Francesco Guerrieri
viaggio all'interno della pittura
L'esistenza creativa di Francesco Guerrieri somiglia tanto ad un viaggio essenziale all'interno della pittura: una successione di stadi mutazionali ed evolutivi nessuno dei quali comincia e finisce con se stesso, ma ognuno si prolunga e diviene nell'altro in una continuità coerente e chiara che ne scandisce il cammino di ricerca. Un cammino proteso nella consapevolezza che si e sempre prossimi ad una linea mediana, ad una soglia che separa il "non piu" dal "non ancora" e che ogni soglia e una stazione indispensabile, necessaria nel costante gioco di ridisposizione di quell'energia profonda che ne anima il fare espressivo.
|
Atelier - Interno d'artista 2002 acrilico su tela e legno, cm60,8 x 69,8 |
|
Il viaggio di Guerrieri ha origine nel rigoglio pittorico della figurazione per poi soffermarsi e sostare, in una lunga fase analitica, sul fascino percettivo della rappresentazione di cui indaga la dinamica compositiva nella costruzione di "Strutture e ritmi visivi". Sospinto da una forte propensione alla speculazione e alla riflessione critica, il suo linguaggio si evolve in un raffinato equilibrio di elementi costituitivi, costantemente tra "visione" e "pensiero": termini antinomici ma in stretto rapporto di consonanza nella razionalizzazione di un discorso pittorico articolato e unitario.
|
Successivamente l'attenzione di Guerrieri si sposta sul quadro, inteso come fisicità la cui superficie è attraversata da un "moto invisibile" che ne determina la vita temporale; considerate come "luogo mutevole" che partecipa della matericità e della spiritualità attraverso cui si definisce la sostanzialità vera dell'opera. Dopo averne vissuto intensamente la dimensione generativa di forme, Guerrieri coglie però i limiti concettuali del "quadro-finestra", della "pittura-illusione" che in esso prende corpo. La sua spazialità chiusa entro confini predefiniti, non riesce più a contenere i fervidi flussi di pensiero che ne fermentano l'operatività. I segni pittorici abbandonano la centralità della tela, "in fuga verso l'esterno" invadono la cornice, la travalicano irrompendo nella distesa più ampia dello spazio-ambiente; in esso si espandono, ne conquistano le inesauribili possibilità formali, diventano "metafore installative" (installazioni della serie "Immarginazione"), traduzioni concrete del concetto stesso di infinito. |
|
|
II lavoro di Guerrieri ricorda, ancor più in questa fase, un gioco di rispecchiamenti in cui l'artista, straordinariamente, si sdoppia, fuoriesce da sé e, dall'alto della sua duplicità, riesce a dominare la sua avventura creativa e, nello stesso tempo, a riflettere sulle modificazioni e reificazioni che le sono proprie.Arricchitosi delle estensioni formali del "mondo", placato il bisogno di esperirne lo spazio smisurato, inizia per Guerrieri un percorso a ritroso, un ripiegamento dall'esterno verso l'interno del quadro - che è soprattutto il suo interno d'artista - in una graduale riappropriazione della spazialità pittorica entro i margini del telaio che diventa cornice.
|
Nelle opere della serie "interno d'artista" Guerrieri celebra una rinascita delle sue stesse fondamenta espressive: rievoca i propri quadri del passato facendoli convivere, nella prospettica profondità del dipinto, con quelli dei grandi maestri, in una iperrealistica ripetizione che è memoria e specchio della pittura nel suo incessante farsi, nella sua processualità formativa. Nel rapportarsi dialettico di visualità e concetto si delinea ancora una nuova modalità d'essere del quadro che riconquista alla pittura la propria funzione rappresentativa, la propria realtà di immagine illusoria ed enigmatica. E' un nuovo e coinvolgente approdo nel viaggio esplorativo di Guerrieri all'interno della pittura; una tappa ulteriore che ne ripropone l'inquietudine conoscitiva, la tensione analitica che sospinge e motiva il suo percorrere vie già percorse, in cui la pittura vive e palpita della sua stessa sostanza vitale. |
|
|
E' "Metapittura", ancora pensiero che ripete e rigenera se stesso nella circolare declinazione delle sue essenze; e, di opera in opera, tessitura preziosa del proprio sentire creativo: pittura che rigenera pittura. In ogni quadro si apre un altro quadro: una scena, solo apparentemente immobile, che dispiega la miriade di soluzioni figurali in cui il vero della pittura assume forma e consistenza d'immagine. Dall'altra parte del quadro, lo sguardo, ammaliato e complice, di chi osserva s'inerpica tra frammenti di vie e strade maestre, risalendo lo snodarsi tautologico di segni e significati; la tela gli si frappone con i suoi diversi piani interpretativi: altrettanti taciti rimandi a configurazioni mentali e immaginative che raccontano delle fertili percorrenze di Guerrieri sui sentieri e net territori dell'arte direttamente nel corpo infinito della pittura. Teodolinda Coltellaro
|
|
Inizio
Pagina Home Page |