LA VOCE DI NAPOLI / A VOZ DE LISBOA©
Incontro tra la canzone napoletana e il fado portoghese

            Il concerto rappresenta un incontro tra fado e canzone classica napoletana, accompagnate secondo i canoni della tradizione esclusivamente da strumenti a corda, teso ad evidenziare le affinità tra due modi di vivere la musica profondamente radicati nei rispettivi tessuti culturali cittadini. Essi segnano una stagione particolare nella storia della canzone urbana, e sono accomunati da una straordinaria capacità di autorappresentazione. È sufficiente presentare attenzione alle loro parole per coglierne le affinità. Nell'interrogarsi sul ruolo del destino e sulla precarietà dell'esistenza, compiono continue riflessioni sulla propria natura artistica e sull'essenza della poesia e della musica. Le definizioni più efficaci si trovano tra le righe dei loro testi: "sesto senso che distingue i portoghesi"… "parole e musica ca sulo Napule sape cantà", senza bisogno di ricorrere alla storia degli autori e delle vicende politiche, culturali sociali. In entrambi i generi musicali la città è protagonista, con i suoi luoghi deputati, e la musica sembra restituire il senso più intimo e segreto dei suoi ambienti, con costante riferimento ad una identità anteriorità temporale. Nomi di quartieri o di località che hanno acquisito una risonanza musicale, Mouraria, Alfama, Bairro Alto, a Lisbona, Santa Lucia, Posillipo, Marechiare, a Napoli vissuti come rappresentazione dell'autenticità e spontaneità della cultura popolare.
Sotto l'aspetto di serenate sentimentali si nascondono meditazioni metafisiche sulla natura della condizione umana, sulla genesi e la fine delle passioni, sulla dialettica tra gioia e sofferenza d'amore. Il loro fatalismo è una filosofia, o un codice di comportamento secondo il quale l'espressione musicale è frutto di una predestinazione e di una condizione di vita. Il tema della separazione e del distacco non è legato soltanto al tradimento o all'onore, ma anche alla realtà dell'emigrazione: queste canzoni per le comunità di italiani e portoghesi all'estro sono uno struggente legame con la propria terra. Entrambi sono dominati da una vocalità assoluta, teatrale, piena di pathos, nella quale sono depositati i valori più significativi dell'immaginario lusitano e partenopeo; fado e canzone napoletana sono modalità espressive di canto, prima ancora che generi musicali, immediatamente identificabili attraverso gesti vocali ricchi di figure retoriche. Nella rispettiva formazione ha giocato un ruolo importante il contatto e lo scambio tra musica colta e musica popolare, letteratura e tradizione orale, già rilevanti in epoca anteriore alla loro nascita. Inoltre il  senso melodico e drammatico dell'opera italiana, attraverso la romanza e la modihna, ha agito come un humus vocale, da cui sono fioriti alcuni tra i motivi indissolubilmente legati alle due città. A Lisbona e a Napoli, la canzone urbana moderna è stata appannaggio plebeo e allo stesso tempo aristocratico e borghese, musica di strada e di palazzo, di umili artigiani e di signori. Questa dimensione interclassista le ha permesso di divenire l'espressione artistica depositaria degli estremi: caratteriali, emotivi, sentimentali, quanto di più intimo e congeniale alla natura delle rispettive identità culturali e sociali.

©Paolo Scarnecchia

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