Decaduta la teoria del sistema libico, che molti aveva impegnato ed affascinato, psicologi, neuroscienziati, fisiologi e quanti interessati al mondo emotivo degli uomini hanno dovuto intraprendere nuovi percorsi ed indirizzarsi verso nuovi orizzonti.
Purtroppo i concetti sul sistema
libico erano stati piuttosto fuorvianti nel senso che erano state chiamate in
causa strutture in realtà non preponderanti, escludendone altre fondamentali.
Nel primo caso lo sguardo può essere rivolto all’ippocampo.
Abbiamo costatato che MacLean, nella sua teoria del sistema limbico, lo considerava
la sede ideale delle emozioni. Ma le ricerche che, col “metodo delle lesioni”
hanno avuto per oggetto lo studio approfondito di questa specifica struttura ne
hanno rivelato una natura differente.
Danni
all’ippocampo non compromettono l’espressione emotiva di un soggetto, questa sfera
dell’uomo non viene intaccata dalle possibili disfunzioni dell’ippocampo quindi
esso non può essere considerato un componente essenziale del sistema cerebrale
sottostante alle emozioni.
Al
contrario, si è osservato che un ippocampo che non funziona a dovere crea dei
deficit mnestici. Esso non è “sede” delle emozioni quanto piuttosto struttura
chiave della memoria esplicita e della capacità del soggetto di conservare nella
propria mente, eventi passati sia vicini sia lontani (J. E.LeDoux,1993 ).
D’altro canto MacLean, rispetto a Cannon e
Bard, ed anche a confronto di Papez, ebbe l’intuizione di inserire nel circuito
delle emozioni l’amigdala, struttura fondamentale quando si parla di emozioni.
Se
inizialmente essa fu ancora per diverso tempo tenuta in posizione marginale successivamente,
grazie al “metodo delle lesioni”, si mise in luce come questa “piccola mandorla”
(in latino amigdala significa mandorla) fosse la componente chiave per i vissuti
emotivi umani.
Quindi
la risposta a “dove nascano” e “ dove si trovino le emozioni” è … un circuito
cerebrale formato da strutture come talamo, corteccia primaria sensoriale, formazione
ippocampale ed altre fra le quali spicca in primo piano l’amigdala. Questa struttura
la fa da padrona dal momento che una sua
lesione, parziale o totale, quindi un suo cattivo funzionamento debilita la sfera
emotiva dell’uomo. L’emotività viene ad essere stravolta e se siamo nel caso di
un totale non funzionamento dell’amigdala, allora il “mondo emotivo” non esiste
più ne in sé ne negli altri, dentro di sé non si vivono più le emozioni e negli
altri non si vedono più.
Naturalmente
pur essendo l’amigdala essenziale ed indispensabile nelle emozioni, ciò no toglie
che per svolgere il suo ruolo abbia bisogno di altri organi cerebrali che le mandino
segnali sensoriali in entrata ed altrettanti organi che ricevano i suoi segnali
affinché l’emozione possa prendere corpo in tutti i suoi aspetti e manifestazioni.
Come
funziona, più in dettaglio, questo circuito cerebrale emotivo, insomma quali strade
percorrono le nostre emozioni?
Per
trovare delle risposte a queste domande vi rimando alle pagine sulla memoria emozionale,
dato che gli studi condotti sui circuiti emotivi sono strettamente connessi con
questa particolare forma di memoria dell’uomo e ne sono anche alla base, poiché
anche per quest’ultima la struttura primaria è l’amigdale.