MUSEO DELLA FOTOGRAFIA               
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Il Festival Explorafoto 2001

presenta a Salamanca (Spagna), dal 1 al 31 ottobre,

una ventina di esposizioni centrate sul tema del ritratto fotografico.

 

 

www.explorafoto.com

 

Una persona senza volto è come se non esistesse, anche giuridicamente il volto assicura la nostra identità e la garantisce. Viviamo nel tempo del viso e del ritratto: il volto è alla radice del mito di Narciso, è il riflesso nello specchio, è la fotografia che ci rimanda un'immagine di noi stessi, è significazione e significato. Il ritratto come espressione dell'individualità conquista la sua dignità durante il Rinascimento, quando l'uomo acquista la propria individualità diventando il proprio referente e sostituendosi a Dio. Ai nostri giorni però il ritratto fotografico, soffocato dalla sovrabbondanza della produzione e dall'omologazione, conosce probabilmente una crisi di identità, parendo ormai, nella gran massa di immagini che ci offrono quotidianamente la carta stampata e gli altri media, difficile, se non impossibile, offrire un volto nuovo e originale del ritratto e del suo corrispettivo fotografico. Proprio per questo gli organizzatori di Explorafoto 2001, attraverso la presentazione di 20 esposizioni, tavole rotonde, workschop e conferenze rivolgono a questo genere la loro attenzione, ponendola al centro della riflessione e del dibattito. Il tema viene affrontato da vari punti di vista, da quello di Ferdinando Scianna, che nella sua analisi parte da Giulia Margaret Cameron e Nadar per arrivare all'anonimo fotoamatore e alla fotografia degli archivi giudiziari, e che si conclude con la presentazione dei suoi lavori su Borges e Sciascia (a cura di Carolina Martinez, Sala degli Orologi, Colegio Fonseca, fino al 31 ottobre); a quello intimo di Richard Avedon, che presenta un lavoro composto da una serie di ritratti di suo padre ( a cura di C.Caujolle, Casa del Giappone, fino al 28 ottobre); un'altra esposizione presenta l'universo creativo di uno dei grandi pionieri di questo genere: Nadar, con la sua straordinaria galleria di ritratti di scrittori, artisti, poeti, etc…(a cura di David Arranz, Claustro Alto, Casa de las Conchas, fino al 31 ottobre).
"La finalità di questo festival - assicura il direttore Eduardo Margareto - non è nient'altro che quella di avvicinare il mondo della fotografia agli appassionati" , attitudine in linea con quella del fotogionalismo classico o della Magnum, atteggiamento che alcuni rifiutano perché di tipo tardo romantico decadente, e che altri invece trovano di nuova e straordinaria attualità nel contesto in cui viviamo. La cosa che positivamente caratterizza il Festival, è il suo carattere monografico che si estende alla totalità delle esposizioni, tra le quali segnaliamo "Una storia del ritratto in Spagna:1900-2000" (a cura di Manuel Garcìa, Sala San Eloy), un ventaglio panoramico sulla varia produzione ritrattistica spagnola, che attraverso il volto riprende le stratificaficazione di classe e i ruoli sociali, e che rappresenta un singolare percorso attraverso il genere in Spagna, dalle fotografie di anonimi fino ai ritratti di personalità famose. Altra mostra intrigante e singolare è quella organizzata dal Centro Portugues de Fotografia, che si intitola "Murmùrios do Tempo", e che presenta una serie di ritratti fatti dalle forze di polizia a individui perseguiti dalla giustizia e che furono schedati negli archivi giudiziari.(a cura di Teresa Siza, Museo di Salamanca)

 

(redazionale Mufo)

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