S'Urachi, una lunga storia

S’Urachi è uno dei più grandi nuraghi della Sardegna, composto presumibilmente da 15 torri. La sua storia inizia alla metà del II millennio a. C. e continua ininterrottamente sino alla tarda età romana. Circa 2300 anni di vita durante i quali s’Urachi ha ricevuto gli apporti di diverse culture e genti.

 

 

 

L'area monumentale di s'Urachi è situata nella piana alluvionale ai margini dell'abitato di San Vero Milis (OR), in località Su Padru, nel settore settentrionale della pianura del Campidano. Le ricerche e gli scavi archeologici, avviati nel 1948 da Giovanni Lilliu e proseguiti con cadenza regolare dal 1979 al 1995 da Giovanni Tore, hanno evidenziato la presenza di un insediamento umano importante e articolato.

Antemurale

Elemento centrale è un nuraghe complesso costituito, probabilmente, da una torre centrale e quattro laterali, racchiuso all’interno di un grande antemurale dotato di dieci torri. Il complesso nuragico, secondo per dimensioni nell’isola, venne messo in opera in varie fasi nell’età del bronzo (seconda metà del II millennio a.C.).

Per la sua complessità e dimensioni, s’Urachi si configura come località centrale di un “cantone” nuragico, sede, verosimilmente, del potere politico, religioso ed economico. Nei suoi immediati dintorni è leggibile un tessuto fitto di insediamenti, costituito da una quindicina di nuraghi, di dimensioni minori, inquadrabili in un complesso sistema di controllo territoriale: entro i 500 metri di distanza è presente un altro nuraghe, tra 1 e 2 km sono presenti 3 nuraghi, tra 2 e 3 km altri 3 nuraghi, tra 3 e 4 km 9 nuraghi e così crescendo verso le pendici del Montiferru, le cui comunità intrattenevano importanti rapporti col cantone della pianura.

 

 

Muro aggiunto

Tra il Bronzo Finale (XII-X sec. a.C.) e l’età del Ferro (IX-VII sec. a.C.) la fortezza venne ristrutturata con l'aggiunta di un corpo murario che si innesta su una torre dell'antemurale. Buona parte di questo corpo aggiunto e parte dell'antemurale si trovano al di sotto della vecchia strada provinciale, ormai dismessa, che verrà asportata nel proseguo degli scavi.

 

 

Insediamento abitativo punico-romano

In età fenicio-punica e poi romana l'intera area ha visto l'impianto di un insediamento abitativo a ridosso delle murature del nuraghe e di una necropoli. Particolarmente significativo è il rinvenimento ottocentesco, purtroppo fuori contesto, di un “torciere” bronzeo di tipo cipriota, legato alla frequentazione fenicia del sito. La parte alta della struttura centrale venne riutilizzata in età punica come stipe votiva, dalla quale provengono frammenti di bruciaprofumi con volto femminile (kernophoroi) e statue in terracotta raffiguranti Bes.

L’insediamento umano di s’Urachi pare esaurirsi verso la fine dell’età antica, intorno al VII-VIII sec. d.C. Successivamente l’area venne usata per scopi agricoli e industriali con l’impianto, nei pressi del nuraghe, di un mulino ad acqua, noto già nell’800.

 

Cava moderna  

Negli ultimi secoli e sino alla seconda guerra mondiale il nuraghe venne utilizzato come cava di pietra e di terra per la costruzione delle case del paese. In particolare nella parte sud-ovest del nuraghe presso la vecchia strada è visibile una grande cava, probabilmente in corrispondenza del cortile. Sulla parte superiore del nuraghe si possono vedere i cumuli di riporto della terra e del pietrame residuo della lavorazione dei mattoni crudi che qui venivano fabbricati. 

La collina di terra che copre i ruderi del nuraghe è il frutto di questa lunga storia; si tratta del sovrapporsi continuo di strati di vita e di abbandono, ristrutturazione e spoliazione, dall’epoca nuragica a quella tardoantica, per circa 2300 anni di storia.