1968
gennaio-febbraio
Vengono occupate praticamente tutte le università italiane. Il detonatore
delle proteste è la proposta di legge n. 2314 del Ministro della Pubblica
Istruzione Gui per la riforma dell’università, che vuole reintrodurre
alcuni limiti di accesso all’università e stabilire tre differenti
livelli di laurea. Ma un altro fattore che accomuna praticamente tutte le
proteste, ma particolarmente importante a Torino e a Trento, è la lotta
contro “l’autoritarismo accademico”, cioè contro lo strapotere dei
docenti universitari, i cosiddetti “baroni”, e la critica ai metodi di
insegnamento ed ai programmi dei corsi. Ben presto la critica si estende
al ruolo dell’università nella società, ed infine diventa critica
della società.
10 gennaio A
tokio scontri durissimi tra polizia e Zengakren (l’organizzazione degli
studenti rivoluzionari) che protestano contro l’arrivo della portaerei
nucleare statunitense Enterprise. La polizia carica la manifestazione ma
gli studenti vengono protetti dalla popolazione della zone, che non
ascolta le direttive dei partiti di isolare gli studenti, attorno ai quali
si uniscono settori sociali che protestano, come settori operai o i
contadini di Narita che si oppongo alla costruzione di un nuovo aeroporto,
che trovano aiuto solo negli studenti. Gli operai, la cui passività
risale alle pesanti sconfitte degli anni ’50, trovano negli studenti un
esempio di radicalizzazione, mentre contadini e studenti formeranno il
Fronte di Liberazione di Narita, che radicalizza le proprie posizioni
passando dalla contestazione dell’esproprio delle terre alla critica del
sistema economico giapponese, a cui necessitano nuovi aeroporti per
internazionalizzarsi e per l’uso militare contro il Vietnam, altra
tematica sempre presente nel movimento giapponese.
31 gennaio A Trento una assemblea
studentesca dichiara l’occupazione della facoltà. Gli obiettivi
dell’occupazione sono la lotta contro il d.d.l. 2314 sulla riforma
universitaria e la lotta contro l’autoritarismo accademico e per il
potere studentesco, per la costituzione di un movimento politico degli
studenti alternativo alle istituzioni scolastiche, politiche, economiche.
L’occupazione proseguirà fino al 7 aprile e sarà caratterizzata da due
posizioni interne al movimento studentesco:una che privilegia il
collegamento con le lotte operaie e le attività esterne, ed un’altra più
propensa a rimanere all’interno dell’Università e a gestire gli spazi
conquistati. Viene elaborato il progetto di “Università critica”,
che, nella descrizione di Boato, “determinò la convergenza della
maggior parte degli studenti e docenti in uno sforzo per trasformare
l’Istituto di Trento in una università non troppo dissimile dalla
Francoforte di Adorno, Horkheimer, Habermas, con un grandissimo interesse
per i più svariati problemi teorici di impronta marxiana, neo-hegeliana,
luxemburghiana, freudiana, reichiana, lucasciana, ecc”. Al progetto di
“Università critica” aderiscono la gran parte degli studenti e dei
docenti per alcuni mesi, fino all’aprile del ‘69, quando, in seguito
all’eccidio poliziesco a Battipaglia, il movimento studentesco trentino
si divide tra una minoranza che vuole continuare quell’esperienza e la
maggioranza che la ritiene un tentativo, pazialmente riuscito, di isolare
gli studenti dalle lotte operaie. La maggioranza del movimento studentesco
trentino sarà poi una delle componenti che daranno vita a Lotta Continua
nei mesi successivi.
29 febbraio A Roma il Rettore fa
sgombrare dalla polizia l’Università. La polizia interviene picchiando
selvaggiamente dentro l’Università e fuori, caricando un corteo che si
avvia a protestare verso il Parlamento.
1 marzo A Roma gli studenti si
raccolgono a piazza di Spagna per riconquistare la facoltà di
Architettura a Villa Borghese. La facoltà è presidiata dalla polizia che
carica, ma gli studenti rispondono picchiando i poliziotti e incendiando
le camionette: è la “battaglia di Valle Giulia”, che rappresenta una
svolta perché fino allora il movimento studentesco era stato abbastanza
pacifico. Certo la brutalità della polizia, ed a Roma in particolare le
aggressioni fasciste, hanno giocato un ruolo nel fare accettare la
violenza come uno strumento di lotta, ma non sono le sole cause: vi sono
anche i riferimenti alle lotte del Vietnam, del Che e dei rivoluzionari
del terzo mondo che determinano che il movimento accetti la “giusta
violenza dei rivoluzionari”.
5 marzo La protesta si allarga ad
alcuni istituti superiori: la prima scuola ad occupare è il Liceo Parini
a Milano, .il cui preside viene destituito per essersi rifiutato di
chiamare la polizia. Anche le modalità secondo cui fu decisa
l’occupazione sono degne di nota: i 1.100 studenti decidono
l’occupazione in assemblea, votando per appello nominale (usando i
registri di classe), con solo una decina di contrari ed altrettanti
astenuti. Una metodo molto preciso e rigoroso, segno del clima di
ordine e disciplina che vigeva a scuola e a cui gli studenti sono abituati
e che applicano anche ad un atto come l’occupazione. Del resto, nelle
prime occupazioni anche le altre scuole e università decidono con modalità
analoghe, ben diverse dalle più caotiche assemblee della seconda metà
degli anni ‘70. Oltre al Parini, occupano il D’Azeglio a Torino e il
Mamiani a Roma. Per ora però la partecipazione degli studenti medi è
limitata, diventerà generalizzata solo in autunno.
8 marzo A Varsavia iniziano imponenti
manifestazioni studentesche (i cui leader diverrano i futuri dirigenti di
Solidarnosc), in occasione del processo ad alcuni studenti arrestati in
gennaio per aver protestato contro la decisione del governo di porre fine
alla messa in scena teatrale di un’opera dai marcati accenti anti-russi.
Gli studenti vogliono libertà e democrazia, seppure all’interno di un
sistema socialista. Le mobilitazioni studentesche fanno da detonatore a
quelle operaie che esploderanno due anni dopo chiedendo aumenti salariali
ed il ritiro di aumenti dei prezzi. Le mobilitazione porteranno alle
dimissioni del governo Gomulka.
16 marzo A Roma un gruppo di fascisti,
guidati da Almirante e Caradonna, assalta l’Università picchiando gli
studenti; ferito gravemente Oreste Scalzone.
26 marzo A Trento uno studente di
Sociologia chiede di entrare in contraddittorio con il sacerdote che sta
predicando in cattedrale. Riesce solo a dire “Non siamo d’accordo”
che i fedeli lo afferrano, lo malmenano e lo scaraventano in strada. I
giorni seguenti gli studenti, non riuscendo ad entrare in chiesa, si
fermano sul sagrato leggendo passi delle opere di Don Milani.
11 aprile In Germania viene ferito il
leader del movimento studentesco tedesco Rudi Dutschke, da un fanatico
estremista di destra, esaltato da una campagna condotta dalla stampa di
destra che invitata alla violenza fisica contro gli studenti.
3 maggio Il segretario del Pci Luigi
Longo esprime, in un articolo su Rinascita, giudizi positivi sul movimento
studentesco. Anche una delegazione del movimento studentesco romano, che
si incontra con Longo, ne ha una impressione favorevole: Scalzone lo
definisce “un politico fuori dagli schemi preconcetti e con grande
sensibilità per le forze in campo” Il giudizio sul movimento non è però
unanime all’interno del Pci. Sempre su Rinascita, in un articolo
pubblicato il 6 giugno, Giorgio Amendola accusa il movimento studentesco
di essere “un rigurgito di infantilismo estremista e di posizioni
anarchiche”. Il rapporto tra Pci e movimento sarà sempre difficile.
13 maggio A Parigi viene occupata la
Sorbona, con scontri violentissimi tra polizia e manifestanti, che
dureranno per tutto il mese, il famoso “maggio francese”.
27 maggio In Francia De Gaulle
riprende in mano la situazione: scioglie il Parlamento e indice nuove
elezioni, mette fuorilegge i gruppi rivoluzionari, mentre i sindacati
firmano accordi nelle varie fabbriche in lotta. De Gaulle approfitta
dell’impasse che coinvolge milioni di studenti e lavoratori francesi che
hanno partecipato alle mobilitazioni, e che non sanno quale sbocco dare
alle lotte, e alle elezioni del 23 giugno i francesi che vogliono il
ritorno all’ordine gli faranno vincere le elezioni. Contemporaneamente
vengono accolte alcune rirchieste che avevano dato origine alle lotte
(aumenti salariali, democratizzazione della vita universitaria, aumento
dei fondi statali per l’università che permette di migliorare le
strutture e dic rearne di nuove).
7 giugno A Milano gli studenti
bloccano con barricate l’uscita dalla tipografia degli automezzi carichi
del Corriere della Sera, per protesta contro la faziosità di quel
giornale nel criticare il movimento studentesco, che definiva
sprezzantemente “cinesi” gli studenti del movimento.
8-9 giugno A Venezia assemblea
nazionale del movimento studentesco, a cui partecipano delegati delle
università italiane in lotta. Al centro del dibattito è il rapporto
studenti-operai. La maggioranza degli studenti cerca un rapporto con gli
operai, ma questa uscita dal “sindacalismo” studentesco segna anche la
crisi del movimento studentesco come movimento di massa, per dare sempre
più spazio all’ideologia ed ai gruppi della sinistra rivoluzionaria. In
effetti, il movimento studentesco vero e proprio dura dall’autunno del
‘67 alla fine del ‘68, dopo le scuole e le università saranno sì
egemonizzate dall’estrema sinistra, ma dai gruppi e non dal movimento in
quanto tale, fino all’esplodere del movimento del ‘77. Al convegno di
Venezia si pongono le premesse che porteranno alla nascita dei gruppi, con
l’inizio della divaricazione tra le due componenti che daranno vita a
Potere Operaio e Lotta Continua.
11 giugno L’Espresso pubblica una
poesia di Pasolini in cui afferma, a proposito degli scontri di Valle
Giulia, di simpatizzare con i poliziotti, figli di poveri, anzichè con
gli studenti, figli di ricchi.
14 luglio Il professore di filosofia
Aldo Braibanti viene condananto a nove anni di reclusione perché avrebbe
“plagiato” due giovani, con cui in realtà aveva avuto relazioni
sentimentali omosessuali. La sentenza è stata voluta da magistrati
retrivi per condannare l’omosessualità in quanto tale, ed è sintomo
dell’arretratezza di parte della società italiana; non a caso ancora
negli anni ’60 erano state presentate proposte di legge per introdurre
la punibilità penale dell’omosessualità.
14 settembre A Parma i cattolici del
dissenso occupano il Duomo, che sarà sgombrato dalla polizia su richiesta
del vescovo.
2 ottobre A Città del Messico, il
giorno prima dell’inaugurazione delle Olimpiadi, la polizia soffoca nel
sangue le proteste studentesche, uccidendo oltre 300 studenti in piazza
delle Tre Culture. Di quelle Olimpiadi rimarrà celebre anche l’immagine
di due atleti neri sul podio, che levano il pugno chiuso guantato di nero
per solidarizzare con le lotte dei neri americani.
4 ottobre A Roma viene fondata
l’Unione dei Comunisti Italiani marxisti-leninisti, nota anche come
Servire il Popolo, dal nome del suo giornale. Fu, insieme al Pcd’I m-l,
la maggiore organizzazione m-l. Si diffonde rapidamente soprattutto in
settori piccolo-borghesi, in particolare fra gli studenti, attirati dal
discorso politico semplice e schematico, dalla rigida morale imposta ai
militanti, dal desiderio di depurarsi delle origini borghesi, appunto
“servendo il popolo”. Una rigida morale e un complesso sistema di
rituali governa la vita del gruppo: i militanti devono donare al partito
gli oggetti “di lusso” (compresi giradischi e tostapane), che li vende
per autofinanziarsi; è proibito fumare hasish, portare capelli lunghi, ed
è consigliato cercarsi il coniuge all’interno dell’organizzazione. La
cerimonia nuziale è officiata dal più anziano della sede, che celebra il
“matrimonio rosso”, dichiarando uniti gli sposi con la frase “Vi
dichiaro uniti in nome della rivoluzione socialista, andate e generate una
sana razza comunista”. Particolarmente puntigliose sono le norme che
regolano la vita sessuale: è proibito avere rapporti omosessuali, è
proibita la masturbazione ed i rapporti orali e anali, e l’orgasmo deve
essere unico e simultaneo, in caso contrario la coppia dimostrerebbe di
avere problemi ideologici e deve parlarne in cellula per risolverli. Il
segretario Aldo Brandirali è oggetto di un vero culto della personalità,
oggetto di lodi e canzoni che ne magnificano i meriti rivoluzionari. Ma il
suo prestigio sarà scosso quando si saprà che Brandirali vive in una
villa e ha abitudini di vita dispendiose, contrarie allo statuto del
partito.
16 ottobre A Roma nuova occupazione
del Liceo Mamiani. Durante l’autunno la mobilitazione studentesca si
estende alle scuole medie. Il movimento degli studenti medi prende avvio
da richieste simili a quelle degli universitari, in particolare per
ottenere il diritto di assemblea e per protestare contro il ritardo nella
riforma della scuola media superiore e degli esami di stato. Similmente al
movimento universitario, anche il movimento dei medi passa presto a
criticare l’istituzione scolastica nel suo complesso e il suo ruolo
nella società.
21 ottobre A Tokio manifestazioni
studentesche. Obiettivi degli studenti sono l’ambasciata americana, la
Dieta, la residenza del Primo Minsitro e la stazione di Shinjuku (la più
importante del Giappone, simbolo dell’alienazione di milioni di
persone). E’ l’inizio della fase culminante dello scontro tra studenti
e governo, che terminerà con la sconfitta degli studenti dovuta agli
arresti (3.000 in pochi mesi), all’approvazione di una legge ad hoc che
permette alla polizia di entrare nelle università (in pochi mesi ci
saranno oltre 300 interventi della polizia), e a provvedimenti come
sostituire il porfido nelle strade con l’asfalto.
17 novembre A Roma, il preside del
Liceo “Plinio” vuole espellere tutti i “capelloni”; gli studenti
reagiscono occupando l’istituto.
dicembre A Roma il secondo congresso
nazionale del Psiup discute del movimento studentesco. Paradossalmente il
Psiup non è all’avanguardia delle lotte, non è riuscito a rinnovarsi
nella teoria, nella strategia politica, nell’organizzazione.
2 dicembre Ad Avola
la polizia spara durante lo sciopero dei braccianti agricoli, uccidendone
due e ferendone 50.
7 dicembre A Milano gli studenti
lanciano uova e ortaggi contro la borghesia milanese alla prima della
Scala.
21 dicembre A Milano, davanti alla
Rinascente, un gruppo di studenti della Statale distribuisce volantini
contro la mercificazione del Natale.
31 dicembre Contestazione del
capodanno davanti al locale La Bussola a Marina di Pietrasanta. La polizia
spara ferendo gravemente lo studente Soriano Ceccanti.
1969
16
gennaio
Il
ministro dell’Istruzione riconosce il diritto di assemblea agli studenti
delle superiori, accettando così una delle principali richieste delle
mobilitazioni dei mesi precedenti.
13
febbraio
Viene varata la riforma degli esami di maturità, con una riforma che
doveva essere provvisoria ma che finisce per durare 30 anni. La riforma
della maturità e il riconoscimento del diritto di assemblea pongono fine
al movimento degli studenti medi in quanto tale. A partire dal ‘69 gli
studenti politicizzatisi nelle lotte entrano massicciamente nei gruppi. Le
scuole medie per la prima metà degli anni ‘70 saranno un grande
serbatoio di militanza per l’estrema sinistra, ma difficilmente si potrà
parlare di un movimento studentesco in quanto tale, ma le lotte
studentesche saranno condotte direttamente dai gruppi e dalle loro
emanazioni studentesche: Collettivi Politici Unitari, Comitati Unitari di
Base e Collettivi Politici Studenteschi, promossi rispettivamente dal
Manifesto, Ao e Lc.
3
marzo
All’Università di Francoforte viene contestato il prof. T.W. Adorno:
alcune studentesse a seno nudo lo abbracciano coprendolo di petali di
rose. Adorno, ed insieme a lui Horkheimer, divaricano definitivamente le
proprie posizioni da quelle di Marcuse: mentre per i primi due la rivolta
studentesca era solo un’utopia irrazionale e spesso violenta e
intollerante, per Marcuse era invece un elemento favorevole per la
liberazione. Le posizioni dei tre maestri della “scuola di
Francoforte” non si riconcilieranno mai più.
9
aprile
A Battipaglia durante uno sciopero la polizia spara sui dimostranti: 2
morti e 50 feriti.
9
giugno
I leaders degli studenti milanesi Mario Capanna, Salvatore Toscano e
Andrea Banfi sono arrestati per la contestazione al professore di diritto
privato Andrea Trimarchi, assediato per dieci ore nella facoltà dopo
essersi rifiutato di restituire il libretto ad uno studente che non aveva
passato l’esame.
3
luglio
A Torino, nel corso dello sciopero generale indetto dai sindacati sul
problema della casa, l’Assemblea operai-studenti decide di organizzare
un corteo separato, non attraverso il centro della città ma dalla
periferia al centro per portare visibilità alle lotte della Fiat. Alcuni
nell’Assemblea sono contrari al corteo separato per timore che possa
essere impedito dalla polizia, ma alla fine la decisione è presa: 3.000
dimostranti si ritrovano alle porte di Mirafiori. La polizia impedisce di
formare il corteo, ed inizia una giornata di guerriglia urbana, nota come
“la battaglia di Corso Traiano”. La giornata del 3 luglio è
importante perché attesta una nutrita partecipazione operaia e
studentesca alle lotte autonome alla Fiat, e perché vede un vero ed ampio
coinvolgimento popolare, degli abitanti della popolazione della periferia
sud di Torino. Come scrive La Classe: “I giornali parleranno di
estremisti: sono gli operai di Torino, i ragazzi, le donne. Decine di
migliaia di “estremisti”, coscienti che l’unica arma degli sfruttati
è la lotta, e che vincere è possibile”.
25-26
luglio
A Torino si svolge il “1° convegno nazionale delle avanguardie operaie
e studentesche”. Emerge una contrapposizione tra l’area che poco dopo
darà vita a Potere Operaio e quella che darà vita a Lc. Per la prima,
Piperno, a nome della rivista La Classe, propone di dare vita ad una
organizzazione strutturata, tipicamente leninista, mentre per la seconda
Guido Viale, del movimento studentesco torinese, propone un collegamento e
coordinamento tra le avanguardie delle lotte, riprendendo le tesi avanzate
un anno prima da Sofri nel dibattito interno al Potere Operaio pisano.
9
agosto
Una serie di bombe su 8 treni provoca 12 feriti.
26
agosto
A Venezia studenti e registi occupano la mostra del cinema.
autunno
Si costituisce Potere Operaio, dalla confluenza del Potere Operaio
Veneto-Emiliano, di una parte del movimento studentesco romano capeggiata
da Piperno e Scalzone, e da alcuni militanti torinesi e milanesi. Le
proposte del gruppo sono sul piano politico la contestazione
all’organizzazione capitalistica del lavoro che si manifesta con il
rifiuto del lavoro, la richiesta della riduzione d’orario a parità di
salario, la conflittualità permanente in fabbrica, il salario politico
generalizzato, e sul piano organizzativo la costruzione di un partito che
organizzi l’insurrezione armata contro lo stato. La linea di Potop
rappresenta l’estremizzazione delle posizioni operaiste per quanto
riguarda gli obiettivi e ultraleniniste, anzi di un leninismo mal inteso,
per quanto riguarda la questione dell’organizzazione.
settembre Alla Fiat riprende la lotta. L’azienda risponde con trentamila
sospensioni dal lavoro. Ma stavolta è cambiato l’atteggiamento del
sindacato: non è più avverso alle lotte degli operai, ma recepisce sia
gli obiettivi delle lotte dei mesi precedenti, sia le forme di lotta,
organizzando scioperi articolati.
8
settembre
A Milano viene fondato il Collettivo Politico Metropolitano, nato
dall’unione di gruppi di fabbrica e studenteschi. Uno degli animatori
del collettivo è Renato Curcio, ex studente di sociologia a Trento. Dopo
qualche mese si trasforma in Sinistra Proletaria, dal nome del giornale
pubblicato dal Collettivo, e si fonde con un gruppo di Reggio Emilia
fondato da Alberto Franceschini e Roberto Ognibene. Alla fine del ‘70
Sinistra Proletaria dà vita alla Brigate Rosse.
novembre
Sofri lancia il giornale Lotta Continua, attorno al quale nasce una
organizzazione omonima a cui partecipano il Potere Operaio pisano, una
parte del movimento studentesco torinese, il movimento studentesco di
Trento, parte di quello veneziano e gruppi di Marghera, Bologna, Napoli.
Il giornale ha un rapido successo, soprattutto sull’onda della campagna
contro il commissario Calabresi accusato dell’assassinio di Pinelli.
Anche la nuova organizzazione cresce impetuosamente, favorita dal rifiuto
di creare una organizzazione strutturata come un partito tradizionale, e
da una identità ideologica composita, i cui elementi più rilevanti sono
lo spontaneismo, l’antistalinismo, un generico operaismo ed un
altrettanto generico maoismo.
19
novembre
A Milano, al termine di un comizio sindacale, la polizia carica i
manifestanti che defluiscono con le camionette; due di esse si scontrano,
muore l’agente Antonio Annarumma, battendo la testa contro la barra che
regge il telone. La versione ufficiale sarà che “sono stati gli
studenti”, il quotidiano del Msi Il Secolo d’Italia titola “Lo
sciopero rosso si è macchiato di sangue. I comunisti hanno ammazzato un
ragazzo in divisa”. Il presidente Saragat avanza la teoria degli
“opposti estremismi”.
25
novembre
Ai funerali di Anna Rumma i fascisti scatenano una caccia all’uomo per
le vie di Milano, inseguendo e bastonando gli studenti del movimento e
alcuni giornalisti. Viene pestato selvaggiamente anche il leader del
movimento studentesco Mario Capanna, che si era recato ai funerali per
testimoniare l’estraneità del movimento alla morte di Annarumma.
27
novembre
A Roma manifestazioni di protesta contro la visita del presidente Nixon in
Italia. Lo studente Domenico Congedo muore cadendo da una finestra alla
facoltà di Magistero, cercando di sfuggire al lancio di razzi effettuato
dai fascisti.
11
dicembre
Viene promulgata una legge che consente l’accesso all’università dei
diplomati di tutte le scuole superiori. E’ la risposta del governo alle
mobilitazioni studentesche, una risposta demagogica perché apparentemente
garantisce a tutti il diritto allo studio ma in realtà, non creando le
condizioni adeguate per rendere a tutti di frequentare l’università con
profitto, crea una svilimento dell’università rendendola un’area di
parcheggio per milioni di giovani.
12
dicembre
A Milano scoppia una bomba nella Banca Nazionale dell’Agricoltura a piazza
Fontana, provocando 16 morti. Tre ore dopo la strage, il questore
Guida afferma che sono stati gli anarchici. Questa sarà la versione
ufficiale sostenuta dalla polizia e dai giornali, tranne che da Il Giorno,
che titola “Infame provocazione” e avanza l’ipotesi dell’attentato
fascista. La versione ufficiale è che la rivolta degli operai e degli
studenti è sovversione, in questo clima di sovversione nasce la violenza
da parte dei settori più estremisti come gli anarchici. La polizia
milanese perseguirà la pista rossa per oltre un anno, non prestando
attenzione ad elementi che potrebbero portare sulla pista fascista, come
la segnalazione della polizia di Padova che un commerciante ha
riconosciuto la borsa che conteneva la seconda bomba inesplosa a Milano
come venduta nel suo negozio. Il commerciante afferma di aver venduto due
borse di quel tipo e di poter descrivere l’acquirente. Ma solo un anno
dopo il giudice Stiz rintraccerà quella nota, facendo cambiare il corso
delle indagini.
|