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Roma 17/10/2008 – Ambasciata britannica Villa Wolkonsky residenza dell’Ambasciatore
presentazione libri Prigionieri alleati: cattura, prigionieri e fuga nelle Marche di Giuseppe Millozzi e
Memorie di J.H. Derek Millar, scritte per la sua famiglia
Traduzione ISTITUTO TECNICO COMMERCIALE - Montegiorgio – V° classe a.s. 2007/2008

lettera ambasciatore

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The British Embassy in Italy
La Fondazione Monte San Martino presenta “Le memorie di J.H. Derek Millar” e “Prigionieri Alleati" (17/10/2008)

Si è tenuta venerdì 17 ottobre alle ore 11.30 a Villa Wolkonsky, residenza dell'Ambasciatore britannico in Italia, la presentazione di due libri a cura alla Fondazione Monte San Martino, legati alle vicende dei prigionieri alleati in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale. La Fondazione Monte San Martino - Monte San Martino Trust - nasce nel 1989 per mano di J. Keith Killby, ex prigioniero di guerra detenuto in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale, che ha dato vita al Trust assieme ad altri reduci del conflitto. La Fondazione assegna delle borse di studio per l'apprendimento della lingua inglese a giovani italiani, in segno di riconoscenza nei confronti del popolo italiano che ha assistito migliaia di prigionieri di guerra in fuga dalle truppe nazi-fasciste dopo l'armistizio del settembre 1943. I due libri presentati sono "Prigionieri Alleati: cattura, detenzione e fuga nelle Marche 1941-44" di Giuseppe Millozzi (2006) e "Le memorie di J.H. Derek Millar" (2008). Il capitano Millar era un medico dell'esercito britannico, catturato in Nord Africa e internato nel campo di Servigliano, a pochi chilometri da Monte San Martino. Millar si prodigò per evitare che i 2000 prigionieri alleati del campo fossero deportati dai soldati tedeschi dopo la firma dell'armistizio, e li condusse a cercare riparo presso le case dei contadini della zona. "Io - scrive Millar nelle sue memorie - parlavo con le persone spostandomi da un paese all'altro, facendo molta attenzione. I contadini erano persone meravigliose, più una casa era povera, più era sicura. Essi rischiavano davvero molto!". Nel 2006 le memorie scritte dal capitano per i suoi ai familiari furono affidate dalla vedova Millar ad Antonio Millozzi, rappresentante italiano della Fondazione Monte San Martino. Oggi "Le memorie di J.H. Derek Millar" sono state pubblicate dalla Fondazione corredate da una traduzione in italiano realizzata dagli alunni del V anno dell'ITC Enrico Medi di Montegiorgio (Ascoli Piceno). Tra gli altri, hanno partecipato all'evento di Villa Wolkonsky: Letitia Blake, Antonio Millozzi e altri rappresentanti della Fondazione Monte San Martino; Lois Sproat, figlia del capitano Millar, ed i suoi due figli; il prof. Filippo Ieranò, presidente dell'Associazione "Casa della Memoria" di Servigliano, che ha curato la stampa delle memorie del capitano Millar, e gli studenti che ne hanno realizzato la traduzione; l'autore di "Prigionieri Alleati" Giuseppe Millozzi e l'editore del libro prof. Ranieri; la signora Raffaella Del Greco, il cui padre salvò 56 prigionieri di guerra alleati. Nel suo intervento di apertura, l'ambasciatore britannico Edward Chaplin ha sottolineato l'importante ruolo svolto dalla Fondazione Monte San Martino "nel promuovere i rapporti di amicizia tra l'Italia e il Regno Unito e nel trasmettere alle nuove generazioni la consapevolezza della loro storia e dell'enorme coraggio e sacrificio dei loro genitori e nonni nella lotta per la libertà e la democrazia di cui godiamo tutti oggi". In rappresentanza della Fondazione, Letitia Blake ha espresso il proprio orgoglio per aver aggiunto le avvincenti memorie del Capitano Millar al ricco archivio di libri e manoscritti di ex "militari in fuga" raccolto dalla Fondazione. Per saperne di più: Il Monte San Martino Trust deve il suo nome sia al paese omonimo sito in provincia di Macerata, dove trovarono rifugio numerosi alleati riusciti ad evadere dai campi di prigionia della zona, sia al celebre Santo che secondo la leggenda tagliò a metà il suo mantello per dividerlo con un mendicante. Attraverso la Fondazione, Keith Killby ha ricevuto l'onorificenza britannica di Officer of the Order of the British Empire (OBE) nel 2001 ed è stato nominato Cavaliere al Merito della Repubblica italiana nel 2003. UK in Italy
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Dall’Ambasciatore Edward Chaplin CMG OBE

3 dicembre 2008
Signora Raffaella Del Greco (Via email)

Gentilissima Signora Del Greco,
La ringrazio della Sua bella lettera del 17 ottobre, che mi ha scritto dopo il ricevimento che si è tenuto a Villa Wolkonsky per la Fondazione Monte San Martino lo stesso giorno. Mi ha fatto piacere avere l'opportunità di conoscerLa in quell'occasione, insieme agli altri graditissimi ospiti della Fondazione Monte San Martino e dell'Istituto scolastico di Montegiorgio. Ho letto con molto interesse e emozione il libro "Quei lunghi trenta giorni" che Lei è stata così gentile da donarmi quel giorno ed è con grande piacere che Le invio qui di seguito un mio messaggio di partecipazione per la presentazione del Suo nuovo libro "Caro Papà" presso la Badia di Sulmona, dove sarà anche scoperta una lapide dedicata alla memoria di Suo padre. "Mi ha molto commosso "Quei lunghi trenta giorni", il primo libro che Raffaella Del Greco ha scritto sulla tragica vicenda di Suo padre durante la seconda guerra mondiale e che mi ha regalato di recente, in occasione di un ricevimento presso la mia residenza a Roma. La lettura del suo libro è servita a ricordarmi ancora una volta dei tantissimi civili italiani che di fronte alla tirannia non hanno esitato a rischiare la vita propria e dei propri familiari per aiutare i soldati alleati fuggiti dai campi di prigionia italiani dopo l'armistizio del settembre 1943 e che in molti casi, come in quello di Michele Del Greco, hanno pagato il loro coraggio e la loro generosità con la vita. Fu un atto spietato e crudele che strappò Michele Del Greco dalla sua famiglia, ma i libri di sua figlia servono a non dimenticare la grande generosità e bontà dell'uomo che voleva solo prestare aiuto a chi ne aveva necessità in un momento di grande bisogno, e conferiscono autorità alla volontà di prevenire che si ripetano atti simili nel futuro." L'occasione mi è gradita per porgerLe i miei migliori auguri per il successo del Suo secondo libro, uniti a tanti cordiali saluti.
Edward Chaplin
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