BELLES VUES DE PARIS

Vedute di Parigi, dai "grands panorama"

alle cartoline postali Incisioni, acqueforti,

stampe fra ‘800 e ‘900

L’esposizione si apre con un grande panorama a colori del 1853 di circa 6 metri che costituisce da solo un evento espositivo. Ad esso si aggiungono altri "rouleaux", vedute a colori e in bianco e nero che forniscono un esempio assai interessante dell’ evoluzione delle tecniche e dell’approccio degli artisti con la propria città, nella vedutistica parigina fra i due ultimi secoli. Parigi appare nel suo splendore monumentale, nella sua "grandeur" ancor prima degli interventi di Haussmann; si propone nelle immagini di Aubrun, Bayot, Benoist, Gaildran, Guerard, intorno agli anni della Commune, per riaffermarsi nelle vedute a colori della Belle Epoque dell’italiano Scoppetta o nelle immagini dei pittori Carles Boldrin, Maurice Baile o Parisot... della prima metà di questo secolo. Vari i luoghi riprodotti, da Montmartre alla Porte Dauphine, da Place de la Concorde, alla Tour Eiffel, a Notre Dame, al Marché aux puces...sino alla Senna nella quale, insieme ai battelli, sembrano navigare idealmente secoli di storia. Nelle strade parigine, gentiluomini in redingotte lasceranno presto spazio a signorine in abiti di Chanel. Ombrellini da sole e vecchi "landaux" evocano una città smagliante che cambia pelle con mutare del secolo. Dalle pale rosse del Moulin Rouge parte una ventata di follia che attraversa la città brulicante fra cupole e vecchi palazzi, fra monumenti e fontane, fra bouquinistes e negozietti dalle mille sorprese che non sono mai mancati nel tempo a Parigi.. Luoghi cari a Balzac, Victor Hugo, Proust, come a Zola si mescolano alla sontuosità della Madeleine o dell’Arc de Trionphe o dell’Opéra dove omnibus trainati da cavalli lasciano il posto alle prime Renault senza turbare il piacere dei parigini per una "promenade" non ancora inquinata dai gaz dell’odierna frenesia automobilistica. Una mostra, dunque, che fa riaffiorare ricordi e nostalgie, profumi di un’epoca in cui le emozioni ed i piaceri non erano forse diversi da quelli odierni ma che si vestivano di un particolare fascino sotto lo sguardo compiaciuto e complice della poesia, oggi, fuori moda in una Parigi dai ritmi informatici. Una Musa che si mostra sempre meno, forse per pudore o per paura di essere fraintesa. Ieri faceva capolino dalle stradine della Montagne Sainte-Geneviève, da quelle dell’Ile Saint Louis o del Marais, oppure dalle pieghe di una seta frusciante che lasciava spazio alla fantasia. Oggi riuscirebbe a farlo dalla Défense o da un minitel? Chi sa Successivamente i Fratelli Franconi faranno sorgere il Cirque Olympique. Nel 1841 Louis Dejean fondava un suo circo che prenderà il nome di Cirque d'Eté des Champs-Elysées. Qualche tempo dopo, nel 1851, fonderà anche il Cirque d'Hiver, uno dei luoghi più celebri del divertimento parigino. Questi ultimi due circhi accoglieranno varie forme di spettacolo e di divertimento anche nel nuovo secolo.