CHE SPASSO! QUEL RIRE!

Le copertine delle riviste satiriche e di costume

a Parigi fra il 1850 e il 1959

Che spasso! Viene spontaneo esclamarlo nell' ammirare queste coloratissime copertine tutte dedicate alla vignetta , al divertissement, alla satira più o meno graffiante, alla boutade. Regno incontrastato dell'arte illustrativa, la caricatura è stata corollario gustoso della vita sociale francese e parigina in particolare, contrappunto visivo ai momenti salienti della storia e del costume di un popolo in effervescenza secolare. L'illustrazione in Francia deve tener conto di "mostri sacri" come Grandville, Daumier, Bolly o Gavarni o di autori come Jean-Victor Adam, Charles Vernier, o Auguste Bouquet i quali nel XVIII e XIX secolo hanno influenzato tutta la produzione satirica non solo francese. Cham, André Gill e poi Ibels, Forain, Caran d'Ache, Willette oltre a dardeggiare contro i costumi si lanciavano strali l'un l'altro. Tra le riviste in mostra, alcune celebrità della satira come La Caricature, La lune, Psst!, Le canard enchainé, alle quali fa seguito un centinaio di copertine di altre riviste fra le più indicative e importanti apparse a Parigi fra i due ultimi secoli. Con La nouvelle lune, Diogène, ecco in mostra Le Trombinoscope, poi Le Chat Noir di Rodolphe Salis, Gil Blas, e Le Mirliton di Aristide Bruant, ma anche La Gaudriole, una rivista di racconti gioiosi, ridanciani, gaulois. E poi Le Frou-Frou, tipico giornale della Belle Epoque, frivolo e mondano, tutto dedito alla vita notturna e peccaminosa. In mostra anche Le journal amusant, Nos loisirs, Le petit journal pour rire a fianco di riviste di grosso calibro satirico come Le Charivari, Candide, Le Rire, L'Assiette au beurre. Tra le angustie della prima guerra mondiale furoreggia La Baionnette, La vache enragée, Les potins de Paris, Le carnet de la semaine. Fra i vignettisti e illustratori della mostra c'è una gara all'ultimo inchiostro, nero o rosso che più rosso non si può. Steinlen, Redon, Willette, Hellé, Jeannot,, ma anche Dépaquit, Herouard, Guillaume e tanti altri nomi "a piè di pagina" delle innumerevoli delizie e raffinatezze che la mostra offre al visitatore. Una passerella zeppa di immagini esilaranti, con doppi e tripli sensi, di donnine seminude come Zuzy de l'Ecole des beaux fards o come la Jem'enfichiste nelle copertine di Le Sourire o della Vie Parisienne, e via dicendo e …sbirciando. Oggi a distanza di quasi un secolo, tutto appare più candido di uno sbuffo di cipria. E se un gluteo rosa sotto gli occhi sgranati di un impettito militare è un tantino osé, eroismo o erotismo servivano ad aguzzar la vista o a tenere alto il morale, e honni soit qui mal y pense!

 

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