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VOL. XXX, N umber two --------------------- WASHINGTON AUGUST, 1916

The National Geographic Magazine



LITTLE-KNOWN SARDINIA

 


BY HELEN DUNSTAN WRIGHT

PHOTOGRAPH BY C.W.WRIGHT

THOSE who have taken the Mediterranean route have at least had a glimpse of Sardinia from their steamer a day out from Naples. The island is in sight for some hours, and, if the steamer passes sufficiently close, a bold rocky coast can be seen on which Roman outlook towers remain similar to those scattered along the south shores of Spain...segue>>>

 

 


INDICATORE SARDO

N°28 - 23 MARZO 1839 - ANNO VIII

Articolo ripreso integralmente dalla "Gazzetta Piemontese"

del 6 marzo 1839

 

 

Da due o tre mesi in qua i giornali e le accademie, tratto tratto di altro non risuonano che della maravigliosa scoperta del sig. Daguerre parigino, scoperta per mezzo della quale non più l'uomo, ma la natura stessa è fatta di se medesima pittrice, e col semplice apparato conosciuto sotto il nome di camera oscura, esponendolo ai raggi di un limpido sole ed applicandovi nel fondo un foglio di carta preparata con certo artificio, la prospettiva abbracciata dal campo della lente viene in poco d'ora a tratteggiarsi, nitida, mirabilmente nitida, in chiaro scuro, sopra questa carta misteriosa....segue>>>

 

 


INDICATORE SARDO

14 SETTEMBRE 1839 - ANNO VIII

 

Scoperta dei sigg. Daguerre e Niepce.

Nella sessione dell'accademia delle scienze di Parigi, tenuta nel 19 agosto p.p. è stata dichiarata l'invenzione ottico-pittorica dei sigg.Daguerre e Niepce. Una lastra o tavoletta di rame platinato (plaquè) di argento viene primieramente immersa in una soluzione di acido nitrico il quale ne toglie tutte le materie eterogenee che possono trovarsi sulla superficie di essa, e specialmente le ultime traccie di rame che la foglia di argento può contenere, come fu verificato dal sig. pelouze. Questa operazione (dècapage) richiede minuta e particolare diligenza, e il fregamento che si pratica per agevolare l'azione dell'acido debbe operarsi sempre nel medesimo verso, ed in una certa direzione. Il sig. Daguerre ha osservato che il rame platinato d'argento produce migliori risultamenti che non l'argento puro, la qual cosa, dice il sig. Arago, fa supporre che la reciproca azion voltaica dei due metalli abbia in ciò la sua parte. Dopo questa prima preparazione, la lastra metallica è esposta entro ad una cassetta ben chiusa, all'azione del vapore d'iodio, con precauzioni specialissime. Una piccola quantità d'iodio è deposta nel fondo della cassetta mediante un sottile velo da settaccio, il quale staccia, per così dire, il vapore e giova a spargerlo uniformemente. Né questo basta ancora. Le molte prove fatte dal sig.Daguerre gli hanno appreso quello che tutta la scienza del mondo non avrebbe saputo indovinare. Egli ha riconosciuto essere necessario d'inquadrare la tavoletta in una piccola orlatura metallica, senza del che il vapore dell'iodio si condenserebbe in più gran quantità sui margini che verso il mezzo, e la riuscita dell'operazione dipende appunto dalla perfetta uniformità dello strato d'ioduro di argento che si produce sulla superficie della tavoletta. La tavoletta dee rimanere esposta al vapore dell'iodio un tempo sufficiente, né poco, né soverchio, e 'l punto, a dir così, della necessaria saturazione viene indicato dal colore giallo che prende la tavoletta. Il sig. Dumas ebbe il talento di calcolare la spessezza dello strato di iodio fissatosi sulla superficie di essa, e crede che essa non oltrepassa la millionesima parte di un millesimo. La tavoletta così preparata viene portata nella camera oscura, avendosi somma cura di preservarla da ogni contatto con la luce: essa, infatti, è talmente suscettibile a riceverne l'impressione, che un decimo di minuto secondo basterebbe (dicono) ad alterarne la politura. Un semplicissimo meccanismo permette di collocare immediatamente la tavoletta nel foco della camera oscura. Al fondo di essa camera, che il sig. Daguerre ha ridotta a piccole dimensioni, vi è un vetro smerigliato che si può trarre innanzi e indietro, sino a che le immagini esterne vi si disegnino in modo perfettamente nitido e distinto. La tavoletta platinata è quindi rapidamente sostituita al vetro smerigliato e riceve essa l'impressione delle immagini. In pochissimo tempo l'effetto si trova prodotto e la tavoletta viene ritirata. In questo stato è molto se essa presenta qualche traccia: per fargli metter fuori il disegno ricevuto è necessario sottoporla all'operazione di un secondo vapore, e, cosa singolare, il vapore del mercurio sarà quello che dee dar vita ad un tale quasi invisibile embrione di disegno. Ma siccome tutto in questa pratica pare che debba essere misterioso ed inesplicabile, eccoche l'azione di questo vapore dee applicarsi sotto un certo angolo di inclinazione. La tavoletta viene quindi chiusa in una terza cassetta nel fondo della quale è adattato un recipiente pieno di mercurio, al quale si dà una temperatura di 60 grandi. Se il disegno debbe essere veduto in positura verticale, positura nella quale si tengono ordinariamente le incisioni ed altre stampe, la tavoletta dee ricevere il vapore del mercurio sotto un angolo di 45 gradi; se poi, per capriccio, piacesse di avere un disegno iscorciato a questo medesimo angolo, la tavoletta dovrebbe tenersi orizzontalmente.
Terminate queste tre operazioni, quasi tanto misteriose quasi quanto la covatura donde dee uscir vivo il pulcino, il portento della dagherrotipia è compiuto.Solo rimane di immergere la tavoletta in un lavacro d'iposolfito di soda, la quale dissoluzione intacca, dicesi, più gagliardamente le parti della superficie della tavoletta, sulle quali la luce non ha potuto operare, e lascia all'incontro intatte le altre parti; è appunto l'inverso di quello che fu operato dal vapore mercuriale, il quale si è esclusivamente fissato sui punti colpiti dai raggi luminosi; di modo che si potrebbe forse credere che i chiari siano formati da un amalgama di mercurio ed argento e le ombre da un sulfuro di argento a spese della soluzione di iposolfito. Ma forse questa spiegazione è tuttavia erronea. Però conviene consolarsene, dopo la dichiarazione formale fatta da Arago a suo nome ed a quello dei più profondi chimici che hanno studiato questa materia, che finora i soccorsi uniti della fisica, della chimica, e dell'ottica sono impotenti a dare una teoria alquanto razionale e soddisfacente di questi sì delicati e complicati fenomeni.


INDICATORE SARDO

N°28 - 13 LUGLIO 1839 - ANNO VIII

INDICATORE SARDO - 13 LUGLIO 1839

 

Articolo ripreso integralmente dal "Messaggere Torinese"

del 23 febbraio 1839

Il dagherrotipo

Il nostro secolo che già è arricchito di tante e sì utili scoperte, si è abbellito testè d'un'invenzione più prodigiosa forse di queste, e che occupa attualmente la pubblica attenzione. Il signor Daguerre, abile pittore e profondo chimico, che già offri a Parigi le meraviglie del suo diorama.....segue>>>

 


INDICATORE SARDO

N°30 - 27 LUGLIO 1839 - ANNO VIII

 

Esposizione di molte produzioni del dagherrotipo

 

Dovendosi quanto prima incominciare nella camera dei deputati di Parigi la discussione sul progetto di legge presentato dal governo, tendente all'acquisto da farsi, a nome dello stato, del famoso segreto del sig.Daguerre, sono state per ciò esposte, nel 7 di questo mese, in una delle sale del palazzo della predetta camera molte produzioni del daguerrotipo. Fra queste sono state particolarmente osservate le tavole rappresentanti tre strade di Paigi, l'interno dello studio del sig. Daguerre, ed un gruppo di busti del Museo di antichità. Fu ammirata la prodigiosa finezza dei particolari tanto moltiplicati di cui sono pieni i quadri che mostrano le strade di Parigi, e specialmente la veduta pel ponte Maria.

I più minuti accidenti del suolo e degli edifici, le mercanzie che sono ammucchiate sulla sponda, gli oggetti più delicati, le piccole pietre sotto acqua presso la riva, ed i differenti gradi di trasparenza che esse danno all'acqua, tutto è riprodotto con una incredibile esattezza. Ma la meraviglia si raddoppia allorchè prendendosi la lente, si scuopre, principalmente nel fogliame degli alberi, una immensa moltitudine di particolarità, tanto tenui, da non potersi distinguere ad occhio nudo dalla vista più acuta. Nel quadro che presenta l'interno dello studio del sig.Daguerre, tutte le pieghe della cortina e gli effetti d'ombra e di luce che esse producono, sono rappresentati con una sorprendente verità.

La testa di Omero che forma il principale pezzo del quadro che figura molti soggetti antichi, ha conservato un carattere bellissimo; tutti i meriti che essa ha nella scultura non hanno sofferto alcun deterioramento in questa riproduzione, malgrado la considerevole differenza di grandezza.

L'intonaco sul quale agisce la luce secondo il metodo del sig.Daguerre, è steso sopra una tavola di rame. I quadri esposti ora alla camera hanno tutti nove o dieci pollici di altezza sopra sei o sette pollici di larghezza. Il sig. Daguerre dà il valore di 3 fr. e 50 centes. alla tavola di un quadro di questa grandezza. Egli crede che le preparazioni necessarie per far quadri della medesima dimensione costeranno sui principi la somma di 400 fr.; ma non dubita che il perfezionamento dei mezzi di fabbricazione diminuiranno sensibilmente tale spesa.


INDICATORE SARDO

N°8 - 22 FEBBRAIO 1840 - ANNO IX

Il dagherrotipo è ora l'oggetto delle più attive speculazioni. Non parlasi che di allievi del sig. Daguerre che vanno a Londra, a Madrid, a Messico per sorprendere la natura sul fatto. -Il sig. Daguerre ha anche migliorato la sua scoperta. Una delle operazioni preparatorie le più delicate era quella che consisteva nel coprire la lamina d'uno strato dorato d'jodo, nè troppo sottile nè troppo grosso. Venti minuti almeno erano impiegati in questa preparazione. Secondo il nuovo metodo, bastano due minuti. Una delle scatole è soppressa: la lamina si copre del vapore d'jodo per mezzo del suo contatto con una lastra saturata di questa sostanza.-

Il daguerrotipo sta percorrendo il mondo. Il ministro della marina di Francia ha ordinato che uno ne fosse imbarcato sul brick Malouine che si è recato nuovamente sulle coste occidentali dell'Affrica per compirne la descrizione. Sarà assai curioso per l'arte il giudicare degli effetti che produrrà sulle piastre metalliche il sole cocente di quelle contrade: quanto alla durata dell'operazione essa vi dovrà guadagnar molto, e permetterà di moltiplicare a piacere gli schizzi pittorici.


INDICATORE SARDO

N°5 - 30 GENNAIO 1841 - ANNO VIII

 

Nell'adunanza tenuta il 4 dall'Accademia delle scienze di Parigi, il sig.Arago annunziò che il sig.Daguerre ha trovato il metodo di operare la copiatura dagherrotipa nel brevissimo spazio d'un minuto secondo.

Se la cosa è vera, come la si annunzia, il dagherrotipismo ha fatto un passo importante. Un altro passo cui sembra chiamato questo preziosissimo trovato si è di scoprire il modo di ottenere, per via immediata, coll'azione della luce, una tavola disegnata, la quale possa riprodursi sopra la carta, come si riproducono i disegni a matita litografici. La chimica moderna è chiamata a sciogliere questo grande problema.

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