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Tecnologie educative.   Tecnologie dell'insegnamento

Tecnologie dell'istruzione.

l'applicazione di leggi scientifiche per la realizzazione pratica di processi educativi 

L'ipotesi di base è che i processi dell' istruzione si possano non solo sottoporre ad analisi scientifica, ma anche progettare, condurre, valutare, alla luce di questa analisi, in modo analogo a quello che si verifica per i processi di produzione oppure per quelli organizzativi. 

Vi sono punti di vista diversi nel considerare le Tecnologie educative. 

Fra le altre, si evidenziano due tendenze parzialmente opposte fra loro: la prima che privilegia gli aspetti metodologici generali, 

la seconda che identifica le Tecnologie educative con l'uso di macchine e strumenti vari da utilizzare nell'insegnamento. 

La strada migliore sembra essere attualmente quella che non dimentica nessuna delle due componenti. le risorse e i mezzi. Se si applica integralmente l'analogia fra insegnamento e processo di produzione, si arriva a identificare il problema delleTecnologie educative come un particolare problema di automazione. 

Questa tendenza è di fatto presente e porta con sé alcune conseguenze nell'impostazione del processo educativo, prima tra le quali la separazione fra progettazione di ciò che si

                 

vuole insegnare e attuazione concreta dell'insegnamento, realizzate da soggetti distinti e diversamente specializzati. 

Se nell'ambito di addestramento a mansioni specifiche non sembrano esservi grandi obiezioni a questa visione delle Tecnologie educative, 

essa trova invece molte opposizioni di natura pedagogica in contesti più ampi, come quello dell'istruzione pubblica di base; in particolare, 

non viene accettata da molti la completa separazione tra produzione e attuazione dell'ìnsegnamento, 

sia per le limitazioni che ne vengono alla funzione dell'insegnante, 

sia, soprattutto, per l'impossibilità di tenere conto, in quella visione, delle esigenze di autonomia e di sviluppo creativo dell'allievo. 

Costoro ammettono invece che l'impiego razionale dei mezzi avvenga nell'ambito di un'organizzazione didattica nella quale l'insegnante conserva tutte le funzioni fondamentali e si limita ad affidare a mezzi predisposti momenti limitati o aspetti particolari dell'insegnarnento. 

Una seconda diversità di tendenze, parzialmente dipendente dalla precedente, nasce in rapporto alle metodologie adottate, sia nell'analisi e nello studio dei processi educativi, sia nella progettazione di essi. 

L'opposizione principale è fra metodi empirici e metodi sistematici. 

Il metodo sistematico (systems approach) è la conseguenza diretta della concezione dell'insegnamento come processo di produzione. 

Esso accetta quindi tutte le ipotesi di base di questa concezione e cerca di dare loro un supporto scientifico, tentando di raccogliere l'analisi e la progettazione dei processi di istruzione entro schemi globali; 

per questo si rivolge alla nozione di sistema e cerca di utilizzare i risultati di tutte le scienze che partono da tale nozione. cibernetica, informatica, ricerca operativa e via dicendo. 

Il metodo empirico, viceversa, è adottato da coloro che non accettano per principio l'idea dell'istruzione come processo globale, 

oppure da coloro i quali, pur accettando questa idea in linea di principio, ritengono che non vi siano sufficienti strumenti scientifici per sostenerla e quindi preferiscono isolare singoli problemi e parti del processo didattico e applicare l'ipotesi di automazione ad esse, di volta in volta, senza pretendere di generalizzare. 

Quanto alle metodologie, al centro del discorso sulle Tecnologie educative sta il processo di apprendimento. 

Questo può essere pensato come una trasformazione subita dal soggetto, per es. l'allievo, in dipendenza di determinate azioni esterne, per le quali egli passa attraverso una successione di stati: q,, q2, qa, q4, ... q,. 

Il compito delle Tecnologie educative, limitatamente ai processi di insegnamento, è quello di determinare in modo ottimale la transizione tra stato iniziale e stato finale q, qi; 

il processo didattico è il modo concreto, intenzionalmente predisposto, di attuarla e ha una struttura di sistema con controreazione (fig. i). 

L'insieme dei comportamenti che ci si aspettano al terrnine del processo didattico qy, che defìniscono lo stato di apprendimento desiderato, costituiscono l'obiettivo didattico; 

il processo P produrrà di fatto una transizione a uno stato q',, in genere diverso da qy; al termine dei processo è prevista una misurazione, M, dello stato qlt e un confronto, C, con l'obiettivo q,; 

l'errore che viene rilevato, e, determina l'azionamento di opportuni meccanismi R di regolazione del processo. 

Rispetto a questa concezione nascono numerosi problemi metodologici, in relazione alle varie fasi del processo: 

gli obiettivi didattici, 

i metodi di misurazione 

e le strategie didattiche. 

Se in generale è possibile dare solo definizioni astratte di strategia didattica, vi sono esempi di tecniche specifiche nelle quali è possibile dare definizioni ed esempi concreti. 

L'istruzione programmata costituisce l'insieme più importante di tali tecniche. 

Essa si riferisce a situazioni didattiche di dialogo fra soggetto che apprende e  docente *, dove la funzione di quest'ultimo è realizzata da opportune macchine o libri e obbedisce a leggi prefissale. 

In qualsiasi tecnica di istruzione programmata le interazioni fra soggetto e  docente * obbediscono a una sequenza di fasi costante e ricorrente: 

a) informazione dal docente al soggetto; 

b) domanda dal docente al soggetto; 

c) risposta del soggetto; 

d) esame della risposta, fatto dal docente; 

e) informazione di ritorno sulla correttezza della risposta con eventuale aggiunta di informazioni. 

In genere, sia con le macchine per insegnare sia con i libri programmati , 

le funzioni a), b), d) del docente vengono riunite in unico quadro, che dà l'informazione di ritorno sull'ultima risposta data dall'allievo e fornisce le eventuali correzioni (e), trasmette le nuove informazioni (a), rivolge la nuova domanda (b). 

Il dialogo si concretizza così in una successione di presentazione di quadri all'allievo e di risposte dello stesso. 

Un primo insieme di classificazioni dei metodi di istruzione programinata si riferisce al modo di risposta dell'allievo e alla regola di successione dei quadri. 

La risposta dell'allievo può consistere nella formulazione esplicita di parole o frasi (risposta formulata), ovvero nella scelta di una risposta fra un certo numero di alternative che gli vengono proposte (scelta multipla). 

La regola di successione può essere anche assai complicata, come nel caso dell'impiego dei calcolatori come macchine per insegnare. 

Nei casi più semplici dei libri e delle macchine per insegnare si possono distinguere due metodi fondamentali, quello lineare e quello ramificata. 

Nel primo la successione di quadri è rigida e prefissata una volta per tutte, di modo che un soggetto passa da un quadro al successivo quale che sia la sua risposta. 

Nel secondo, a seconda della risposta data dall'allievo, gli, viene presentato un diverso quadro, di modo che il percorso seguito da vari allievi non sarà necessariamente lo stesso (fig. 2). 

Da un punto di vista teorico le classificazioni dei vari metodi di istruzione programmata dipendono dalla teoria psicologica eventualmente assunta per essi e, di conseguenza, dalla tipologia funzionale dei vari elementi del dialogo. 

Alcuni principi sono generali ed estendibili a tutti i metodi. I due più importanti sono quello della risposta attiva da parte dell'allievo e quello dell'adattamento del ritmo di apprendimento alle scelte individuali. 

Nel metodo Skinner sono introdotti altri principi, quali il frazionamento della materia in piccoli passi, la conferma immediata della risposta, l'eliminazione quasi totale delle possibilità di risposta errata. 

Dal punto di vista tecnico la logica conseguenza del metodo Skinner è l'adozione della struttura lineare e delle risposte formulate, consistenti in genere in una o due parole. Mentre questo metodo risente di una specifica teoria psicologica, nata in laboratorio, 

Il metodo Crowder è di natura empirica e si basa più su considerazioni logico-didattiche che psicologiche; oltre ai principi comuni a tutti i metodi, si somma qui quello della utilità dell'errore, in opposizione alla teoria skinneriana. 

La presentazione delle informazioni all'allievo ha la forma di un discorso abbastanza lungo, per esempio una pagina di libro, al termine del quale viene proposta una domanda che ammette più alternative di risposta esplicitamente offerte. 

A seconda della scelta dell'allievo il discorso viene continuato su basi diverse. La forma tecnica del metodo Crowder è ovviamente quella della struttura ramificata. 

Il sistema ruleg (regola-esempio), di Glaser, deriva parzialmente dagli altri metodi, in particolare dal metodo Skinner, e in più fornisce una tecnica per determinare i contenuti di ogni quadro e la loro sequenza. 

Le informazioni che vengono comunicate all'allievo sono classificate in due categorie, regole ed esempi, e di ciascuna categoria si danno inoltre le varianti <4 incompleto " e t negativo s. 

Una strategia didattica diventa allora semplicemente la legge di successione delle varie categorie nelle sequenze dei quadri, ed è rappresentabile con formule sintetiche. 

Un'importanza crescente assumono nell'istruzione programmata i metodi formali che fanno ricorso a nozioni o procedimenti dell'informatica e della cibernetica. 

Quanto ai mezzi, potenzialmente la gamma dei dispositívi che si possono considerare oggetto di attenzione delle Tecnologie educative è infinita, poiché non è possibile limitare il numero degli oggetti e dei congegni capaci, con la loro interazione,di intervenire in un processo di apprendimento. 

Se invece ci limitassimo ad abbracciare la prospettiva dell'automazione dell'insegnamento, il numero dei mezzi si restringerebbe, limitandosi a quelli che in qualche modo possono mediare una delle funzioni dell'insegnante. 

Alcuni mezzi hanno assunto rilevanza pratica particolare: le macchine per insegnare e i libri programmati, gli audiovisivi e la TV, i laboratori linguistici, i giochi strutturati, i calcolatori.' 

Non esiste ancora una sistematica dei mezzi didattici, che abbia fondamenti scientifici di rilievo. Le caratteristiche di tali mezzi si riferiscono fondanientalmente alla capacità di trattare informazioni e di attuare procedure di decisione; 

in particolare si riferiscono alla possibilità di: 

a) trasmettere informazioni (simboliche, attuali, ecc.); 

b) generare informazioni da trasmettere; ricevere informazioni (simboliche, ecc.); 

c) analizzare informazioni ricevute; prendere decisioni sulla base dei dati disponibili; 

d) elaborare decisioni sulla base di regole complesse; e) memorizzare e rendere disponibili per la presentazione le informazioni; 

f) memorizzare e utilizzare in qualsiasi momento repertori di capacità; 

g) variare i propri repertori di capacità. 

I libri programmati e le macchine per insegnare (teaching machines), costituiscono i supporti fisici dell'istruzione programmata. 

I primi si presentano sotto diversa forma, a seconda che portino programmi lineari oppure ramificati. 

Nel primo caso una stessa pagina può portare diversi quadri a patto che sia previsto un meccanismo (per es. una striscia di carta da far scorrere sulla pagina) che tiene coperta la risposta al quadro i-esimo mentre esso viene esaminato, e la rivela quando il soggetto passa al quadro i + i. 

Nel secondo caso, ogni pagina è un quadro; al termine della pagina le alternative proposte specificano a quale pagina si dovrà passare, a seconda della risposta prescelta. 

La lettura non avviene quindi nel modo ordinario ma " a salti *. 

Le macchine per insegnare sono dispositivo che rendono automatiche una o più funzioni dell'istruzione programmata. 

Fisicamente si presentano come dispositivi di esposizione audiovisiva delle informazioni, completati da una tastiera numerata o comunque codificata. 

Le risposte del soggetto sono date per mezzo della selezione di un pulsante, e la macchina possiede un meccanismo per decidere quale sarà il quadro successivo. 

Gli audiovisivi comprendono una gamma praticamente illimitata di congegni di tipo fotografico, cinematografico, acustico. 

La televisione ha un posto a parte fra di essi, sia nella forma di televisione a circuito chiuso, sia nelle forme di diffusione circolare su scala territoriale, sia infìne nella forma di video-registrazione. 

I laboratori linguistici sono particolari centralini registratori sonori, eventualmente integrati con supporti visivi, destinati allo sviluppo di talune capacità linguistiche nello studio delle lingue straniere. 

Essi consistono essenzialmente in un banco di controllo al quale sono collegati diversi posti-allievo; 

un istruttore, al banco di controllo, distribuisce, secondo le necessità, istruzioni e messaggi ai vari allievi; 

ciascuno di questi ha inoltre a disposizione un sistema locale di registrazione e di ascolto che gli consente di confrontare le proprie prestazioni fonetiche con quelle di un messaggio campione preregistrato o di ricevere i compiti da eseguire. 

I giochi strutturati sono opportune organizzazioni di oggetti materiali o risorse di vario tipo, predisposte e organizzate in modo tale che il soggetto, interagendo (in genere sotto forma di gioco) con esse, sia portato ad attuare deterrninate operazioni mentali o materiali. 

Due esempi, tecnicamente assai diversi, sono i blocchi logici dei Dienes per l'apprendimento di concetti di aritmetica elementare, e i " giochi manageriali à che pongono i soggetti di fronte alla necessità di prendere decisioni simili a quelle che dovrebbero prendere in una organizzazione aziendale. 

I calcolatori, infìne, considerati come mezzi didattici, costituiscono un gruppo a sé, per il motivo che essi sono potenzialmente in grado di simulare e sostituire o almeno pilotare qualsiasi altro congegno fra quelli visti. 

In pratica si distinguono due tipi di applicazioni dei calcolatori: quelle nelle quali essi funzionano da macchine per insegnare (sia pure particolarmente complesse) e quelle nelle quali gestiscono interi sistemi didattici, tenendo conto di numerosi fattori e risorse.

TECNOLOGIA Fig. 2. Schema di metodo lineare (A) e ramificato (B) di istruzione programmata

                

 

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