[Da me a te]

Inno
Da me a te
Pastorale Etnica
Alè-Oò (1981-1988)
Strumentale
Metallica
Un azzurro lungo un sogno
Sinfonica
Prima del calcio di rigore
Canto
Marcia

DA ME A TE

C'erano altri come noi
le storie della storia
di polvere e di gloria
uomini come noi
Ci furono degli altri poi
storie senza una storia
vite senza memoria
uomini e non eroi
Prendimi le mani 
parla piu' che sai
giura che domani tu ci sarai
dammi le tue mani 
e ti portero'
piu' lontano che potro'
Ci sono altri come noi
all'alba di ogni storia
tra pace e sparatoria
uomini come noi 
Stringimi le braccia 
dimmi chi eri tu
la tua faccia non mi lasci mai piu'
aprimi le braccia 
e ci lascero'
tutto quello che io ho
Un azzurro lungo un sogno
che ci ha fatto vivere
come un urlo in mezzo al cielo
vola e va da me a te
E altri ancora come noi
saranno nuova storia
di resa e di vittoria
uomini e forse eroi
Toccami sul cuore 
spiegami com'e'
che si nasce vive e muore perche'
tienimi nel cuore 
e sapro' cosi'
che vivro' per sempre li
Un azzurro lungo un sogno
che ci ha fatto vivere
come un urlo in mezzo al cielo
vola e va da me a te
Quell'azzurro lungo un sogno
vola e va da me a te

ALE'-OO' (1981-1988)

Un azzurro lungo un sogno
comincio' per me
nel dicembre dell' '81
volo' da me a te
Fu davvero uno strano segno
forse fu un caso o forse no
che piano piano parti' qualcuno
con un ale'-oo'
ALE'-OO' ALE'-OO' ALE'-OO' ALE'-OO'
Un azzurro lungo un sogno
continuo' cosi'
nei concerti e nelle partite
per ritrovarci li'
Fu come un patto
fu come un pegno
per dire ancora ci saro'
quando uniremo le nostre vite
in un ale'-oo'
ALE'-OO' ALE'-OOO' ALE'-OO' ALE'-OO'
E quell'azzurro lungo un sogno
e' tornato qua
in questa estate del 98
fino all'eternita'
E in una sera di un 6 di giugno
canta piu' forte che si puo'
sapendo che non si e' mai interrotto
il nostro ale'-oo'
ALE'-OO' ALE'-OO' ALE'-OO' ALE'-OO'

UN AZZURRO LUNGO UN SOGNO

Tutto l'azzurro sia con te
piu' che un cielo puo' dare
piu' libero del mare
quando d'azzurro e'
Tutto l'azzurro sia per te
piu' ferro di una spada
piu' asfalto di una strada
per quanto azzurro c'e'
Oltre l'orizzonte 
che hai di fronte tu
dentro acqua di fonte giovane e blu
quando ad occidente
un cuore ardente giu'
cade e non si sente piu'
Un azzurro lungo un sogno
che mi ha fatto vivere
quanto tempo avrai bisogno
volera' da me a te
Tutto l'azzurro sia su di te
piu' luce di un gioiello
piu' pace di un ruscello
dove piu' azzurro e'
In un giorno santo
in un canto che
come un vecchio incanto parli di me
quando non c'e' vento
e piu' lento e'
tutto il resto e sento te
Un azzurro lungo un sogno
che mi ha fatto vivere
quando un tempo avrai bisogno
volera' da me a te
Quell'azzurro lungo un sogno
volera' da me a te

PRIMA DEL CALCIO DI RIGORE 

La prima era solo un sogno
suono lontano suono di naso e metallo
fragore di treno sugli scali
telegrafo che scarica sillabe incomprensibili
il frusciare di una manopola che insegue una frequenza
Cinema muto al contrario dove c'e' solo la voce
voce di un al di la' senza forma che quella voce lascerai cantare
senza che tu sappia cosa siano queste emozioni
ne' che faccia abbiano nomi che le strappano dal cuore come spine dai piedi
e bruciano la pelle in una chimica sconosciuta 
che attraversa la schiena e fa stringere i pugni
Lui ti guarda ma non spiega
porta l'indice alle labbra e ti chiede di aspettare
e finalmente salta
ti passa una mano tra i capelli e ridete insieme
lui contento per qualcosa che non sai
tu a deglutire l'amaro che ti lascia capire 
che nello stesso sogno e' dura stare insieme
La seconda era erba e gesso
nebbia di gambe e vapori di fiato
tra braghe lunghe e scarpe pesanti 
a inseguire lingue di cuoio cucite a sfera
dietro un vetro cosi' convesso
che era come guardare il mondo da uno spioncino
un mondo dal quale separava un oceano
ma che quel cubo rendeva cosi' vicino
che bastava allungare un dito per poterlo toccare
Erba e gesso
in un paese che si e' appena svegliato
ma non ha ancora realizzato
se quello che ha passato e' davvero passato
nero come il lutto di Roma citta' aperta
bianco come il punto interrogativo
che una mano incerta traccia sul foglio senza righe
di un futuro che si sa solo cosa non dovra' mai piu' essere
Nello schermo nani e giganti
giganti e nani a corrersi incontro
abbracciarsi e liberare le mani
sotto milioni di facce che ondeggiano come spighe di grano
accarezzate dal soffio di un'unica emozione
anime mai viste che siedono accanto e si tengono per mano
La prima vertigine confonde toglie il fiato
ha il nome di un satellite che con il suo ago cuce distanze siderali
e ci fa stare una notte intera sull'orlo di un precipizio
silenzio di un urlo a trattenere il fiato e sperare
che dopo essere caduti tre volte nella polvere
si torni ancora una volta sull'altare
poi trovarsi a cantare con la voce di un miliardo di persone
E finalmente una estate 
l'erba diventa verde e il gesso bianco e le maglie a colori
sembra di essere tornati a lascia o raddoppia
la gente fa ressa ai tavolini dei bar
a seguire la prima volta dei cinque cerchi senza gli americani
con la memoria ancora illuminata dalla scia della cometa di Bayes
ma i pensieri gia' in fuga solitaria
per capire se la Spagna sarebbe stata Messico o Corea
La terza e' la piu' forte
porta il nome di Pablito e avra' per sempre la faccia di Marco Alberdel
una corsa pazza e un grido che hanno fatto il giro del mondo nei telegiornali
sulle copertine di tabloid e quotidiani
e ancora vibrano dentro nei mille come eravamo
ai quali ancora oggi ci teniamo aggrappati
E ancora una volta giornali a mezzanotte
e partite nelle fontane e tutte le auto che diventano decappottabili
migliaia amici sconosciuti dietro un pallone sparato in cielo
per tornare a casa e buttare la testa sotto l'acqua ghiacciata della vita
un po' perche' il risveglio non uccida
ma soprattutto perche' la prossima possa essere ancora una prima volta
e ci siano facce e nomi da strappare dal cuore come spine dai piedi
L'ultima e' Roberto che spara troppo alto alla lotteria dei rigori
sembra ieri ma ne e' passato del tempo e il conto ormai segna cento
a pensarlo cosi' in ginocchio sul dischetto
sotto lo sguardo da marmo greco dei compagni sequestrati a centro campo
capisci che la vita scorre in gran parte prima del calcio di rigore
e che la distanza che ti separa dalle cose e' quella
c'e' sempre uno che fischia
e un altro ti fissa con occhi di lava
la cosa piu' difficile e' capire che il senso non sta nel buttarla dentro o fuori
ma nel prendere la rincorsa
e tirare
Fammi tornare sull'asfalto amaro
sotto un sole che non da ombre
cartelle e cappotti a far da palo 
e polvere e vento e sale
fino a quando fa scuro e non ci si vede piu'
e l'aria brucia in gola e fa tossire
ho ancora voglia di sentire una voce che chiama
e di capire che e' ora di rientrare