha perso letteralmente le staffe; ecco allora partire uno schiaffo verso il figlio, un pugno contro il vicino di casa, un servizio di piatti scaraventato a terra se non addirittura contro qualcuno.

Ebbene in ognuno di questi momenti siamo stati vittime di sequestri emozionali. Non è necessario arrivare ad azioni estreme, come aggressioni pesanti, omicidi od altro perché si possa parlare di sequestro emozionale ed io stessa ho volutamente evitato di fare riferimenti ad episodi di cronaca sia per rispetto verso le vittime sia per farvi meglio comprendere quanto questa manifestazione emotiva possa essere esperienza di ciascuno e possiate quindi meglio rifletterci e meglio comprenderla.

E’ bene però sapere che il sequestro emozionale non è sempre legato ad avvenimenti sconvolgenti e “crudi”, bensì può essere accompagnato anche ad emozioni positive ed entusiasmanti. Lo stesso Daniel Goleman, citando un avvenimento piacevole e  molto desiderato dai protagonisti che lo hanno vissuto, sottolinea come gioie fortissime possono “sequestrare” la nostra mente razionale lasciando campo libero alla mente emozionale ed alle sue espressioni: è tempo allora di eccitamenti incontrollabili, risate irrefrenabili, si ha bisogno di un aiuto esterno per calmare il soggetto.

Come è possibile proteggerci dai sequestri emozionali? Come possiamo ridurre la loro incidenza? Ritengo sia fondamentale il self – control, riuscire a sviluppare capacità di autocontrollo delle propria emotività. Probabilmente ci capiterà ancora di perdere le staffe, di arrivare alla fatidica “goccia che fa traboccare il vaso”, ma saremo più capaci ed abili nel riprendere in mano le redini della situazione prima d’esserne travolti; allora gli episodi di questa natura potranno essere meno numerosi e meno intensi.