Con il patrocinio di: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI COMUNE DI PARIGI Direction des Affaires Culturelles COMUNE DI ROMA Assessorato alle Politiche Culturali Sotto gli auspici: MINISTERO PER I BENI CULTURALI E AMBIENTALI Istituto Centrale per i Beni Librari, Istituti Culturali e l’Editoria

comunicato stampa

MOSTRA: P A R I S  C L O C H A R D 

 I clochards e i bassifondi di Parigi fra ‘800 e 900

 FERRARA - MIL - MUSEO DELL'ILLUSTRAZIONE

Casa Frescobaldi - Via Frescobaldi, 40

SINO AL 31 AGOSTO  2000

Orario di tutti i giorni: 10,00 - 13,00 / 15,00 -18,00  

Clochard. Basta la parola per far emergere una miriade di ricordi letterari, d’arte, di cultura, una ricchezza straordinaria di impressioni, di sentimenti frammisti a sotterranea ammirazione, ansie, pene e timori per il mondo sconosciuto, irraggiungibile e composito di questi funamboli della vita, in bilico tra l’essere e il non essere. Secondo l’articolo 270 del Codice penale francese "i vagabondi, coloro che non hanno domicilio, né mezzi di sussistenza e non esercitano un mestiere" sono clochards, deboli, ovvero coloro che , secondo l’etimologia, camminano "à cloche-pied". Ma non è solo questo. Parigi fra ‘800 e ‘900 ha accolto una compagine variegata di figure, personaggi che in qualche modo hanno alimentato la "corte dei miracoli", i bassi fondi della Ville Lumière. Prostitute, protettori, infanzia abbandonata e da recuperare, mendicanti, malviventi, poveri diavoli, diseredati ed umili sono entrati nel mondo letterario e dell’arte accaparrondosi un posto d’onore presso gli illustratori e i disegnatori parigini. A leggere il Dictionnaire de Paris si scopre che i clochards sono gli ultimi di una lunga tradizione. Vagabonds, gueux, truands et larrons rappresentarono un terzo della popolazione parigina e meno di un sesto fra il regno di Filippo Augusto e quello di Luigi XVI. Alla fine dell’Ottocento, persa l’etichetta di flagello sociale" i clochards, portatori sani di quel vessillo di libertà e di "anarchie de l’esprit", Re di se stessi e della propria solitudine, avevano creato un sindacato con il proprio Journal che segnalava le cerimonie e le case caritatevoli, oltre ai migliori consigli da seguire: "Non domandare danaro ma abiti, presentandosi piuttosto come una vittima della reazione". Nella Parigi "lumière, della Belle Epoque, tra lo sfolgorio della vita mondana e brulicante delle notti parigine, si annidava il "bubbone" della povertà e dell’emarginazione. Esso riuscirà a suo modo ad alimentare lo charme della città attraverso quella poesia che emanava la durezza di una vita degna di attenzione e rispetto e che scrittori, pittori ed artisti hanno sublimato in modo incomparabile. Senza fortuna, delinquenti o filosofi, venivano così classificati in un libro di A. Vexliard sulla psicologia del clochard. La strada, così ben raffigurata nelle pagine" di Aristide Bruant, i gabinetti pubblici, le discariche delle Halles, più raramente gli asili, i "non luoghi" questi costituivano il loro teatro d’azione. Gente senza fede né speranza, tantomeno scrupoli, puttane e protettori, malavitosi, mendicanti questi i loro compagni di strada e di vita. Eppure i clochards riuscivano a far palpitare il cuore della cultura e dell’arte, per quel fascino apparentemente ingiustificabile ma insinuante che riescono "malgré tout" a trasmettere. Esiste uno "charme du clochard", poiché in ognuno di noi si annida un pensiero remoto che attira e respinge. Non possedere nulla con la speranza così di avere tutto. Una "filosofia" che si ritrova nella straordinaria storia di un uomo che per predicare la povertà sinonimo di ricchezza finì su una croce da Re e da "clochard". La mostra "Paris Clochard", realizzata dal Museo Parigino a Roma  e dal Mil- Museo dell'Illustrazione di Ferrara, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Comune di Parigi, Direction des Affaires Culturelles, del Comune di Roma-Assessorato alle Politiche Culturali sotto gli auspici del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali- Istituto Centrale per i Beni Librari, gli Istituti Culturali e l’Editoria, raccoglie grandi manifesti, tavole illustrate, stampe litografiche, riviste e libri. Essa vuole riproporre a oltre un secolo di distanza quelle mitiche figure che hanno caratterizzato una certa creatività artistica, che hanno vivacizzato la vita notturna e sotterranea della capitale francese divenendone protagonisti. Pittori, illustratori e disegnatori come Steinlen, Cheret, Poulbot, Draner, Willette, Toulouse-Lautrec, Delannoy, Dupuis, Vogel, Mirande insieme a letterati quali Honoré de Balzac, Victor Hugo, Aristide Bruant e i poeti dello Chat Noir, Francis Carco, Emile Zola hanno ognuno a suo modo, raffigurato una tessera del grande mosaico di quella condition humaine assurta a fenomeno d’arte e di cultura. La mostra, aperta sino al 31 Agosto 2000, è a cura di Cesare Nissirio. Il catalogo, edito da Athena Parthenos, accoglie anche un’antologia di testi di Aristide Bruant, fondatore nel 1884 del mitico Chat Noir di Parigi, al quale è dedicata la mostra. Gli orari di apertura:  

Associazione Culturale Scambi Internazionali   

 Via Cremona, 40 - 00161 Roma - Tel e Fax 06 44237261 - e-mail:  cesaren@tiscalinet.it


MUSEE PARISIEN A ROME
 Direzione: Via Cremona, 40 - 00161ROMA
Tel. e Fax 0039 6 44237261

email:museopar@tin.it

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