Mouth Of Indifference

Alessandro Gamba - Riccardo Chiaretti

La storia ha inizio nel 1993, quando i Mouth erano in tre
a lavorare e a suonare nei locali di roma i pezzi del primo demo
"Dichotic Listening", confezionato nel 1994.
All'immediatezza dei primi suoni, segue una introversa concentrazione su
paesaggi sonori inediti e la dedizione alla ricerca di timbri e atmosfere.
La maggiore familiarità con l'uso del computer e l'integrazione tra analogico e digitale
porta all'uscita del secondo demo "Internal Saboteur" 1996.
Il sabotatore interno è un concetto mutuato dalla psicologia delle relazioni oggettuali (Fairbairn).

Da un'intervista su "Marble Moon":

Alessandro:

"Mi piace pensare a noi stessi come alla bocca dell'indifferenza, dalla quale escono quelle atmosfere pure e quei suoni che danno l'illusione di crearsi ed elaborarsi da soli. E' il fascino dell'elettronica che ti aiuta ad apprezzare la musica come "cosa in sé", in una dimensione dove la mano dell'uomo c'è ma non si vede."

"Non sono mai stato capace di dare una definizione per quello che facciamo...trance, industrial, cold wave, cyber? Probabilmente ascoltiamo tante cose diverse e alla fine il risultato è un pò indecifrabile. I brani nascono quasi sempre da uno spunto individuale che fa da stimolo per lavorarci insieme, mentre i testi hanno sempre a che fare con tematiche introspettive e aspetti di relazione: ci viene difficile affrontare temi dogmatici o parlare del sociale (perché farlo quando c'è un mito come Frankie HiNRG ?)"

Il primo demo ha il pregio di essere stato buttato giù qusi di getto, con pochi spazi per gli automatismi del computer (che ancoa non possedevamo), e quindi realizzato con più immediatezza e voglia di avere finalmente un prodotto per le mani; tante idee e influenze diverse, ma forse mancava un filo conduttore.
Con "Internal Saboteur" l'approccio è stato completamente diverso, dietro ogni pezzo c'è veramente tanto lavoro e la ricerca di un suono che ci caratterizzasse di più. Siamo creciuti tecnicamente e dedichiamo molta importanza alla sintesi, quindi alla versatilità degli strumenti che usiamo; abbiamo indirizzato i nostri sforzi economici verso poche macchine differenti per impostazione, che ci permettano di avere una miscela di sonorità diverse e possibilmente una certa originalità.
Del resto, non abbiamo praticamente mai usato il campionatore né fatto hard disk recording, modi di lavorare che cercheremo di integrare col nostro modo di fare musica. Per quanto riguarda le idee vorremmo mantenere la scelta portata avanti finora, ma sicuramente siamo anche influenzati dalla musica che abiamo ascoltato in questi ultimissimi anni, e quindi alle nuove tendenze (jungle, trip-hop, etc.)"

"Non siamo portatori di messaggi particolari, né ci sembra il caso di fare i portavoce di un qualche gruppo di persone; per me la musica non é fatta per queste cose, ma può veicolare sensazioni e vissuti restando sempre ad un certo livello di astrazione. E' bello quando senti che qualcosa ti sta dicendo qualcosa...e siete sullo stesso piano di comunicazione. Se succede e c'è intensità, allora funziona."


Riccardo:


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