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LES TROIS COUPS!

Il teatro a Parigi fra '800 e '900

Una mostra che rappresenti il teatro parigino è un’impresa non facile, proprio per la diversità fra l’immagine in divenire dell’arte teatrale e quella stampata che, invano potrebbe con i propri mezzi riprodurlo. Azione, parola, atletismo del corpo, movimento, colori, luci, costumi, scene, poesia, musica, danza, tutto insieme è teatro, e solo tutto insieme, con il pubblico dinanzi, poiché non può esserci spettacolo senza il proprio naturale destinatario. Questa mostra non pretende di raccontarne la storia, desidera solo offrire alcune suggestioni, far affiorare ricordi, tentare di far rivivere emozioni che i documenti cercheranno di rendere il più possibile vive. D’altronde una storia lunga come quella della scena parigina non è facile da raccontarsi. Lasciando alle spalle i secoli passati, l’esposizione inizierà il suo percorso dalla fine dell’Ottocento sino agli anni Sessanta, dalle immagini teatrali nelle stampe di Willette, Dillon e Chéret sino alle foto di Jeanne Moreau e di Gérard Philipe per citare due esponenti fra i più famosi di questa vicenda culturale. Senza andare troppo a ritroso è bene ricordare però alcune date fondamentali della sua lunga storia (si segnala di Jacqueline de Jomaron, Le Théâtre en France, Ed. Armand Colin, Paris 1992):

-nel 1629 Richelieu consentiva l’installazione a Parigi di due troupes teatrali fisse;

-nel 1680 nasceva la Comédie Française,

- nel 1791 la Rivoluzione francese proclamava la libertà dei teatri.

- nel 1887 Antoine creava il Théâtre Libre, un’autentica svolta, capace di rivoluzionare la scena in tutta la Francia. Il teatro vivrà una nuova stagione, passando dal "boulevard" all’impegno di rinnovamento, aprendo le proprie porte attraverso cui passeranno le diverse tendenze che il neonato secolo imporrà.

nel 1950, dopo le angustie della guerra, appariva Jean Vilar, nominato direttore del T.N.P., il cui avvento segnerà la decentralizzazione del teatro e l’apparizione di una nuova drammaturgia con autori della statura di Adamov, Ionesco, Beckett, Genet. Fra la fine dell’Ottocento e questo secolo, il mutamento ormai avviato e consolidato, offriva allo spettatore parigino una straordinaria ricchezza di generi teatrali e di luoghi, deputati o alternativi, per assistere ad uno spettacolo. A fianco dei prestigiosi teatri come la Comédie Française, risorta dalle sue ceneri dopo l’incendio del 1900, o come lo Châtelet o l’Odéon, risaltavano teatri come il Vieux-Colombier, il Théâtre Antoine, il Gymnase o il Sarah Bernhardt oppure come la Michodière, il Marigny, il Théâtre e la Comédie des Champs-Elysées e tanti altri luoghi passati al teatro dal cabaret o dal music-hall.

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