CHARLIE CHAPLIN

Sorry, your browser doesn't support Java(tm). Nato a Londra nel 1889 da due attori di vaudeville, si divide fra queste due espressioni, opposte e complementari. Se non fosse stato saltimbanco e non avesse dovuto vivere sulla propria pelle fatiche e stenti (compreso l'abbandono e la morte del padre Charles senior e la precaria salute mentale della madre) prima di approdare al successo in America, forse il mondo non avrebbe mai conosciuto Charlot. Questo omino vagabondo e sfortunato, impertinente e capace di slanci d'affetto, schiacciato dalle avversità eppure sempre vincente, nasce in Charlie Chaplin come buffo elemento per divertire le platee di tutto il mondo e diventa a poco a poco l'emblema dell'uomo comune, che sa essere nobile o ladrone, ma che conserva una purezza d'animo contro soprusi e ingiustizie. La sua cifra d'attore è racchiusa tutta qui e si fonde idealmente con la figura di Chaplin regista. Anche quando lavorava per le frenetiche comiche del muto, Chaplin era già regista di sé stesso. Il personaggio di Charlot nasce nella comica "Charlot si distingue" (1914), mettendo insieme, secondo la leggenda, i costumi di altri comici: gli enormi calzoni di Fatty Arbuckle, la giacca di Charles Avery, la bombetta del suocero di Arbuckle. Attraverso decine di comiche, Charlot approda trionfalmente (un cinema di New York fece l'esaurito per dieci anni consecutivi proiettando solo suoi film) al lungometraggio e al cinema sonoro attraverso grandi film come "Il monello" ('21) o "Luci della città" ('31). E da questi raggiunge i vertici della poesia con "Tempi moderni" ('36) e "Il grande dittatore" ('40), in cui il personaggio assume dimensione universale. Interprete sensibile, Chaplin lascia anche un altro personaggio che dà la misura della vena pessimistica dell'attore-regista. E' quel Monsieur Verdoux dell'omonimo film ('47), elegante precursore dei rozzi serial killer di oggi, il prodotto di una società cinica e dura, che condanna un solitario assassino e assolve migliaia di folli guerre. Non per niente Verdoux, salendo al patibolo, trovava il passo incerto di quel Charlot che aveva saputo far ridere e commuovere per tanto tempo, sottolineando amaramente la fine di un'epoca.