LE PITTURE PROTEGGIBARCAProteggere gli scafi
dall'acqua e dagli attacchi degli agenti atmosferici è una necessità che
nasce assieme all'arte di andar per mare. I Fenici spalmavano le carene
delle loro imbarcazioni di pece, mentre Greci, Persiani e poi anche i
Romani le rivestivano di fogli metallici di rame, bronzo e piombo. I
Romani usarono anche vere e proprie vernici, ottenute fondendo cera e pece
greca e sciogliendo in questa resina polveri colorate che davano alla
pittura, che veniva applicata a caldo e a pennello, anche funzioni
particolarmente estetiche oltre che protettive.
Pece e polveri colorate rappresentavano due degli elementi fondamentali
delle pitture: il legante, che dava coesione e faceva aderire la pittura
al supporto in forma di sottile pellicola; e i pigmenti, che davano colore
e copertura. Tra i leganti (resine e oli), oltre alla pece e al bitume,
furono usate in seguito sostanze dai nomi esotici come la Dammar,
proveniente dalla Indie Orientali, la Colofonia o pece greca, la Ellemi di
Manila e del Messico, la Mastice dei pistacchi di Chio, la Sandracca
dell'Africa, l'Ambra, resina fossile, come fossile era anche la Coppale di
Zanzibar. I pigmenti potevano essere di origine organica (animale o
vegetale) o inorganica (le ocre, le terre colorate, i mini di ferro
naturali ecc.) ed erano numerosissimi; per ogni colore esistevano svariati
materiali che si potevano usare per dare tonalità, lucentezza od opacità.
Terzo elemento fondamentale delle pitture è stato il solvente,
utilizzato in tempi più recenti, che aveva la funzione di sciogliere il
legante, se solido, o di diluirne la viscosità, se liquido. Uno dei primi
solventi fu l'essenza di Trementina, ricavata dagli alberi di pino e usata
per la prima volta dai Veneziani; ma solventi erano anche l'alcool,
l'etere, l'acetone, il benzolo.
Ma un cambiamento radicale, una vera e propria rivoluzione nella
realizzazione delle pitture è avvenuto con l'avvento della chimica
applicata. L'arte, empirica e un pò misteriosa, del costruire le pitture
si avvicina ormai alla scienza. Per creare le moderne pitture sintetiche
si disgregano gli elementi, si spostano gli ioni, si creano macromolecole
superelastiche termoindurenti. È una scienza relativamente giovane se si
considera che le resine epossidiche, a noi ormai tanto familiari, sono
state messe in commercio soltanto dopo il 1946. Ai tre elementi principali
si aggiungono le cariche, materiali in polvere finissima che non hanno né
colore né potere coprente ma conferiscono alle pitture proprietà
fisico-meccaniche quali compattezza, impermeabilità, carteggiabilità; e
gli additivi, che hanno svariati compiti: essiccativo, antisedimentante,
tixotropizzante, plastificante ecc.
I nomi delle nuove resine sono meno esotici, anche se non meno
misteriosi: alchidiche, viniliche, acriliche, epossidiche, poliuretaniche,
siliconiche ecc. Anche i pigmenti sono prodotti di sintesi o polveri di
metalli (rame, graffite, zinco ecc.). I moderni solventi sintetici si
chiamano alcali, aldeidi, chetoni, eteri, esteri, idrocarburi.
Le formule chimiche hanno sostituito i nomi esotici: ma l'esattezza
della scienza non ha eliminato le caratteristiche principali del costruire
le pitture: la sperimentazione e la ricerca.
IL CICLO DI PITTURAZIONEA parte alcuni oli e qualche
antivegetativa, le pitture che si usano nei paesi industrializzati sono
dunque tutte sintetiche; e a queste noi ci riferiremo.
Per l'ambito che ci interessa, la pitturazione di una barca, bisogna
ora fare alcune premesse. La prima è che ogni parte costituente
l'imbarcazione ha esigenze diverse; è evidente cioè che la carena ha
nemici differenti dalla coperta, le sentine devono essere trattate in modo
diverso dai mobiletti degli interni e così via.
Non solo: il legno non è più da molto tempo l'unico materiale di
costruzione delle barche ma, come ben sappiamo, si possono fare scafi in
ferro, plastica, lega leggera e addirittura in ferro-cemento. Altrettanto
evidente, dunque, è che ogni materiale richiederà trattamenti e
pitturazioni specifiche diverse tra loro. Tratteremo in modo approfondito
nei prossimi numeri i diversi modi di pitturare legno, plastica e metalli.
Ora il nostro scopo è di fare un discorso generale su come sono fatte le
pitture, in modo da avere una consapevolezza maggiore sulle funzioni dei
prodotti che potremo usare.
A questo scopo diventa necessaria l'ultima premessa: anche per quanto
riguarda le diverse parti della barca o i diversi materiali di costruzione
non esisterà mai (salvo che nella verniciatura del legno a vista, che
proprio per ciò resta la più delicata) un'unica pittura che assolva a
tutte le necessità estetiche e protettive; ma si dovrà ricorrere a un
ciclo di pitturazione che sarà composto da vari strati sovrapposti di
pitture diverse che, unendo le loro differenti proprietà, creeranno una
protezione e un risultato estetico efficaci e duraturi nel tempo.
Facciamo una prima classificazione delle pitture in base alla funzione
che svolgono all'interno del ciclo di pitturazione.
I PRIMERSono le pitture che si stendono direttamente sul
materiale con cui è costruita la barca ed hanno lo scopo di creare la
prima protezione. È chiaro che sono molto diversi a seconda del materiale
che devono proteggere; ma tutti sono composti da poca resina, molti
pigmenti (le particelle attive), solventi e additivi. Sono antiruggini e
anticorrosivi per metalli come le pitture a base di polvere di zinco che
producono una protezione «sacrificale», secondo il principio della
protezione catodica; oppure il minio di piombo e l'ossido di zinco, che
creano un ambiente alcalino che ritarda la reazione di corrosione; i
fosfati di cromo e zinco, che svolgono un'azione ossidante e passivante
favorendo la formazione di sali e ossido che isolano il supporto. Sul
legno, invece, i primer sono impregnanti turapori con elevato potere
penetrante che conferiscono al legno impermeabilità e resistenza
meccanica. Su vetroresina, vecchie pitture epossidiche o poliuretaniche,
il primer funge di «ancorante» per la preparazione della base per la mano
finale.
I FONDIPitture che servono a dare impermeabilità e a
creare una base protettiva di grande spessore su cui applicare la mano di
finitura. Si applicano tra i primer e le pitture finali e devono possedere
grandi doti di carteggiabilità. Sono dunque composti da molte cariche,
poco pigmento e poca resina, solventi e additivi.
GLI STUCCHICome si sa, lo stucco serve a livellare le
irregolarità di costruzione o a rimediare gli inconvenienti causati da
eventi traumatici come corrosione, urti, distacchi. Ci sono due tipi di
stucco: quello «a rasare», per rifiniture, e quello per grosse
imperfezioni. Lo stucco generalmente va dato tra una mano e l'altra di
fondo e possiede anch'esso doti di impermeabilità e facile
carteggiabilità. Gli stucchi contengono una grande quantità di pigmenti e
cariche, oltre il 70%, poca resina e additivi.
LE ANTIVEGETATIVEAll'argomento antivegetative abbiamo
dedicato uno speciale box, data l'importanza che riveste. Ricordiamo che
sono la mano finale delle carene e svolgono la basilare funzione di
preservarle dall'attacco di flora e fauna marine. Sono composte da
pigmenti velenosi (i biocidi), relativamente poca resina, solventi e
additivi.
GLI SMALTISono la mano finale che si applica sulle
fiancate e in coperta, per cui devono possedere grandi proprietà estetiche
e protettive al tempo stesso. Devono anche essere di facile
pennellabilità, resistenti al- l'abrasione, brillanti ed elastici. Sono
composti da 30% di pigmento, 35% di resina, solventi e additivi. Un buono
smalto non contiene cariche.
LE VERNICI TRASPARENTIServono a coprire e a fare risaltare
la bellezza del legno. Pitture delicate e di difficile applicazione, sono
composte quasi esclusivamente da resine, solventi e qualche additivo.
TRE CATEGORIE DI PITTURE: COMPATIBILITÀ TRA I PRODOTTIPer
ogni ciclo di pitturazione bisogna utilizzare prodotti che siano
compatibili tra loro. La compatibilità tra le pitture dipende dalla loro
natura e può essere stabilita in base al processo di essiccazione. In base
a questo criterio avremo tre gruppi:
1° gruppo: prodotti che essiccano per processo chimico-
ossidativo, induriscono cioè per effetto dell'azione ossidante dell'aria.
2° gruppo: processo fisico, le pitture essiccano per semplice
evaporazione del solvente.
3° gruppo: processo chimico, prodotti che induriscono per
reazione chimica tra due componenti o per polimerizzazione.
La classificazione è molto schematica perché in realtà anche per i
prodotti dei gruppi 1° e 2° l'essiccazione avviene parzialmente per
evaporazione del solvente. Solamente nelle pitture epossidiche senza
solvente o nelle pitture a olio la filmazione è di origine puramente
chimica. Tutte le pitture dei primi due gruppi sono a un componente,
mentre quelle del terzo gruppo sono a due componenti. I prodotti del 3°
gruppo, bicomponenti, non sono compatibili con i prodotti del 2°, mentre
possono essere applicati su quelli del 1° a condizione che la mano
sottostante sia completamente indurita. Le pitture del 1° e del 2° gruppo
non vengono sciolte dai solventi delle mani successive, per cui ad ogni
mano bisogna procedere alla carteggiatura.
Vediamo nel dettaglio quali pitture appartengono ai diversi gruppi e le
loro principali caratteristiche.
1° gruppo:
- Pitture a OLIO
Smalti e alcune antivegetative (all'olio di
lino). Caratteristiche: resistenza ai raggi ultravioletti,
all'umidità e agli agenti atmosferici; buone doti meccaniche; resistono
a temperature di 110°C; scarsa resistenza agli agenti chimici.
- Pitture ALCHIDICHE
Fondi, stucchi e
smalti. Caratteristiche: resistenza ai raggi ultravioletti, buone
proprietà meccaniche, resistenza alla temperatura (110°C) e agli agenti
atmosferici, brillantezza e colore; moderata resistenza agli agenti
chimici.
- Pitture POLIURETANICHE, MONOCOMPONENTI
Primer (impregnanti
turapori), smalti e vernici trasparenti. Caratteristiche: elevato
potere penetrante, notevole resistenza all'abrasione e
all'ingiallimento, buona resistenza agli agenti atmosferici e
all'ambiente salino.
2° gruppo
- Pitture al CLOROCAUCCIÙ
Generalmente
fondi. Caratteristiche: ottima resistenza all'acqua e all'umidità,
buona resistenza agli acidi e alle basi, buone proprietà meccaniche;
mediocre resistenza ai raggi ultravioletti, sfarinamento e scolorimento,
ridotta resistenza alla temperatura (fino a 60°C).
- Pitture VINILICHE
Antivegetative e primer. Caratteristiche: ottima resistenza all'acqua, buona
resistenza chimica, buone proprietà meccaniche; discreta resistenza agli
agenti atmosferici; mediocre resistenza ai raggi ultravioletti, ridotta
resistenza alla temperatura (80°C).
- Pitture SILICONICHE
Smalti. Queste pitture si
distinguono per la loro resistenza alla temperatura: anche 500°C.
- Pitture BITUMINOSE e
CATRAMOSE
Antivegetative. Caratteristiche: ottima resistenza
all'acqua e all'umidità, buona agli acidi e alle basi, scarsa ai
solventi ed alla temperatura.
- Pitture ACRILICHE
Vernici trasparenti e
smalti. Caratteristiche: resistenza agli agenti atmosferici e al
salino, trasparenza, elasticità, resistenza all'abrasione; resine
termoplastiche.
- Pitture POLIURETANICHE ed EPOSSIDICHE
MONOCOMPONENTI
Primer, antiruggini, fondi, smalti e vernici
trasparenti. Caratteristiche: elasticità, buona resistenza agli
agenti atmosferici e al salino, rapida essiccazione. Resine
termoplastiche.
- Pitture al TEFLON
Antivegetative. Caratteristiche:
grande resistenza all'umidità e all'acqua, ottime qualità meccaniche,
ottima resistenza agli acidi e alle basi, scarsa resistenza ai raggi
ultravioletti.
3° gruppo:
- Pitture EPOSSIDICHE ed EPOSSIDICHE MODIFICATE
bicomponenti
Primer e stucchi. Caratteristiche: buona
resistenza ad acidi e basi, buona resistenza ai solventi, all'umidità e
all'acqua, discreta alla temperatura (80°C). Le pitture epossidiche
modificate possono essere epossilviniliche ed epossicatramose. Sono
resine termoindurenti.
- Pitture POLIURETANICHE bicomponenti
Smalti e vernici
trasparenti. Caratteristiche: resistenza ai raggi ultravioletti,
buona resistenza agli acidi diluiti, discreta alle basi e ai solventi,
ottima agli agenti atmosferici, resistenza all'abrasione, buone
proprietà meccaniche, ottima brillantezza. Resine termoindurenti.
- Pitture a base di POLIESTERI bicomponenti
Principalmente
stucchi. Caratteristiche: ottima resistenza all'immersione, velocità
di essiccazione, buone proprietà meccaniche. |