NEL 1987 ACCADDE...

CRAXI avrebbe dovuto cedere a marzo la presidenza del consiglio alla DC (come nei patti siglati dai cinque segretari dei partiti della maggioranza nel luglio dello scorso anno durante la crisi), effettuare la cosiddetta "staffetta" con alla guida del governo dei democristiani. Craxi in prossimità della scadenza, in febbraio, in diretta televisiva critica molto questa scelta ritenendola inopportuna, e questa insistenza dei democristiani la definisce un vero e proprio "abuso".

 

Immediata la reazione della DC  dentro la maggioranza governativa; Craxi è costretto a dimettersi dopo un irritante scontro politico senza vie d'uscita, e che lui seguita a liquidare sempre come un "abuso". E' crisi! Di difficile soluzione, e con il referendum del nucleare alle porte.

A MARZO, il 3, caduto il governo CRAXI, il 9 si dà l'incarico di formarne uno ad ANDREOTTI, poi alla JOTTI, a FANFANI, a SCALFARO, indi a NATTA. Tutti tentativi fatti da COSSIGA ma sempre infruttuosi. Si dà infine a FANFANI l'incarico di formare un "governo elettorale" in vista dello scioglimento inevitabile delle Camere e il ricorso al voto degli elettori, con elezioni che vengono fissate per il 14 Giugno prossimo.

14 GIUGNO - ELEZIONI - Risultati alla Camera

DC 13.241.188 voti 34,3 %

PCI 10.254.591 voti 26,6 %

PSI 5.505.690 voti 14,3 %

MSI 2.282.256 voti 5,9 %

PRI 1.429.628 voti 3,7 %

PSDI 1.140.910 voti 2,9 %

PR 988.180 voti 2,6 %

PLI 810.216 voti 2,1 %

Verdi 969.330 voti 2,6 %

Lega Veneta 298.506 - 0,8%

Lega Lombarda 186.255 - 0,5 %

Il successo socialista è chiaro, netto ed inequivocabile. Hanno raggiunto i cinque milioni e mezzo di voti alla Camera; sono cresciuti di un milione e trecentomila elettori rispetto al 1983; hanno toccato una delle più alte percentuali del dopoguerra; rafforzato i gruppi parlamentari di 21 deputati e di 7 senatori raggiungendo la cifra record di 139 parlamentari eletti. Molte sono le spiegazioni, ma fra tutte una balza con evidenza: l'effetto Craxi. Al XLIV congresso di Rimini il 31 Marzo, la conferma a segretario del PSI era stata quasi unanime, il 93,25 dei voti.

I risultati elettorali lasciano un ampio strascico di malumore all'interno di molti partiti; di quelli che hanno subito una flessione e anche nella DC; in questa si confrontano due strategie diverse destinate ad emergere nell'impatto con i problemi delle alleanze e del governo. Dentro il PCI (che ha perso in questa tornata elettorale il 3,3%) nessuno nega la sconfitta ma sul perché e sul cosa fare emergono forti contrasti. I berlingueriani sono per un partito che rappresenti la protesta sociale (che sta già affacciandosi nel Veneto e in Lombardia), mentre i riformisti chiedono di non abbandonare la scelta di essere parte integrante della sinistra europea. 

NATTA manifesta l'intenzione di lasciare l'incarico. Il 21 giugno del prossimo anno, infatti, rassegnerà le dimissioni;  vicesegretario unico sarà eletto ACHILLE OCHETTO; quasi un voto plebiscitario, solo con tre voti contrari e cinque astenuti (tre "miglioristi" e i due ostinati filosovietici COSSUTTA e PESTALOZZA).Comunque hanno fatto molto effetto e pesato molto i silenzi di INGRAO.

CLAUDIO MARTELLI il vice di Craxi, su Repubblica commenta: "Ora siamo più vicini. Occhetto é un riformista". 

Ma sempre sullo stesso giornale, GIAMPAOLO PANSA non rimane incantato del cambio della guardia: "Come quelle di Ercole anche le fatiche di Achille saranno ben sette. E la prima fatica, sarà quella di far uscire il Pci dal baratro elettorale".

In DICEMBRE, il 14, a Sorrento, al XV congresso, una svolta e un cambio della guardia anche dentro il MSI. La "sinistra sociale" di RAUTI resta molto forte nonostante GIANFRANCO FINI, sostenitore di una certa continuità e tradizione del partito, sia stato eletto segretario.

Singolare, e primo Paese al mondo, in Parlamento entra, dopo essere stata messa nelle liste del Partito Radicale, la pornodiva ILONA STALLER. Intenzionalmente messa forse per aumentare la consistenza dei voti, la Staller ne ottiene così tanti e tali, da essere eletta con pieno diritto, deputata. Uno dei suoi primi interventi è molto in tema con la sua ex professione, infatti, presenta una proposta di legge per l'introduzione nelle scuole dell'educazione sessuale obbligatoria. La Staller farà sorridere molti, e a parte i coreografici appening esterni, all'interno della Camera sarà meno immorale di alcuni ipocriti moralisti.

MA LA NOVITA' POLITICA DELL'ANNO di queste elezioni (una malattia ancora in incubazione, non ancora esplosa con la potenziale virulenza, e molto sottovalutata nella sua sintomatologia) é la comparsa di due movimenti nuovi chiamati "partiti della protesta":

La LEGA LOMBARDA e la LEGA VENETA. Quest'ultima alle elezioni pur prendendo 298.506 voti non riesce ad eleggere né un deputato né un senatore. Mentre la Lega Lombarda con 186.255 voti alla Camera e 137.276 voti per il Senato conquista in entrambe un seggio. A sedersi in quello del Senato troviamo il fondatore di questo nuovo partito UMBERTO BOSSI. Una nuovo irruente personaggio politico che sta facendo molti proseliti in molte frange di elettori lombardi scontenti negli ultimi anni dei rappresentanti politici e dei loro partiti.

29 LUGLIO - Dalle elezioni esce un governo con una coalizione di pentapartito che il 1° agosto il Senato gli vota la fiducia con 184 sì e 122 no, e il 5 agosto la Camera con 371 sì e 237 no. 
A guidarlo GIOVANNI GORIA.

8 NOVEMBRE - REFERENDUM SUL NUCLEARE. Dopo Cernobyl la popolazione si confronta. Votano al referendum il 65,1 % degli italiani e l'80,6 % dice NO alle centrali nucleari in Italia. Paradossale è che accendiamo molte luci con l'energia importata da impianti nucleari francesi. La Francia ne produce il 74% del totale, e ne esporta (anche in Italia) 58.533 mil. kWh dei 355.874 prodotti.

Assieme al nucleare i referendum hanno abrogato la irresponsabilità civile del giudice (80,2%) e le norme per il funzionamento della commissione parlamentare inquirente (85%).