Talidomide, il veleno del profitto
Quarant'anni fa la "Welt am Sonntag" rivelava che il farmaco, distribuito in tutto il mondo alle gestanti, era causa di malformazioni congenite nei neonati
Il manifesto www.ilmanifesto.it
Quarant'anni fa tutto il mondo inorridiva nell'apprendere che per
effetto di uno psicofarmaco sedativo (il talidomide), somministrato a donne nei primi mesi
di gravidanza, erano nati migliaia di bambini colpiti da mancato sviluppo degli arti
(focomelia) e da altre gravissime deformità. Quel farmaco era stato inizialmente
introdotto sul mercato tedesco con il nome di Contergan da un'industria
farmaceutica tedesca, la Chemie Grünenthal di Stolberg, che ne propagandava
l'assoluta innocuità anche quando, come vedremo, gliene erano già noti gli effetti
tossici. La ditta tedesca si era prodigata, per incrementare i propri profitti, nella
diffusione del talidomide in diversi altri paesi disseminandovi, così, la sventura dei
bambini e la disperazione delle famiglie: 6.000 nella Germania Occidentale, 400 in Gran
Bretagna, circa 150 in Svezia, probabilmente altrettanti in Italia, e altri altrove per un
totale compreso, secondo caute stime, tra gli 8.000 e i 10.000 casi. Dato che il tasso di
mortalità dei bambini vittime del talidomide si aggira intorno al 40%, il numero
originale dei casi è stato così considerevolmente ridotto. Le possibilità di
sopravvivenza, nei casi gravi, sono infatti molto ridotte, a causa dell'estrema
sensibilità alle alte temperature, dovuta alla mancanza delle estremità che svolgono un
ruolo importante nella termoregolazione del corpo.
Un così orrendo crimine sarebbe rimasto celato nella disperazione "privata" di
migliaia di famiglie, ciascuna convinta della propria singolare sventura, se alcuni
medici, avvocati e giornalisti non l'avessero portato a evidenza, dimostrandone le cause e
denunciandone le responsabilità. A loro e alla parte migliore della stampa straniera si
deve se la tragedia del talidomide ha avuto fine. Contro di loro si schierarono
l'establishment medico abituato a compiacere l'industria farmaceutica, e il potere di
questa. Come adesso vedremo, la Chemie Grünenthal non lasciò nulla di intentato per
nascondere la verità, acquisire il silenzio di chi la conosceva, intimidire l'onestà di
che la dichiarava. Così Giulio A. Maccacaro introduceva nel 1973 il libro di H.
Sjöström e R. Nilsson Il talidomide e il potere dell'industria farmaceutica,
pubblicato da Feltrinelli e al quale faremo ampio riferimento.
Un'indagine compiuta negli anni '60 rilevava che nella Germania Occidentale c'erano più
di duemila fabbricanti di farmaci, dei quali nemmeno il 2% disponeva di soddisfacenti
reparti farmacologici e sperimentali moderni. Il numero di prodotti farmaceutici
registrati superava i 60 mila: una cifra in aperto contrasto con quelle degli altri paesi
come Usa e Svezia dove, nello stesso periodo, furono registrati, presso gli enti
competenti, rispettivamente 6.000 e 3.000 farmaci. L'atipica situazione tedesca era
causata dalla mancanza di un adeguato controllo dei farmaci esercitato dalle autorità.
Infatti, la registrazione di un nuovo farmaco, fino al 1961, in Germania Occidentale era
una pura formalità, tanto che la legge del novembre 1958 sui farmaci affermava: "La
legge non esige che i farmaci specializzati sottoposti alla registrazione vengano
sperimentati per accertare la loro efficacia terapeutica".
La società farmaceutica Chemie Grünenthal aveva alle spalle una storia relativamente
breve: fondata nel 1946 a Stolberg dalla Dalli Werke, Mäurer & Wirtz (che
fabbricava saponette, detersivi e cosmetici), iniziò la sua produzione in una fonderia di
rame abbandonata. Hermann Wirtz, uno dei soci della Dalli Werke, Mäurer & Wirtz,
divenne direttore della nuova società.
Durante gli anni '50 la Chemie Grünenthal produceva vari tipi di antibiotici, dei quali
pochi venivano venduti sotto il nome della ditta, mentre grossi quantitativi erano
prodotti per altre società. Ma dato che per competere sul mercato dei farmaci, una ditta
farmaceutica deve avere un interesse nei propri prodotti, la Chemie Grünenthal non volle
essere da meno, ed ecco che dai suoi "laboratori" fece uscire il talidomide: un
farmaco completamente nuovo che le dischiuse un settore completamente nuovo, quello dei
sedativi e dei sonniferi. Del talidomide, commercializzato col il nome di Contergan, la
Chemie Grünenthal, verso la fine del 1957, informò i medici del suo nuovo sedativo.
La Chemie Grünenthal combinò il talidomide con altri prodotti farmaceutici come
l'aspirina, la fenacetina, il chinino la bacitracina ecc, tanto che i tedeschi assunsero
farmaci al talidomide per curare disturbi come raffreddore, tosse, influenza, nervosismo,
nevralgie, emicrania e asma. Un preparato liquido, espressamente preparato per i bambini,
divenne la baby-sitter della Germania Occidentale. Gli ospedali lo impiegarono per sedare
i bambini prima di eseguire studi encefalografici e, naturalmente, il Contergan
"regalò" a molte donne incinte buone notti di sonno. Un'inserzione
pubblicitaria in Gran Bretagna sottolineava la non nocività del farmaco, mostrando un
bambino che si accingeva a prendere un flacone del prodotto dall'armadietto delle
medicine.
Nel 1958 la campagna pubblicitaria del Contergan assunse proporzioni massicce: 50
inserzioni sulle riviste mediche; 200.000 lettere inviate ai medici; 50.000
"circolari terapeutiche" furono inviate a medici e farmacisti. Ebbe inizio una
massiccia campagna pubblicitaria per l'uso del farmaco in pediatria e in geriatria. Fu
inoltre ripetutamente raccomandato l'uso del talidomide nei casi di diabete e disturbi al
fegato. L'azione promozionale della Chemie Grünenthal portò a un consumo del talidomide
in ogni categoria e gruppo di età immaginabile.
Contemporaneamente si passò al lancio del prodotto sul mercato internazionale, e infine
il talidomide fu venduto, per la produzione su licenza, a undici paesi europei (tra cui
l'Italia), a sette paesi africani, a diciassette paesi asiatici e a undici dell'emisfero
australe.
Nella pubblicità del talidomide fu sottolineata in modo particolare la "completa
atossicità" del farmaco. Affermazione sostanzialmente basata sul fatto che era stato
praticamente impossibile uccidere le cavie iniettando loro qualsiasi quantità di farmaco
con una sola dose. "La sostanza acidimide N-ftalilglutamica (talidomide) è così
atossica che può essere somministrata persino ai neonati e ai bambini", scriveva la
Chemie Grünenthal su una lettera indirizzata a tutti farmacisti della Repubblica Federale
di Germania.
Il 1 agosto 1958 a 40.245 medici generici venne inviato uno studio del dottor Blasiu.
Nella lettera di accompagnamento la Chemie Grünenthal descriveva il Contergan come il
miglior farmaco da somministrare alle gestanti e alle madri che allattano: farmaco che
"non danneggia né la madre né il bambino". Tutto si basava sull'assenza della
tossicità acuta del talidomide, ma già allora, e da tempo, i farmacologi avevano
constatato che una bassa tossicità acuta non era una garanzia che un farmaco continuerà
ad essere innocuo quando viene assunto ripetutamente anche in dosi deboli per un periodo
prolungato di tempo. In una circolare inviata a tutti i medici liberi professionisti
durante la primavera del 1959 si poteva leggere: "Anche con dosi eccessive e un
consumo prolungato l'efficacia del farmaco non viene ridotta da effetti collaterali
indesiderati".
Con l'esplosivo aumento delle vendite del Contergan nel 1959, aumentò anche il numero di
rapporti critici sugli effetti del farmaco: medici e farmacisti inviarono rapporti in cui
riferivano casi di grave costipazione, vertigini, malessere, perdita della memoria,
diminuzione della pressione arteriosa e altri sintomi paradossali. Questi effetti
collaterali furono minimizzati dalla società e attribuiti all'assunzione del farmaco in
dosi eccessive e per un periodo prolungato.
Nel settembre 1958, all'ospedale regionale di Hellersen l'uso del Contergan venne sospeso
in considerazione delle gravi reazioni allergiche sotto forma di gravi casi di porpora
(emorragie cutanee locali). La notizia che questi effetti collaterali sarebbero stati
illustrati dai medici di quell'ospedale in un articolo, mise in allarme la Chemie
Grünenthal, e in un rapporto del 12 ottobre 1959 si legge: "Secondo i nostri
accordi, il dottor Michael verrà giovedì 13 ottobre per chiarire la situazione in modo
da evitare un'eventuale pubblicazione".
Nell'agosto del 1959 anche la Pharmakolor AG, l'associata svizzera della Chemie
Grünenthal, in un rapporto dichiarava che 20 medici avevano informato di gravi affetti
collaterali correlati al talidomide.
Poiché gli effetti collaterali erano reversibili, a Stolberg non furono presi in
particolare considerazione. Ma per la società farmaceutica, la situazione divenne molto
più seria quando il 3 ottobre 1959 ricevette un rapporto scritto dal neurologo Ralf Voss
di Düsseldorf. Questo medico aveva osservato un caso di neurite multipla, probabilmente
causata dall'assunzione di Contergan. Il tipico quadro di una neurite multipla tossica
comprende gravi dolori muscolari e crampi nelle estremità, debolezza degli arti, disturbi
dei riflessi e della coordinazione degli arti. Va notato che già nel 1956, esperimenti
clinici compiuti col talidomide avevano evidenziato la comparsa di un caso di neurite
multipla.
Durante il 1960 le vendite del talidomide continuavano a salire, e nel maggio esse
costituivano il 46% dell'intero fatturato della Chemie Grünenthal. Ma verso la fine dello
stesso anno, la Chemie Grünenthal aveva ricevuto 1.600 rapporti su vari effetti
collaterali la cui causa era collegata al talidomide, e fra i quali erano descritti oltre
100 casi gravi di neurite multipla, che salivano a 400 nel febbraio 1961 e a 1.300 nel
maggio dello stesso anno.
Il 21 novembre 1960 un rappresentate della ditta di Stolberg faceva visita al professor
Laubenthal e al suo primario dottor Raffauf, che avevano ripetutamente segnalato casi di
neurite multipla. Quando il dottor Sieviers della Chemie Grünenthal seppe che Raffauf
intendeva pubblicare i risultati delle sue ricerche, egli cercò di convincere il primario
a non farlo. Laubenthal e Raffauf si opposero alla richiesta. Allora la Chemie Grünenthal
intervenne sulla redazione della Deutsche Medizenische Wochenschrift che doveva
pubblicare l'articolo ricevuto nel settembre del 1960. Di fronte alla protesta degli
autori per la mancata pubblicazione dell'articolo, la rivista si scusò sostenendo che vi
erano troppi necrologi da stampare. Raffauf dirà successivamente che "ciò sembrava
francamente grottesco. Nella nostra clinica discutemmo infatti sulla possibilità che la
rivista stesse tirando in lungo perché era preoccupata di ottenere meno inserzioni
pubblicitarie se avesse pubblicato l'articolo".
Diventando la situazione sempre più pesante, la Chemie Grünenthal assunse anche un
detective privato per segnalare i nomi dei medici che avevano un atteggiamento ostile nei
confronti del Contergan, e in un suo rapporto si legge: "Il padre del dottor B è un
ex comunista e ora è iscritto alla Sed".
Nel luglio 1961 la Chemie Grünenthal dovette affrontare la questione della sicurezza del
talidomide durante la gravidanza. Il problema fu sollevato dal primario del reparto
ginecologico dell'ospedale di Heilbronn.
Durante un congresso dei pediatri della Germania Occidentale tenuto a Düsseldorf il 18
novembre 1961 si parlò di una misteriosa esplosione di focomelia (dal greco phoke=
pinna e melos= arto), cioè di bambini che nascevano con le braccia così corte che
le mani sembravano spuntare quasi direttamente dalle spalle, e anche le gambe presentavano
deformazioni. In questo contesto il dottor Lenz di Amburgo rivelò che aveva
sperimentalmente attribuito queste malformazioni alla somministrazione di un diffusissimo
farmaco, recentemente introdotto sul mercato. Il 20 novembre avvenne un incontro tra Lenz,
membri della società di Soldberg e autorità sanitarie di Amburgo. In quella occasione la
Chemie Grünenthal dichiarò che non intendeva ritirare il farmaco dal mercato. La
discussione sul destino del talidomide avveniva nelle segrete stanze. A rompere il muro di
silenzio ci pensò il 26 novembre la Welt am Sonntag rivelando la catastrofe al
pubblico con un articolo dal titolo: "Malformazioni causate da pillole - allarmante
sospetto di un medico nei confronti di un farmaco distribuito in tutto il mondo", a
cui seguiva una puntualizzazione e una richiesta: "Ogni mese di ritardo nel prendere
una decisione significa che nasceranno da cinquanta a cento bambini orribilmente mutilati
[...] E' ora che le autorità intervengano, e senza perdere un minuto di tempo!". Il
27 novembre 1961 il Contergan venne ritirato su richiesta del ministero degli interni del
Nordrhein-Westfalen. Questi sono i fatti che evidenziano un comportamento teratogeno (dal
greco teratos = mostro) della Chemie Grünenthal. Appare quindi sconvolgente
trovare scritto sulla rivista scientifica "Le Scienze" (numero 7, marzo 1969, p.
11), per mano di Renato Balbi (docente di neurochimica, neurofarmacologia e neurologia
applicata all'università di Napoli), che "i 'padri' della talidomide non possono
essere accusati di negligenza criminale per non aver previsto gli effetti teratogeni che
il farmaco avrebbe determinato nell'uomo" (sic!).
E' invece vero che, allora, la Chemie Grünenthal obnubilata dal profumo del denaro era
passata sopra ogni segnalazione di rischi connessi all'assunzione del talidomide. Oggi,
nel Terzo Mondo stanno morendo milioni di ammalati di Aids, anche perché importanti
aziende farmaceutiche, accecate dal profitto, calpestando ogni principio etico vendono a
prezzi proibitivi i loro farmaci salvavita. Un ignominioso filo lega il presente al
passato dell'industria del farmaco.