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18 maggio - 15 luglio
Apre il 18 maggio 2001 nella sede roveretana del Mart una mostra dedicata al Cinema e fotografia futurista, realizzata in collaborazione con la Estorick Foundation di Londra e curata da Giovanni Lista, che presenta circa 150 immagini originali, provenienti da fondi nazionali ed internazionali, ma anche, in larga misura, dai fondi storici del Mart. Lesposizione
intende indagare e mostrare come il linguaggio della fotografia
fu usato dagli artisti futuristi in quanto veicolo per penetrare
i misteri della vita, per fissare l'invisibile delle cose, per
trascrivere la realtà come creazione e divenire. Nel 1911
l'invenzione del "Fotodinamismo futurista", o fotografia
del movimento come energia in atto, ad opera dai fratelli Anton
Giulio e Arturo Bragaglia, contribuì significativamente
alla storia della fotografia. I futuristi impiegarono poi diverse
altre tecniche per compensare la registrazione passiva della
realtà da parte dello strumento fotografico. Coscienti
dell'importanza dei loro ritratti da un punto di vista ideologico
e propagandistico, Marinetti e i futuristi lo usarono per pubblicizzare
su larga scala le loro attività. Realizzando reportages
della vita e delle azioni degli artisti d'avanguardia, si applicarono
a sovvertire i tempi e i modi della fotografia "da studio"
attraverso due nuovi generi espressivi: la fotografia emblematica
e la foto-performance. Depero applicò tutto ciò
a se stesso: sfidò le regole esistenti producendo una
serie di auto-ritratti iperbolici in cui si divertiva a stupire
con gesti stravaganti, con espressioni facciali impreviste e
inedite, con pose grottesche. I futuristi furono
affascinati anche dal linguaggio cinematografico, presente in
mostra con una selezione accurata di pellicole di D'Errico, Barbaro,
Di Cocco, Cordero e Martina, ecc. Marinetti aveva subito capito
che il cinema stava cambiando la faccia del mondo operando una
rivoluzione radicale dello sguardo, prima tramite la registrazione
della vita in atto, poi con il passaggio dallimmagine animata
allanimazione dellimmagine. Il cinema venne quindi
anch'esso utilizzato in senso anti-naturalista, mettendo in scena
la vita autonoma degli oggetti, celebrando la vibrante vita collettiva
della metropoli moderna, trascrivendo in immagini plastiche il
pulsare delle macchine industriali o il movimento di una sinfonia. (comunicato stampa redazionale)
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