SA MAJESTE' LE CHAT!

Il gatto a Parigi fra ‘800 e ‘900 ",dai

dallo Chat Noir alla cartolina postale.

 

 

L’esposizione è dedicata ai gatti parigini nell’illustrazione ed è realizzata con documentazione d’epoca di straordinario fascino che va dagli storici manifesti dello Chat Noir, passando per la cartolina postale degli anni ‘30 sino ad alcune opere degli anni ‘50: manifesti, tavole illustrate, riviste, libri illustrati, figurine pubblicitarie, spartiti, découpages, giochi di società, cartoline postali... tutto dedicato a Minou e Mimine, i nomi familiari dati dai parigini al gattino e alla gattina. Ma dove nascono i nostri eroi? Le Chat Noir, luogo di incontro storico fra gli artisti della fine del secolo, dal 1881 e per una quindicina di anni ha segnato la fortuna non solo del vecchio quartiere parigino ma dell’intera vicenda artistica francese. Steinlen, Willette, Rivière, Mars, Job e molti altri artisti hanno portato nel mondo l’immagine di Parigi attraverso i loro manifesti. Charles Perrault, Jean de la Fontaine, Honoré de Balzac, Emile Zola, Maupassant, Théophile Gautier, Baudelaire, Erik Satie, Pierre Loti, Suzanne Valadon, Colette... e la lista potrebbe non finire mai, si sono aggiunti ad essi nel rendere, attraverso le pagine letterarie o musicali, omaggio ai gatti parigini (di alcuni compaiono i testi in mostra e in catalogo). Il celebre locale di Montmartre fondato da Rodolphe Salis nel 1881, che aveva per insegna proprio un gatto nero, vantava una rivista con un suggestivo frontespizio in cui appariva il famoso gatto sullo sfondo del Moulin de la Galette e si gloriava, inoltre, di una vita mondana frenetica. Musicisti, poeti e letterati, pittori e illustratori, scultori, attori, semplici avventori, vi giungevano da tutta Parigi per ascoltare le canzoni graffianti degli chansonniers o per assistere agli spettacoli del teatro d’ombre. I musicisti Debussy, Satie, Charpentier, l’attrice Sarah Bernhardt, gli scrittori Charles Cross, François Coppée, l’illustratore André Gill sono stati i più assidui frequentatori del noto cabaret montmartrois. Per esempio, Monsieur Sadi, dans sa maison Il songe, è il titolo di uno dei tanti disegnini che Erik Satie amava fare tra una composizione musicale e una stravaganza. Egli si raffigura nella sua casa- armadio accanto ad un gattino accovacciato ai piedi del pianoforte. Il gatto, infatti, ha ispirato un po' tutti gli artisti dell’epoca, dividendo il successo con il cane, altro eroe dell’immagine fin de siècle. In mostra, arcuato, inquietante, nero, appare nei manifesti storici dello Chat Noir, quello di Steinlen e quello di Rivière, esposti con la rivista Chat Noir e i rari spartiti di Mac Nab, ma anche con alcune copie di Gil Blas e con le raccolte di canzoni di Aristide Bruant. Nel Novecento, pigro, fulvo o grigio, dal ron ron suadente, sovente pronubo, accompagnava le belle dame quasi sempre scollate, seminude ma eleganti sulle copertine di riviste in voga come Le Sourire, Le Rire, La Vie Parisienne, L’Assiette au Beurre, Pages Folle.