ÇA C’EST PARIS!

Un secolo di canzoni a Parigi (1860 -1960)

 

La mostra riunisce una ricca documentazione sulla canzone a Parigi, da poco oltre la metà dello scorso secolo alla metà del Novecento. Partendo dai cabarets della Butte Montmartre, dal Café Chantant e dal Café Concert alle canzoni popolari, le canzoni di strada ironiche e graffianti, alle canzoni per l’infanzia sino alle canzoni d’autore degli anni ‘30 e ‘40, alle canzoni della "rive gauche" negli anni ‘50, l’esposizione contiene documentazione rigorosamente d’epoca proveniente al 90% dal Museo Parigino a Roma. Manifesti, spartiti illustrati, documenti autografi e lettere, libri illustrati, tavole illustrate, foto, riviste e giornali, stampe cromolitografiche, programmi di sala, dischi, rulli per fonografi, fonografi, radio...Inoltre vi sarà una parte documentaria composta da dischi, spartiti recenti, libri video e filmati. Parigi si propone attraverso i suoi maggiori interpreti: Beranger, Bruant, Mac-Nab, Polin, Mayol, Yvette Guilbert, Eugénie Buffet Mistinguett, Damia, Maurice Chevalier, Josephine Baker, Tino Rossi, Line Renaud, Louis Mariano, Edith Piaf, Yves Montand, Charles Trenet, Juliette Greco... e tanti altri protagonisti della temperie musicale parigina fra i due secoli. Un passo indietro nel tempo con le atmosfere di una volta, il profumo di un’epoca, quella della java, delle valses musettes e dei tanghi delle gigolettes, l’odore dei vecchi bistrots, delle boites e delle caves, le note penetranti degli accordéons e degli orgues de Barbarie, le vecchie pianole da strada... voci di una Parigi della memoria, musica, e ancora musica. Tutto ciò restituito al pubblico dal mondo dell’illustrazione e dell’arte documentaria, dalla grafica d’epoca con i suoi grandi maestri (Toulouse- Lautrec, Cheret, Steinlen, Roedel, Willette, Gray, Grün, Robida, Raffaelli, Stevens, Vidal...), quando la carta era regina incontrastata dell’informazione, quando l’immagine colorata, decorativa faceva bella mostra di sé nei chioschi lungo la Senna o nei grands boulevards, quando le dive della canzone sembravano ammiccare i passanti dalle affiches incollate sulle vecchie "Colonnes Morris", alla luce dei grandi fanali e dei landaux che solcavano le notti parigine. Fumo, champagne, salotti, palchi riservati, piaceri, donne charmantes con boa di struzzo e cappelli piumosi, spumeggianti gentlemens in cilindro facevano fremere la vecchia Parigi. Le note echeggiavano dai "kiosques à musiques", nel Bois de Boulogne, nei "cafés concerts", per le strade e nelle sale-prova dei "passages" di Boulevard Strasbourg per giungere all’Ambassadeurs, al Casino de Paris, all’Olympia... e poi le voci dei fonografi e della radio a valvole che ha portato la musica francese nel mondo. Al Moulin Rouge, alle Folies Bergère, al Lido, nella Montmartre degli artisti, nella Pigalle dei piaceri, nei cafés littéraires e nei locali del Quartiere Latino o di Montparnasse si è consumato un rito comune, irripetibile, indimenticabile.