Purtidd’

 

Portello di botte

 

 

 

Descrizione:

oggetto di legno a forma di piccola porta, costituito da due parti: il portello vero e proprio e una sbarra smontabile sempre in legno. Nella parte bassa il portello aveva un foro chiuso da un tappo di sughero che era sostituito dalla “cannedda” quando si andava a prendere il vino dalla botte. Nella parte più alta era inserito un bullone a vite che permetteva di fissare o togliere la sbarra secondo il bisogno.

Dimensioni:

larg. cm.12, alt. cm. 20, spessore cm. 1,5,  sbarra lung. cm. 28

Funzione:

consentire la pulizia e l’asciugatura della botte

Modalità d’uso:

quando la botte era svuotata, si svitava la vite del perno, si toglieva la sbarra, si rimuoveva il portello per consentire al proprietario di lavarla, accuratamente all’interno liberandola dalle incrostazioni e quindi di asciugarla. Quest’ultima operazione veniva completata inserendo nella botte una tegola con della brace sulla quale alcuni facevano bruciare dello zolfo per eliminare eventuali alterazioni del legno. Nel periodo della vendemmia si doveva “trà u’ purtidd’”, richiudere la botte rimettendo a posto il portello dopo aver inserito tra questo e la botte “l’avur’”, una caratteristica foglia lunga appena essiccata che, con l’umidità del vino, si dilatava impedendone la fuoriuscita.

Cronologia d’uso:

è stato utilizzato fino agli anni ‘80/’90 circa.

Donatore:

proprietario non identificato