L'allestimento del museo

di Maria Letizia PELUSO

 

 

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Dalla proposta al progetto

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Modalità di attuazione

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Il museo

 

Dopo la fase programmatica, siamo passati a definire con chiarezza in che maniera dovesse essere inteso e realizzato il museo.

Ovviamente, fin dall’inizio, ci sembrò troppo ambizioso chiamare “museo”, la raccolta di oggetti che ci accingevamo a mettere insieme, per cui concordammo di definire “mostra permanente” la prima fase del nostro lavoro. La definizione ed il significato, tuttavia, non mutavano nella sostanza perché, comunque, miravamo a realizzare un contenitore dei reperti e dei contributi più significativi, che assumesse il valore di centro vivo di riflessione culturale e laboratorio in cui la storia e la tradizione avrebbero dovuto assumere un ruolo dinamico e propulsivo: quindi, non doveva essere un mero, asettico luogo di esposizione, ma diventare narrazione viva e stimolante.

Nel perseguire il nostro intento è risultato importante mettere a frutto l’esperienza maturata nel realizzare in varie occasioni percorsi didattici di ricerca  sulla storia e le tradizioni locali che si erano concretizzati, nel corso di precedenti anni scolastici, in mostre fotografiche, spettacoli di danza popolare, ricostruzioni di ambienti, filmati, pubblicazione di giornalini e raccolte tematiche, di poesie , racconti redatti dagli alunni e che ci avevano dato l'occasione di constatare la validità del coinvolgimento dei bambini e dei ragazzi che si erano succeduti nelle varie scolaresche coinvolte.

Il progetto  “Museo delle tradizioni locali” è stata un'occasione per rendere più sistematico e unitario il lavoro svolto, nonché per ampliarlo e arricchirlo. Infatti, ha  coinvolto tutto l’Istituto e non solo le singole classi o i gruppi di interesse, come era avvenuto nel passato. Ciascun ordine di scuola ha lavorato secondo le proprie modalità, in quell’ottica di continuità e gradualità di interventi educativi che caratterizzano l’impianto programmatico delineato all’interno del Piano dell’Offerta Formativa.

L’impostazione del lavoro, dunque, si è basata essenzialmente sulla integrazione, nelle forme e nei tempi opportuni, delle attività connesse alla realizzazione del progetto, per la loro valenza educativa e formativa, nella pratica didattica quotidiana, col massimo rispetto dei bisogni e dei ritmi di apprendimento, nonché  degli interessi degli alunni.

L'utilizzo di alcuni laboratori, di metodologie e strumentazioni appropriate ha facilitato l’integrazione delle attività legate alla ricerca storico-antropologica con quelle del curricolo, ha arricchito tutti i percorsi di apprendimento, con stimoli più adeguati ai bambini di oggi, ha consentito di attrarre e rafforzare ulteriormente l’interesse dei giovani verso l'iniziativa, soprattutto perché tradotta in percorsi di ricerca e di apprendimento flessibili e dinamici, nell’ambito di un sapere esplorabile liberamente, quale quello consentito dalla tecnologia, dalla multimedialità e dall’informatica.

Tra i compiti che avevamo attribuito al museo vi era anche quello di sottrarre al deperimento ed alla perdita definitiva oggetti che altrimenti rischiavamo di non poter più mostrare alle generazioni future, in quanto avrebbero potuto essere distrutti dall’usura del tempo e dall’incuria.

L’allestimento delle sale è stato particolarmente e comprensibilmente complesso, soprattutto perché era nostra intenzione progettare un ambiente che potesse rendere fruibile il materiale in esso contenuto, soprattutto ai bambini ed ai ragazzi.

Pertanto, oltre che raccogliere gli attrezzi e gli utensili, abbiamo cercato di ricostruire al meglio gli ambienti di vita contadina, sia per rendere più viva agli occhi degli alunni un’epoca tanto lontana, sia per superare le difficoltà connesse alla carenza di mezzi appropriati e di competenze specifiche in ambito demoetnoantropologico.

Successivamente, infatti, gli apprezzamenti rivolti al lavoro da noi svolto hanno riguardato principalmente la validità delle metodologie utilizzate per coinvolgere gli alunni, le loro famiglie e la comunità tutta.