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RICOMINCIARE A VOLARE

 

RICOMINCIARE A VOLARE

Prologo

Madeline era stanca di lottare.Non riusciva neanche ad alzarsi.Così si rannicchiò su se stessa con le poche forze rimastole e pianse.Ormai erano 7 anni che era sposata ad un uomo violento, che la picchiava, la violentava, le faceva male in tutti i sensi, anche con cinture e mozziconi di sigarette accese.Piano,piano si rialzò.Andò a guardarsi allo specchio e vide il labbro tumefatto, un occhio nero, un’ impronta sul viso. Certo se fosse stata nuda avrebbe visto tante altre cose. Girò il viso verso il pavimento e notò alcune ciocche dei suoi capelli rossi.Fece un sorriso amaro.Non riusciva a camminare.La vita e il seno le facevano troppo male.Ricordò il perché dell’ennesima lite.L’asciugamano nel bagno non era allineato all’altro.Così lui l’aveva riempita di botte.Ora non doveva più pensarci.Uscì dalla porta finestra che dava alla spiaggia e fece una breve passeggiata a piedi nudi e poi si sedette a guardare le onde del mare.

Icap DUE ANNI DOPO

Maddy aveva 30 anni. Dopo 10 anni suo marito era morto, con un ictus celebraleEra un anno che era libera.Aveva venduto quell’odiata casa sulla spiaggia e con i soldi ricavati era andata a vivere in un altro stato, l’America, per essere esatti New York.. Quel giorno aveva deciso di andare all’università di medicina per vedere se riusciva a trovarsi un lavoro visto che si era laureata per posta 2 anni prima .Così avrebbe realizzato una sua aspirazione. Salvare persone , magari anche donne che avevano patito le sue stesse sofferenze.Era vestita con semplicità estrema.Non voleva farsi notare da nessuno, soprattutto dagli uomini.Indossava semplici jeans a zampa di elefante e una felpa molto larga grigia con su scritto"aiutate gli animali" e sotto l’immagine di un gattino.Non aveva trucco e portava i capelli legati a coda di cavallo.Ai piedi semplici scarpe da ginnastica.Dopo una bella passeggiata arrivò lì.Entrò.Inizialmente era stordita, non riusciva ad ambientarsi. Andò a sbattere contro un torace molto forte. Se il proprietario di quell’ampio petto non l’avesse sorretta, sarebbe caduta di sicuro.

Andrew, professore di biologia stava passando di là per andare in sala presidenza quando aveva visto quella ragazza.Era rimasto folgorato.Era slanciata, con dei riccioli rossi.Più si avvicinava e più la colpiva.Aveva degli occhi immensi su un visino dolce e pallido, che esprimevano dolore, molto dolore e tristezza.Doveva essere una studentessa.All’improvviso sentì il corpo di quella giovane donna addosso.Così l’afferrò.Lei intimorita si era leggermente spostata e poi aveva chiesto scusa. Non aveva il coraggio di alzare lo sguardo.Stava per andarsene quando lui le fece una domanda."Ti sei fatta male?".A quel punto, seppur con un tremendo sforzo di volontà lei alzò il viso.Dovette addirittura fare due passi indietro per guardarlo in faccia, data la sua altezza non indifferente."No,mi dispiace, non l’avevo vista."Ed arrossì.Aveva imbarazzo e paura insieme.Poi continuò mormorando"sono venuta qui per trovare lavoro come insegnante di psicologia.Sa, dove devo andare?.I palmi delle sue mani erano sudate.Vedeva leggermebnte appannato."Si, venga, l’accompagno io."

Di solito Andy non passava inosservato.Piaceva alle donne.Non era immodestia.Lui era alto, muscoloso, con i capelli biondi e gli occhi blu con delle sfumature viola.Eppure quella ragazza non solo non l’aveva notato, ma aveva soggezione e forse anche paura di lui. Come era possibile? Forse era l’altezza? Be, effettivamente poteva essere.Lei gli arrivava a malapena al torace.Arrivarono inpresidenza.Decisero che avrebbe sostenuto un colloquio tra una settimana esatta.A quel punto lui le chiese:"Come si chiama?".Lei sussurrando rispose"Maddy"Lui si aspettava la stessa domanda ed invece non venne.Così si presentò da solo."Io sono Andrew."E le diede la mano a mo di presentazione.Lei non sapeva cosa fare.Dopo vari tentennamenti gliela strinse.Lui si accorse dei palmi sudati.Si rese conto che davvero lei aveva paura e le fece una grande tenerezza.Si stupì fortemente.Lui non cadeva mai in preda ai sentimentalismi.Ma quella ragazza così dolce e fragile gli inspirava sentimenti molto strani.A quel punto lei lo ringraziò e cercò di andarsene via.Lui non voleva forzarla ma voleva almeno sapere dove avrebbe potuto incontrarla. Poi si diede dello stupido. Quella ragazza doveva avere almeno dieci anni meno di lui. Lui ne aveva ben 32.Sentì a malapena l’arrivederci strozzato della ragazza e la vide sparire.

Maddy era rimasta stupefatta da tutto ciò che le era successo.Quell’uomo la intimoriva. Assomigliava tanto al defunto marito, non come lineamenti ma per l’altezza. Era tutta sudata. Adesso voleva solo andare a casa e rilassarsi. Andy pensava che se c’è l’avesse fatta l’avrebbe incontrata di nuovo di sicuro.

La prima cosa che Maddy fece il giorno dopo fu quello di ripassare un bel po’ della roba che aveva studiato negli anni passati .Il suo sogno stava per incominciare.Il marito non glielo avrebbe mai permesso. Lei era una donna, e per di più disubbidiente. Doveva stare a casa.Questo era il suo compito.Meno male che era tutto finito.

Subito dopo la posta doveva andare al negozio di fiori dove lavorava.Purtroppo l’esperienza negativa che aveva passato con il marito l’aveva allontanata da tutto e da tutti. Gli uomini lei li scansava come la peste. Non né voleva proprio sapere.

C’era chi invece non l’aveva dimenticata. Andy aveva gli allenamenti di palla a canestro con i ragazzi. Era stato convinto da un suo studente. Così aveva accettato. D’altronde a lui piaceva immensamente giocare a basket.Non solo lo insegnava ai ragazzi ma poi giocava anche in palestra con i suoi amici. Pensava che se fosse riuscito a rivederla e magari a conoscerla, sua sorella non l’avrebbe più asfissiato con le sue amiche, che seppur piacevoli, a lui non interessavano.Sorridendo pensò a Mary, pianista, che piccola e bionda , cercava con tutte le scuse possibili a farlo uscire con lei.

Poteva più tardi magari andare al negozio di fiori, che aveva aperto da poco per comprare un fascio di roselline rose e gialle da mandare al compleanno della sorella. Sarebbe stata sicuramente contenta del pensiero.

Dopo circa un’ora e una bella doccia che l’aveva fatto sentire rinato, era uscito. Dopo una decina di minuti con la sua nuova auto, una porsce metalizzata si era fermato ad un piccolo ma grazioso negozio, che si chiamava Angel. Parcheggiò ed entrò. Qui rimase stupefatto.La ragazza dietro al banco aveva i capelli raccolti a coda di cavallo e con un paio di forbici stava togliendo una spina ad una rosa. Aveva due occhi tristissimi e verdi .Era lei. Incredibile.Era vestita con una felpa larga e sopra aveva un grembiule con tanti fiorellini di tutti i colori.Esitando entrò. Non voleva spaventarla. Non c’è ne fu bisogno. Appena lei lo vide arrossì e abbassò il viso. Lui la salutò "Ciao !Come va ?"Lei mormorò con una voce bassissima:"Bene, cosa desidera?". Lui non rispose subito. Rimase a studiarla per un poco. Lei aveva le guance rosse per l’imbarazzo oppure per la paura. Poco prima però l’aveva vista parlare con una signora animatamente, mentre puliva la rosa.Lui era un essere inoffensivo, certo se lo facevano arrabbiare lui si difendeva. Ma di cosa poteva avere paura quella ragazza? Come poteva farle capire che da lui non aveva niente da temere?Forse aveva capito come doveva procedere. Con dolcezza. Così le rispose."Vorrei un fascetto di roselline gialle e rosse per il compleanno di mia sorella.".Lo disse anche lui a voce modulata.Ebbe il suo effetto. Lei era abituata che gli uomini alzavano sempre la voce e che ordinavano sempre, non chiedevano mai. Quel tono così basso e dolce l’avevano sorpresa. Così per un attimo aveva alzato gli occhi e l’aveva guardato. Lui se ne era accorto.Fece finta di niente. Non voleva spaventarla. Questo era un lieve passo avanti verso quella che sarebbe stata una buona amicizia e anche di più.Lui almeno lo sperava.Dopo che lei lo aveva preparato, glielo diede e lui per prendere il fascio le sfiorò le dita. Entrambi provarono una scossa. Lei per la paura tolse repentinamente la mano e la strinse all’altra.Lui vide che tremava tutta.Questa cosa lo colpì.Dopo aver pagato se ne andò, non dimenticando di salutarla. Disse anche questa volta a voce bassa"Ciao Maddy."Dopo quell’episodio lei non riuscì più ad essere tranquilla. Durante il fidanzamento il marito era sempre dolce e affettuoso. Poi dopo il matrimonio era diventato improvvisamente rabbioso e violento.Ricordava la sua luna di miele. Splendida.I Caraibi erano una cornice favolosa per l’inizio della loro vita insieme.

Maddy non sapeva che il sogno si sarebbe trasformato presto in un incubo.Erano nella loro stanza d’albergo.Lei era appoggiata alla finestra e stava guardando lo scenario Era contentissima.Sembrava che tutti i suoi patimenti fossero finiti e che tutto ciò che aveva passato fosse successo ad un’altra persona in un’altra vita.Quando aveva saputo che la destinazione del suo viaggio sarebbe stata quella si era informata, comprando un libro.Sapeva che l’isola si estendeva tra l’America meridionale, l’America istmica e l’arcipelago delle Antille.Sapeva che era attraversato da una corrente calda che entrando nel golfo del Messico arrivava lì, procurando frequentemente cicloni.Come si poteva pensare che una terra così bella fosse anche così selvaggia?Era stata anche covo dei bucanieri delle Antille, francesi, inglesi ,olandesi, che trovarono asilo perché perseguitati dagli spagnoli.Durarono dal XIII al XVIII secolo finchè non furono sterminati in combattimento o fatti schiavi.Quella terra era un po’ come la vita.Burrascosa un attimo e bellissima un attimo dopo.E sorrise.Adesso aveva trovato l’uomo della sua vita.Gli occhi le splendettero di gioia.Lui l’amava.Era una sensazione meravigliosa.Ecco perché una persona amata era sicura per tutta la vita.Sapeva che in qualsiasi momento poteva fidarsi di tale persona.Si girò ed iniziò a sfrattare le valigie.

.Era stata l’unica volta che il marito aveva fatto l’amore con lei in modo dolce e appagante. Però quel tocco di quell’uomo le aveva lasciato un segno. Non aveva mai sentito una scossa di una così alta intensità.Non poteva neanche chiedere consiglio a qualcuno.Non aveva nessuno. I suoi genitori erano morti quando lei aveva 15 anni e poi per tre anni era stata affidata a varie famiglie, fin quando non si era sposata. La sua vita era stata un continuo combattimento.Comunque era inutile pensarci. Adesso era meglio andare a casa e rilassarsi con un bel bagno caldo e la musica dei Pooh.

Ogni cosa, ogni oggetto che toccava le ricordava qualche cosa.Non c’era niente da fare.Pure se aveva cambiato casa il passato sarebbe stato sempre con lei,non l’avrebbe mai abbandonata.Dopo essersi sciaquata, piena di goccioline si era alzata dalla vasca e si era guardata allo specchio.Ora era nuda e poteva vedere il suo corpo pieno di cicatrici che non si sarebbero più tolte. Non era tanto quelle che si vedevano che la impressionavano ma erano quelle che le erano state inflitte dentro,nel suo cuore e alla sua autostima che la preoccupavano di più. Quelle non si sarebbero mai rimarginate. Si sentiva triste. Non sarebbe mai riuscita a ricominciare. Si sentiva un essere sterile ed infelice. Così mentre pensava a ciò senza accorgersene si ritrovò il viso bagnato dalle lacrime.Alzò il braccio per asciugarsele e vide una cicatrice a forma di piccolo ovale.Era stato un mozzicone di sigaretta. Quel giorno la cena al marito non era piaciuta, così aveva schiantato il piatto contro il muro e poi l’aveva picchiata selvaggiamente. Poi con infima crudeltà aveva preso dal posacenere un mozzicone che aveva appena posato lì, ancora acceso e glielo aveva impresso sul polso.Lei urlava, ma lui le manteneva il braccio impedendole di toglierlo. Basta, basta, pensava. Doveva dimenticare. Non poteva più vivere così.Domani avrebbe fatto il colloquio all’università.Ecco a cosa doveva pensare. Sicuramente sarebbe andato tutto bene.Ne era convinta.

Andy era a casa sua. Stava correggendo dei compiti.Era disteso sul divano. La sua casa era come lui. Accogliente e comoda .Piena di fotografie, di se stesso e dei suoi familiari.Girando lo sguardo vedeva lui e la sorella quando avevano preso il diploma, oppure mentre si abbracciavano dopo aver vinto un campionato tra amici di tennis. Lei piccola con un corto gonnellino bianco e lui alto e forte con un pantaloncino corto, anche esso bianco. Altre foto di lui e la sorella da piccoli sul fasciatoio e quando compivano il loro primo anno di vita.Se girava il viso, dall’altro lato vedeva i suoi genitori che si abbracciavano, che si baciavano, che si congratulavano con lui per la laurea. Come era emozionato, quel giorno.Stava lì con i professori e non vedeva niente altro.Voleva solo che finisse presto.A vederlo c’erano i suoi genitori, sua sorella che doveva laurearsi da lì a poco, e i suoi amici.Senza la famiglia la sua vita, non sapeva neanche come sarebbe stata. Non poteva neanche immaginarlo. Doveva essere terrificante.Mentre tornava con lo sguardo ai compiti, pensava a quella Maddy. Sicuramente, o forse lo sperava che l’indomani l’avrebbe incontrata.Dopo qualche minuto si era alzato ed era andato in cucina a prepararsi uno spuntino: un panino con prosciutto e un’insalata già pronta, comprata al super mercato la mattina.Poi infilò una giacca ed uscì a fare quattro passi.

 

Il giorno dopo arrivò velocissimo.

La sveglia di Andy era suonata in ritardo. Dopo mille peripezie e dopo una frugale colazione era andato con la sua auto all’università.Dopo una lunga corsa era entrato nella sua aula ed aveva visto i suoi alunni che lo fissavano. Nello stessso momento in aula professori si stava svolgendo il test per l’assunzione di Maddy. Era vestita con la solita coda ma questa volta indossava una lunga gonna blu ed una camicia a maniche lunghe bianca di seta. Per Maddy quel giorno era stato denso di emozioni. Dopo una notte insonne aveva deciso di alzarsi e prepararsi. Già alle 7:00 era all’università, anche se il test non cominciava che alle 9:00.Era andato tutto bene. All’uscita lei lo vide. Quel giorno Andy aveva un aspetto un po’ diverso, come trasandato. Evidentemente non aveva suonato la sveglia ed aveva fatto tutto di fretta. Lui si fermò. Le fece un sorriso e la salutò "Come è andata?" Lei arrossendo e a testa bassa rispose"bene, sono stata asssunta. Adesso sono insegnante di psicologia qui. Inizio domani."Lui aveva notato come si era vestita. Con quella gonna e quella camicetta sembrava una bambina, altro che insegnante.Così vedendo che arrossiva lui provò per quella ragazza un moto di tenerezza. Incredibile! E’ la seconda volta che mi succede. Come mai? Io odio i legami sentimentali, non è ho il tempo ne la voglia. Anche se contro voglia il sorriso fu ricambiato. La gentilezza di Andy stava iniziando a far breccia tra le difese di Maddy.

Erano passati 7 mesi dall’inizio dei corsi.Lei si sentiva bene. Andava a casa sempre più contenta. Metteva i quaderni ed i libri sul tavolo e si sedeva in poltrona e poi dopo uno spuntino,un toast, andava a fare un po’ di footing e poi dopo una doccia ricominciava a lavorare, correggere i compiti non era tanto piacevole.Il rapporto tra lei e Andrew continuava. Adesso dopo tanto tempo erano diventati amici.Lei non voleva fidarsi. L’attenzione e la gentilezza di quell’uomo avevano fatto si che si fidasse finalmente. Così anche se non a cuore aperto, erano amici.

continua....