La diffusione a più vasto raggio:

Il SITO INTERNET.

 

Santina SCALDAFERRI

 

    La costruzione di un sito web, interamente dedicato al museo, insieme alla pubblicazione del libro, risponde a due ordini di necessità: innanzitutto a quella di far conoscere la nostra esperienza e poi a quella di promuovere il museo in quanto risultato tangibile dell’esperienza stessa.

 

     Personalmente, occupandomi di documentazione ormai da qualche anno, ho attribuito, all’idea di strutturare il nuovo sito, anche altre valenze: sono, infatti, convinta dell’effetto gratificante che la pubblicazione dei lavori in internet produca sui bambini/ragazzi che hanno partecipato al progetto, oltre che sulla comunità scolastica tutta, che può così conservare testimonianza e memoria di quanto ha saputo realizzare.

 

Tornando alle motivazioni di tipo promozionale e divulgativo, vorrei puntualizzare anche il valore culturale di un’esperienza di questo tipo: la scuola è da sempre il luogo privilegiato di “produzione e diffusione” di cultura, pertanto, far conoscere il nostro museo significa anche diffondere il nostro patrimonio culturale ed in particolare la nostra storia, il nostro modo di intendere il passato, di indagarlo, di ricostruirlo.

 

In linea con le finalità che si prefigge la pubblicazione del libro, il sito si pone quale strumento integrativo, poiché è rivolto ad un’utenza più ampia e geograficamente lontana, che solo attraverso internet può essere raggiunta, la cosiddetta “utenza remota”.

Il futuro sarà sempre più all’insegna della comunicazione, che, per essere efficace e significativa, non può non avere come proprio ambito l’intero pianeta.

 

L’Istituto, dal maggio del 2002, dispone già di un sito web, dove l’attività didattica e le iniziative più rilevanti vengono, di volta in volta, pubblicate ed aggiornate per fini divulgativi e di scambio di esperienze con altre realtà scolastiche. Esso per offrire una visione più ampia ed esaustiva dell’impostazione data a tutta l’attività, già formalizzata, peraltro, nel Piano dell’offerta formativa, è collegato a questo sito, dedicato interamente al Museo, e viceversa.

 

La scuola, ovviamente, assume la tecnologia informatica e la multimedialità non certo come fini, ma come strumenti importanti di accesso e di espressione di quanto ciascuna intelligenza umana dispone e può produrre.

È evidente la forza comunicativa di tali strumenti e, quindi, il loro utilizzo non può che arricchire le nostre possibilità espressive, poiché amplia la sfera dei nostri interessi e ci consente una polivalenza di linguaggi che, se ben integrati, entusiasmano al dialogo, alla partecipazione attiva, all’assunzione di ruoli molteplici e responsabili.

 

Infatti, come modalità organizzativa delle esperienze svolte, abbiamo scelto di usare anche il sito perchè, per la sua struttura ipertestuale, riflette molto meglio del pensiero ad espressione lineare, qual è quello della lettura e della scrittura, la strutturazione circolare, reticolare della mente umana. Infatti, la nostra mente è capace di espandersi, di “aprire delle finestre” nel mentre svolgiamo il nostro racconto, di ritornare all’improvviso al filone principale, di fare delle “zoomate” o focalizzazioni su dettagli per noi emotivamente significanti, per aprirci immediatamente dopo a visioni più larghe del nostro vissuto esperienziale: tutto questo ci testimonia quanta affinità il nostro modo di pensare e di interagire abbia con la tecnologia multimediale.

L’ipertesto, infatti, rappresenta la sintesi di tutte le forme assunte dall’informazione (testi, musica, immagini, animazioni) in quanto costituisce un ambiente in cui si intrecciano i diversi linguaggi e in cui diversi media contribuiscono sinergicamente a fornire un originale percorso individuale di conoscenza. Offrendo una potenziale infinità di sequenze differenti legate alla scelta del lettore, lo rende consapevole del carattere dinamico e conflittuale del conoscere, affidato sempre e comunque ad un’autonoma e personale attività di ricerca e di costruzione di senso.

In pratica, costruire un sito significa creare un nuovo ambiente di apprendimento, dove ‹‹ambiente vuol significare qualcosa che avvolge, qualcosa in cui si entra, entro cui ci si può muovere, qualcosa che è formato da una pluralità di componenti che stanno tra loro in un rapporto dinamico che non è opaco ma è visibile ed è comprensibile per l’utente che si inoltra in un ambiente di apprendimento” (Luciano Galliani) e ‹‹apprendimento è un tentativo di adeguamento di un individuo a un ambiente e nello stesso tempo di modifica di quell'ambiente. In ogni caso è il risultato dell'interazione di un individuo con un ambiente fisico esterno, con un contesto sociale o con se stesso›› (Vittorio Midoro).

A mio modesto avviso, ritengo che sia proprio l’opportunità offerta al visitatore di muoversi all’interno di un nuovo ambiente di apprendimento a costituire il vero senso dell’interazione tra utente e sito internet.

 

Pertanto, durante la progettazione ho tenuto conto anche dei suggerimenti ricavati dalla lettura di alcune dispense del prof. Galliani, dell’Università di Padova, che cito testualmente: ‹‹Un progettista non può limitarsi ad offrire all’utente degli effetti speciali più o meno riusciti e delle videate più o meno composite e variopinte; il progettista deve offrire all’utente la possibilità di entrare nell’ambiente, per offrire il modo di guardarsi intorno, di percepire che ai lati, sopra, sotto, al di là dell’orizzonte visivo e sonoro dell’utente ci sono altri spazi, altri luoghi, perfino altri mondi in cui è possibile rapidamente trasferirsi ››.

Infatti, la struttura del sito è essenziale, chiara e, mi auguro, esaustiva, per quanti non avranno l’opportunità di leggere la pubblicazione, di cui il sito riassume i contenuti: d’altronde, non avrei potuto riportare integralmente, il testo poichè il “navigatore” rappresenta una tipologia di fruitore immediato, veloce, diverso rispetto al “lettore”, più attento, esigente e riflessivo.

Non ho trascurato l’aspetto grafico, che rappresenta, pur nella sua sobrietà, un elemento accattivante, affinché il visitatore rimanga nel sito e lo esplori.

L’”home page” contiene i “links” alle varie pagine, suddivisi in due grandi categorie: gli aspetti organizzativi e istituzionali del progetto (a sinistra) e la descrizione del museo (a destra), sintetizzati nello schema seguente:

 

   

 

 

  

La parte relativa all’ideazione, all’organizzazione ed all’attuazione del progetto, è descritta in maniera sintetica, ma con la cura di evidenziarne gli aspetti più salienti e originali. Ad una prima visione di insieme, segue, per chi volesse approfondire gli aspetti didattici, una più specifica descrizione di ciò che ogni ordine di scuola ha vissuto e realizzato. La sezione si completa con l’esposizione degli esiti dell’esperienza in cui sono presentate le realizzazioni, le modalità divulgative ed una riflessione sulla valutazione dei risultati.

L’intento principale del sito è quello di simulare una “visita virtuale”, ma allo stesso tempo, di incuriosire e di invitare ad una “visita reale” del museo. Per tali ragioni, ho avviato la descrizione partendo dalla sede in cui è ospitato, il Convento francescano, intitolato a S. Maria di Gesù, corredata dalla planimetria dello stabile, da cui è possibile accedere alle varie sale. Ovviamente, non potevano mancare i riferimenti alla localizzazione del paese, le indicazioni degli orari di apertura e la possibilità di contattare i responsabili in giorni diversi da quelli stabiliti.

La descrizione del museo diventa più dettagliata nella sezione dedicata, appunto, alla “visita al museo”, in cui si trova una ulteriore suddivisione in quattro grandi settori, che richiamano la strutturazione delle sale:

·    l’artigianato,

·    la vita contadina,

·    la vita domestica,

·    le tradizioni musicali e religiose.

Da ognuna di queste aree, si può ulteriormente approfondire la ricerca-visita entrando nello specifico di ogni attività artigianale (il fabbro, il calzolaio e il falegname), contadina (la cantina, il deposito per gli attrezzi e il locale per la caseificazione), domestica (la cucina e la camera da letto), nonché della tradizione musicale e religiosa, con descrizioni testuali, immagini e schede informative degli oggetti esposti.

Non ho voluto creare un percorso di visita obbligato, ma ho curato molto i links tra le varie pagine, in modo che il visitatore sia libero di effettuare il proprio percorso in base ai personali interessi.