MUSEO MULTIMEDIALE DI ROMA E DEL MONDO ROMANO 
PER IL COMMERCIO INTERNAZIONALE

Passato - Presente - Futuro

 

IL MUSEO DELLA VIA OSTIENSE: 
"La Porta del Commercio Internazionale di Roma"
nella visione integrata della WEIO World Exporters Importers Organization

A cura di Maurizio Miranda e Francesco Macchiarella


 

Introduzione alla nuova visione

 

Gli scambi commerciali dall'intero Mediterraneo verso la Roma Antica Repubblicana ed Imperiale sono stati agevolati dalla Via Ostiense che, unitamente alla Via Portuense (dalla parte opposta del Tevere), originata dall'omonima Porta Portuensis diretta al Porto di Ostia Antica, già rappresentavano con la via fluviale del Tevere un "primo modello integrato di intermodalità moderna".

 

La Porta Ostiense riteniamo abbia rappresentato, nella visione della WEIO,  il più significativo epicentro stradale-commerciale integrato verso il Porto Imperiale di Roma, situato nel vicino quartiere Testaccio, che si estendeva fino alle falde dell'Aventino con l'Emporio, il Porticus Aemiliae ed i vari Horrea circostanti.

 

Poco dopo l'Aventino, sull'attuale Lungotevere Pierleoni, il Porto Imperiale trovava naturale colleganza con il precedente Portus Tiberinus, del periodo Repubblicano, attrezzato sull'ansa del Tevere compresa tra il Foro Boario (mercato del bestiame) ed il Foro Olitorio (mercato dei legumi e delle verdure), non lontano dal successivo Teatro di Marcello.

 

Sul lato opposto del Tevere, l'approdo lungo le banchine prospicienti la Porta Portuensis e l'omonima Via, davano rilevanza all'area sottostante il Monte Gianicolo ai cui piedi era florido un distretto artigianale-industriale caratterizzato da produzioni di vetro e di ceramiche oggetto di esportazioni da Roma verso molti lidi dell'intero Mediterraneo e finanche in India. 

 

Questa visione integrata di Vie di comunicazione, di attracco ai moli delle chiatte fluviali, provenienti da Ostia e trainate lungo le rive del fiume dai buoi, di depositi merci, di stoccaggio di derrate destinate all'Annona Imperiale, come pure di trasporti via terra lungo la Via Ostiense e la Portuense, danno di questa zona di Roma una caratterizzazione ancora moderna e complessa della gestione del commercio internazionale repubblicano ed imperiale.

 

Anche per questo motivo, la Porta Ostiense risulta vitale "Porta del Commercio Internazionale". Infatti essa risulta equidistante tra quanto sopra descritto e gli altri Horrea dell'Aventino minor (attuale San Saba) e gli Horrea di Agrippa alle pendici del Palatino (vicino al Foro Romano), nonchè nei confronti delle altre vie di comunicazione, in senso opposto, dell'Ardeatina, dell' Appia (Regina Viarum) e della Via Latina e relative Porte.

 

 

 

Il Museo della Via Ostiense

 

Il Museo della Via Ostiense è ospitato nella Porta Ostiensis (attuale Porta San Paolo) attigua alla Piramide di Caio Cestio, alla fine di Viale Aventino in Roma.

 

La Porta Ostiensis è, insieme alla Porta di San Sebastiano (sulla Via Appia) sicuramente quella nel miglior stato di conservazione nell'ambito delle Mura Aureliane.

 

La Via Ostiense conduceva direttamente alla città di Ostia Antica ed all'omonimo Porto marittimo di Roma (prima di Claudio, poi Nerone ed infine Traiano).

 

E' curioso osservare, tuttavia, che il più antico percorso della Via Ostiense transitava per una "postierla" (posterula), a Sud della Piramide di Cestio, che fu poi chiusa durante l'età di Massenzio.

 

Il nome attuale della Porta, detta di San Paolo, deriva dalla grande Basilica paleocristiana di "San Paolo Fuori le Mura" che dista circa 2 km dall'inizio della stessa Via Ostiense.

 

Originariamente, la Porta presentava due ingressi inquadrati da Torri di pianta semi-circolare. Nel periodo di Massenzio (306-312 d.C.) vennero aggiunti due muri a tenaglia con la contro porta, anch'essa con due fornici in travertino.

 

Con Onorio (395-423) si ridussero i due fornici dell'ingresso principale ad uno solo e si rialzarono le Torri. 

 

Da questa Porta entrarono  in Roma i Goti di Totila nel 544 d.C. durante la guerra Goto-Bizantina.

 

Attualmente i vani all'interno dei torrioni dell'edificio ospitano il Museo della Via Ostiense che accoglie i pregevoli plastici del Gismondi  (1937) che rendono evidente com'erano, rispettivamente, la città di Ostia Antica e il Porto di Traiano nella sua forma esagonale.

 


La Piramide di Caio Cestio e la "Porta Ostiensis" (attuale Porta San Paolo) che ospita il Museo della Via Ostiense.

Museo della Via Ostiense

Via R. Persichetti, 3 - 00153 Roma
Tel. 06 5743193

Ingresso gratuito

ORARIO: 9-13.30 (martedi e giovedi anche dalle 14.30 alle 16.30)


 

 

Il nuovo progetto del Museo

 

Il Dr. Angelo Pellegrino, Direttore del Museo, ha curato il Progetto scientifico per il prossimo ripristino e ristrutturazione degli ambienti interni e dell'area esterna museale con il coordinamento della Sopraintendenza Archeologica di Ostia, diretta dal Soprintendente Prof.ssa Anna Gallina Zevi, e dal Soprintendente, Prof. Eugenio La Rocca, dei Bani Culturali del Comune di Roma.

 

Il nuovo progetto valorizzerà le Campagne Archeologiche ancora in corso lungo tutta la Via Ostiense che hanno messo in evidenza il ritrovamento di vestigia e reperti archeologici di grande pregio, anche di tipo sepolcrale. Tali scoperte gettano nuova luce, sotto vari punti di vista, sul ruolo fondamentale della Via Ostiense nel congiungere Roma con Ostia e viceversa.

 

In definitiva, la visione integrata della WEIO promuove la valorizzazione del Museo della Via Ostiense nel ruolo di protagonista e promotore di un Centro di una Rete Nazionale Museale "multi-polare e multimediale" di 102 Musei, Siti archeologici o Scavi di Età Romana in 20 Regioni italiane.

 

Roma viene trattata, ma separatamente, in quanto "Rete integrata entro le Mura Aureliane".

 

 

Rilievo marmoreo del porto di Traiano rinvenuto a Porto (Fiumicino), conservato presso il Museo d'Arte Torlonia

In basso, altri rilievi marmorei degli aspetti portuali di attracco e di scarico delle merci nel Porto di Ostia Antica

 

                                     

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