[Il Mio Tour Blu "Il Viaggio"]
06 Giugno [2000}
Eravamo in tanti, proprio
tanti. Alla prima Romana de "Il Viaggio". Era una serata particolare,
un concerto meraviglioso. E per me era il [primo].
E anche l'attesa era tanta. Molta. Troppa. Tutti aspettavano di poter entrare. I
cancelli avrebbero dovuto aprire alle 18:30, e noi lì alle 18:00. Io, i miei ed
il mio fratellino. Tutti lì con noi. E tutti che aspettavano l'apertura dei
cancelli, che invece hanno aperto alle 19:50. Chi c'era ricorderà bene. E ci
siamo inventati di tutto pur di "ammazzare il tempo dell'attesa". Chiacchierate,
partite ai videogames, e tutto quello che si può fare in piedi per quasi un'ora
e mezza. E poi ha anche piovuto. Poco. Ma pioveva. E poi finalmente l'entrata.
Senza macchinetta fotografica. Fuori era tappezzato di bancarelle con sciarpe
"Claudio Baglioni", "Il viaggio Tour 2000", "I love
Baglioni", "Viaggiatore sulla coda del tempo", e magliette
"Baglioni 00", "Claudio Baglioni". Poi, finalmente,
l'apertura. E l'emozione saliva sempre di più in noi e come sangue spagnolo,
lamento flamenco ci inondava la testa di gioia e felicità. Il Viaggio stava per
cominciare. E senza avere una meta ben precisa. Tutti entrano nel cancello. Uno
strappo alla malinconia dei nostri biglietti, e giù precipiti e su per scale di
interminabili lunghi e bianchi corridoi. Ed infine, l'arrivo ai nostri posti.
Quanto era grande. Non sono mai riuscito a capire se fosse più grande
l'emozione o lo stadio dove si teneva il concerto. Ma sicuramente l'emozione. La
gente che ad ondate arrivava chiacchierava per scambiarsi parole, figurine e
segreti. E poi i cartelloni, gli striscioni. C'era una bella scritta, "Da
qui si vede il mare", in un blu grassetto, di cui ancora adesso ignoro il
significato. E poi ce n'era un altro, "Noi dal mare di Gaeta", che
avevo già visto all'Olimpico (in TV, naturalmente) il 6 Giugno 1998 (Da Me a
Te), e anche sulla copertina di A-live. Ero felicissimo. E poi striscioni di
pubblicità (indovinate di cosa? Riguarda la telefonia...). Dopo molta attesa,
durante la quale uno stereo cantava i brani di "Attori e Spettatori",
tutto assume un'aria diversa. L'atmosfera cambia improvvisamente, le luci si
spengono, la visibilità cala mentre l'adrenalina sale. Poi si illumina il
palco. Il palco, circondato da bianchi sipari, era una croce rialzata in
metallo. Dove i due bracci della croce si intersecavano, c'era un
"podio" rialzato, dove stava Claudio. Ai quattro lati, la Security
(c'era anche Fabione!). Intorno al "+" del palco, risiedeva la band
(anche se non c'era il grande Walter Savelli". La gente si affolla intorno
al corridoio dove Claudio sarebbe passato per arrivare al palco. Ma niente, un
falso allarme. Dopo altri falsi allarmi, entra la Compagnia dei Colori. Guidati
da un uomo in nero, cominciano a farci "riscaldare" bene bene. Ed
allora tutti insieme con degli "alè-oò", cantando ritornelli di
canzoni del Nostro. Escono. L'atmosfera si scalda ancora di più, parte la
musica, le luci cominciano a danzare ed i loro raggi colorati a schiarirci i
visi dalle tenebre. Sul sipario, ancora abbassato, mentre la band all'interno
suona, dei laser proiettano delle scritte:
"6 Giugno 2000"
"Claudio Baglioni"
"Il Viaggio"
"Tour 2000"
...il sipario si alza e, di corsa, senza che nessuno se ne accorgesse, entra
Claudio Baglioni, che arrivato sul palco, comincia subito intonando "Cuore
di Aliante", vestito con un impermeabile nero. L'indice di gradimento, di
gioia, di calore, di adrenalina, di forza, di suono è al massimo. La mia (la
nostra) era una gioia infinita. Dopo una stupenda interpretazione di questa
canzone, comincia lo "streap". Si toglie l'impermeabile, e rimane in
pantaloni e maglietta a maniche corte, tutto rigorosamente nero (come sulla
copertina di "Viaggiatore sulla coda del tempo"). Subito parte una
scatenatissima "Hangar". Lui canta, e Noi con Lui. Comincia un rullo
infinito e senza soste di bellissime canzoni, arrangiate stupendamente. E poi,
tra una canzone e l'altra (qualche volta, soprattutto prima delle canzoni
dell'ultimo album), le nuove tecnologie offrono meraviglie ai nostri occhi. Un
"alter-ego" di Cucaio, disegnato da laser, comincia a parlare, e ci
racconta molte cose, ci introduce le canzoni...E allora si riparte con "Un
nuovo giorno o un giorno nuovo", "Tamburi lontani" (bellissime le
fiamme create con stoffa, getti d'aria e luci colorate), "Mal
d'universo", "Notte di note, note di notte". Bellissima "Chi
c'è in ascolto", con un Claudio che si improvvisa suonatore di una
tastiera "fosforescente". E alla fine di questa, sempre i soliti laser
sul solito tendone "Non smettere di trasmettere... Non smettere di
trasmettere...N O N S M E T T E R E D I T R A S M E T T E R E".
E poi fa comparsa la famosissima "sedia". Tutto è molto bello, tra
canzoni, urla di gioia, applausi, balli, salti, saluti. E poi ottima anche la
Compagnia dei Colori (stavolta composta di sole femmine). E via ancora con la
stupenda "Gagarin", "E adesso la pubblicità", "Stai
su", "Si io sarò", e l'assolo di Claudio con la chitarra di
"E tu come stai?". E poi la bellissima "A Domani". Di questa
ha prolungato il finale (ripetendo molte volte "a domani... a domani"
e gesticolando con le mani), facendoci credere che il concerto fosse finito. E
invece eravamo appena alla metà. Moltissime canzoni stupende, "Io sono
qui", "Fammi andar via" (stavolta senza farsi legare con i famosi
bianchi lenzuoli), e poi "Le vie dei colori", "Bolero", e
grande successo con una delle poche canzoni "vecchie", con
"Questo piccolo grande amore". Ed ancora "Uomini persi", e
moltissime altre. Durante "A Cla'", apre una valigia, da cui esce un
palloncino legato; ma stavolta (a differenza di come racconta nell'ultimo
album), gli taglia la corda. E questo vola in alto, fino a raggiungere il
soffitto della notte del PalaEur di Roma, di quel fantastico 6 Giugno 2000.
Quanta era stata in me, durante il pomeriggio, e non solo in me, l'attesa e la
gioia. E si arriva piano piano, forse un po' tristi ma contenti per quello che
stavamo vivendo e vedendo. Claudio intona "Titoli di coda": «Quando
io tornerò...sarà domani», «Tornerò domani», diceva
sorridendo, e la canzone ha subito termine. E poi altre canzoni. La gola ci
cominciava a bruciare le orecchie soffrivano per la gioia di sentire quei suoni
("...Un segno, un sogno, un suono..."). E poi il Nostro Claudione ci
saluta, e, proprio con la stessa velocità con cui era entrato, se ne va. Ma il
Viaggio sarebbe continuato in eterno. E così è. Un viaggio sulla coda nel
tempo e sulla scia di un Viaggiatore. Tutto finisce e si esce pian piano,
allegri anche se tutto era finito in quella sera ("Beato chi verrà anche
domani", pensavo). E così, giù per le scale incontravamo gli stand del
CLAB ancora aperti, dove c'era chi chiacchierava. E poi fuori ancora tanta
emozione. Alcuni incontri con persone che conosciamo, e poi in macchina
("un sacco" di tempo solo per uscire dal parcheggio"). E poi a
nanna. Arrivato a casa, la sciarpetta che avevo comprato (e quella di mio
fratello tutt'e due blu, con scritto "Claudio Baglioni" da una lato, e
"Il Viaggio Tour 2000" dall'altro, con foto sue, della sedia e simboli
vari - £ 5.000 ognuna :-(, comprate da papà) le ho appese su dei quadri in
camera mia, sopra il mio letto e su quello di mio fratello. E così, verso le 2
della mattina, tutti a nanna, con in noi il ricordo della stupenda giornata.
Scusate se ho tralasciato parecchi dettagli nel racconto, vi chiedo perdono. E'
stato propri un bel "Sogno di una notte di note", anche se per fortuna
non era una solo un Sogno! Fabio
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