EUGENIO
MONTALE
Parole e colori
CERNOBBIO (CO) - VILLA
BERNASCONI
13 APRILE - 30 GIUGNO
2002
Le "parole"
di Eugenio Montale (Genova 1896 - Milano 1981) sono notissime
in tutto il mondo e certo l'assegnazione nel 1975 al poeta italiano
del Premio Nobel per la letteratura ha riconosciuto l'alta qualità
della sua poesia.
Montale non si è però limitato a esprimere i suoi
sentimenti con le parole, ma ha anche disegnato e dipinto, cercando
di dare visibilità immediata ai luoghi e alle cose, che
erano alle origini delle sue suggestioni poetiche.
La mostra "Eugenio
Montale. Parole e colori" che viene presentata negli spazi
della Villa Bernasconi di Cernobbio vuole proprio sondare e portare
ad una conoscenza più vasta questo versante dell'espressione
montaliana, raccogliendo una serie di lavori eseguiti da Montale
in varie epoche, a partire dai primi anni del secondo dopoguerra.
La rassegna è
il risultato di una collaborazione ormai consolidata a livello
espositivo, tra il Comune di Cernobbio e la Regione Lombardia,
Assessorato alle Culture, Identità e Autonomie, collaborazione
che nell'anno appena trascorso ha consentito la presentazione
al pubblico delle mostre "Dino Buzzati. Parole e colori"
e "Giorgio Morandi. Oli acquerelli disegni grafiche"
che hanno avuto un lusinghiero riscontro di pubblico oltre che
di critica.
L'esposizione dedicata
a Montale si compone di un'ottantina di opere tra oli su tavola
e su cartone, disegni a pastello e a matita, alcune chine e qualche
taccuino, rintracciati nelle collezioni degli eredi e in alcuni
musei, ma soprattutto nelle raccolte di personaggi della cultura
italiana (o di loro eredi) che ebbero con il poeta una lunga
frequentazione (fra gli altri ricordiamo gli scrittori Guido
Piovene e Pietro Bigongiari).
In mostra le opere pittoriche (alcune delle quali inedite) saranno
accompagnate da documenti e libri nell'intento di ricostruire
la vicenda artistica di Montale, senza per questo volergli assegnare
la patente di grande pittore, ben sapendo che egli stesso considerava
questi "lavori" una sorta di diario
anche se,
per spiegare la propria pittura, non esitava a definirla "una
sintesi tra De Pisis e Morandi".
Come per le altre rassegne del ciclo "parole e colori"
- Hermann Hesse nel 2000 e Dino Buzzati nel 2001 - la mostra
è il fulcro di una manifestazione più ampia che
comprenderà una serie di letture dell'opera di Montale
e alcuni incontri di approfondimento della sua poetica con studiosi
ed esperti della sua produzione letteraria.
L'allestimento della
mostra tenderà a raccogliere le opere per temi e a cercare
un confronto diretto tra parole (poesie, in particolare, ma anche
scritti di altro genere) e colori, operazione questa che verrà
riproposta anche nel catalogo che entrerà nella collana
già comprendente i cataloghi delle mostre di Hesse e Buzzati.
Nella mostra - che è
curata da Luigi Cavadini, responsabile scientifico delle esposizioni
di Villa Bernasconi, con la collaborazione, per l'ambito letterario,
di Stefano Crespi - non mancheranno le prime edizioni delle principali
raccolte di poesia, a partire da "Ossi di seppia" (1925),
e farà bella mostra di sé la macchina da scrivere
Underwood sulla quale Montale scrisse le sue opere più
significative.
"
Un episodio
che ho l'abitudine di raccontare a proposito della pittura di
Montale è il seguente. Qualche anno fa a Parigi portai
alcuni quadri e disegni ad un vecchio artigiano perché
facesse le cornici. Più che vecchio era antico, appartenente
a una razza civile che si sta estinguendo anche in Francia (più
lentamente che in Italia), quella dell'artigiano colto. Guardò
con indifferenza quadri e disegni che portavano firme note, e
si fermò su uno: "Questo è il più bello.
Si capisce che non è un pittore di professione. Ma è
pieno di talento, dev'essere un poeta". È il quadro
di Montale che, anche in questo momento, mi sta davanti nello
studio
".
Guido Piovene
Sito Internet
www.eugeniomontale.mostra.it
IL LIBRO - CATALOGO
A cura di
Luigi Cavadini, pp.
144, 56 illustrazioni a colori, 15 illustrazioni b/n
prezzo: Lire 25.000
Testi introduttivi
Eugenio Montale. La
pittura
Luigi Cavadini
Figure, colori, l'ombra
nella poesia di Montale
Stefano Crespi
Montale pittore
Guido Piovene
Tratto da "L'Europa letteraria", a. V, n. 26, Roma,
febbraio 1964
Per gentile concessione degli eredi di G. Piovene
Lavanda, origano!
Antonio Giusti
Tratto da Al forte dei Marmi, amici, amici!, Le Lettere,
Firenze 2002
di prossima pubblicazione. Per gentile concessione dell'editore.
Dal testo introduttivo
di Luigi Cavadini
Figure, colori, l'ombra nella
poesia di Montale
L'opera di Eugenio
Montale è unanimemente considerata come un segno primario
nel passaggio e nella considerazione di un secolo, il Novecento.
Ha la forza interiore e l'estensione per rappresentare un'esemplarità
acutamente paradigmatica nei connotati e nelle mutazioni che
attraversano il linguaggio, la sensibilità, le forme,
il movimento infinito tra poesia e prosa, parola e immagine,
evento e oggetto, lingua ed emozione.
Il libro poetico di Montale nasce e si svolge nel dialogo, nella
reciprocità con le prose e i racconti, gli articoli critici,
gli scritti sulla musica, e appunto (secondo la mostra di oggi)
con l'esercizio in proprio della pittura.
In rapporto a questa esposizione montaliana, una riflessione
di carattere generale riguarda l'attenzione molto avvertita oggi
a ritrovare il tessuto primario di poesia e pittura. È
una tematica affascinante che sembra collegarsi intimamente alle
caratteristiche dell'"epoca", della contemporaneità.
Da una parte siamo immersi in una accelerazione linguistica,
mediatica, in una sorta di orizzonte postumo. È ciò
che in esperienze specifiche della poesia viene chiamato l'inverno
della scrittura: la fine degli stili, i congedi, l'abolizione
del confine tra poesia e prosa. Dall'altra parte, e in ragione
di ciò, c'è il desiderio di ritrovare "figure"
originarie della parola e dell'immagine
[
] Nella lettura di Montale, il coinvolgimento che si prova
è proprio quell'addio definitivo alla natura: e quindi
ai colori, alle apparenze del mondo, alle sue immagini. L'immaginazione
visiva in Montale (il segno pittorico) diviene cifra disperante
dell'irrealtà di ogni cosa e di se stessi. Le immagini
che scorrono nella poesia di Montale, più che evidenza
del mondo, sono già esilio.
Nell'attraversare la poesia di Montale, l'aspetto originale,
per quanto riguarda i codici figurativi, è l'estenuante
duttilità, insinuazione pittorica che nasce nella crisi
stessa dell'immagine, del mondo fenomenico: scorre un segno pittorico,
esatto e visionario, in una crescente infinita frammentazione.
[
] Infine c'è la diretta componente pittorica in
Montale. È un aspetto che, in una riflessione più
generale, tocca la percezione dell'oggi nella sovversione dei
generi. Un'esperienza creativa, accanto a un codice primario,
autoritativo, avverte l'esigenza di praticare una discontinuità,
di decentrare il senso, di colpirlo con una specie di turbamento,
di uscire dai livelli, dalle pertinenze di una formalizzazione
liguistica. Pittori che scrivono, poeti che disegnano, le musiche
che tentano l'inespresso, la stessa pagina critica che insegue
un oggetto d'amore. Alberto Giacometti per esempio tanto era
sapiente negli strumenti espressivi (dal disegno alla pittura,
alla scultura) quanto tendeva nei suoi scritti alla pura traccia
nominale di stupore, di "imperizia" raffinata.
Rispetto al complesso, vario, mobilissimo registro della scrittura,
la pittura in Montale tende a custodire la vibrazione, una luce,
il magico istante, la "frase" che si stacca dal linguaggio.
Sono piccoli paesaggi, marine, spiagge, animali, fiori e giardini;
motivi che prendono vita su materiali occasionali; prendono forma
sul bianco della pagina davanti al quale la parola sembra arrestarsi:
"È la parte di me che riesce a sopravvivere/ del
nulla ch'era in me"
Note biografiche
1896
Eugenio Montale nasce a Genova il 12 ottobre da Domenico (detto
Domingo) e Giuseppina Ricci.
1915
Si diploma ragioniere.
Nutre la sua cultura letteraria con una frequentazione assidua
della Biblioteca Comunale Berio.
1916
Scrive la sua prima poesia nota Meriggiare pallido e assorto.
1917-1919
Dopo aver frequentato un corso come allievo ufficiale, si offre
volontario per il fronte e gli viene affidato il comando di un
posto avanzato, in Vallarsa, nel Trentino. Sarà congedato
nel 1920.
1920
Su "L'Azione" di Genova viene pubblicato il primo articolo
a sua firma.
1922
Nelle rivista torinese "Primo Tempo" sono pubblicate
le sue prime poesie.
1925
Esce la prima edizione di Ossi di seppia, pubblicata da Piero
Gobetti.
1929
In marzo è nominato direttore del Gabinetto G.P. Vieusseux
di Firenze, da dove sarà allontanato nel 1938 in quanto
non iscritto al Partito Nazionale Fascista.
Frequenta il caffè "Le Giubbe Rosse" dove incontra
letterati e artisti.
1931
Vince il Premio dell'Antico Fattore con la poesia La casa dei
doganieri.
1939
Escono a Torino, da Einaudi, Le occasioni.
Il 7 luglio realizza la sua prima acquaforte.
1943
Nei Quaderni della Collana di Lugano, curata da Pino Bernasconi,
avvocato luganese, esce Finisterre, raccolta di poesie scritte
tra 1940 e 1942 ed esportate clandestinamente da Gianfranco Contini.
1945
In vacanza a Vittoria Apuana frequenta il pittore Raffaele De
Grada che lo avvia alla pittura ad olio.
1946
Inizia a collaborare con "Il Corriere d'Informazione"
e con il " Corriere della Sera"
1947
Collabora al "Corriere del Ticino" di Lugano.
1948
Viene assunto al "Corriere della Sera" come redattore
e si trasferisce a Milano.
1955
In agosto viaggia in Normandia.
Realizza i suoi primi lavori pittorici con colori non tradizionali.
1956
Presso l'editore Neri Pozza sono pubblicati prima La bufera e
altro, poi, in edizione fuori commercio, La farfalla di Dinard.
Riceve il Premio Marzotto per la poesia.
1957
La bufera ed altro (ampliata con l'aggiunta del primo dei Madrigali
privati) viene pubblicata da Mondadori, che da quest'anno sarà
il suo editore.
1962
Presso l'Officina Bodoni di Verona viene stampata la plaquette
Satura; da Scheiwiller la strenna Accordi & Pastelli.
Sposa con rito religioso, a Fiesole, Drusilla Tanzi con cui vive
dal 1939.
1963
Il 30 aprile, a Firenze, sposa civilmente Drusilla Tanzi, che
morirà a Milano il 20 ottobre dello stesso anno.
1966
Sono pubblicati: Auto da fé - Cronache in due tempi (a
Milano, Il Saggiatore), Pastelli & disegni (Milano, All'insegna
del pesce d'oro), Xenia (San Severino Marche, Tip. C. Bellabarba,
50 copie non numerate).
1967
Il 13 giugno viene nominato Senatore a vita dal Presidente della
Repubblica Giuseppe Saragat "per aver illustrato la Patria
per altissimi meriti nel campo letterario e artistico".
1969
Su iniziativa di Raffaele Mattioli esce, presso Ricciardi, Fuori
di casa, che sarà ristampato da Mondadori nel 1975.
1970
In vacanza a Forte dei Marmi, nella casa di Susi Peterich e Antonio
Giusti, incontra molti amici e realizza una bella serie di opere
a tecnica mista, utilizzando i "colori" più
vari (caffè, tè, erba, rossetto, dentifricio, ecc.).
1971
Da Mondadori esce Satura (1962-1979), mentre Scheiwiller pubblica
La poesia non esiste.
Per Natale esce Diario del '71, a cura di Vanni Scheiwiller.
1973
Da Mondadori esce Diario del '71 e del '72.
Giorgio Lucini stampa Trentadue variazioni, a cura di Vanni Scheiwiller.
A fine novembre (a settantasette anni!) termina la sua attività
di redattore presso il Corriere della Sera.
1975
Il 10 dicembre riceve a Stoccolma dal re Carlo Gustavo di Svezia
il premio Nobel per la Letteratura.
1976
Da Mondadori esce Sulla poesia.
1977
Viene pubblicato da Mondadori Quaderno di quattro anni.
1980
Einaudi pubblica L'Opera in versi, a cura di Rosanna Bettarini
e Gianfranco Contini.
La prima edizione Mondadori è del 1981, a cura di Giorgio
Zampa.
1981
Montale muore a Milano il 12 settembre. Dopo i solenni funerali
di Stato in Duomo, viene tumulato accanto alla moglie nel cimitero
di San Felice a Ema, Firenze.
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