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[In allestimento]

Tetti di Positano
Balcone sul mare
due scale
arco e case
vecchia finestra
scala

Articoli e recensioni su Nazario Fusco

Un mondo vero

Un mondo vero  nella pittura di Nazario Fusco

Non si è soliti intrattenersi a conversare con l'artista che espone i suoi lavori né si può avere la presunzione e l'audacia di dirgli cosa si svela nell'insieme dei dipinti esposti.  Diversamente è capitato col pittore positanese Nazario Fusco presente a Ravello con una sua mostra dal 13 al 19 agosto pur non avendo cognizioni precise e competenze in materia abbiamo voluto chiedergli se i nostri intendimenti corrispondevano ai suoi propositi artistici giacché quasi mai il visitatore va oltre la propria interpretazione visiva e abituale sulle opere che ha davanti a se.

Così ne è sortita una conversazione ~ che qui riassumiamo - non esattamente delineata sulla nostra capacità di valutazione ma volta a ben altre intenzioni che non fossero soltanto le consuete e formali attestazioni di cortesia (pur doverose verso l'ospite).  Partendo da una evidente "monotematicità" dei dipinti (giustamente anche limitati nel numero) dovevamo capire perché l'artista ha scelto o preferito raffigurare prevalentemente quella parte abitativa cosi vera e suggestiva dei nostri luoghi e ambienti tradizionali.  Immagini che senza "titoli" o "didascalie" possono esprimere ideazioni e verità recondite "raccontare" o far immaginare esistenze remote rivivere "l’humus" di un paese antico e rispettabile!

Dimore popolari strette l'una contro l'altra (fortunatamente ancora indenni da ”riusi" con ristrutturazioni sofisticate ed ibride); casamenti con strutture solide e originali dove l'arco o la volta dà l'appoggio a pianerottoli o a balconate al limite di scale all'aperto - queste spesso asimmetriche e prive dell'agghindo di una ringhiera - e poi più sui tipici "lastricati" che si adornano perfino di ombrosi pergolati.  Il portoncino o la finestra che s'affaccia sul cortile o che fa appena intravedere il mare sono gli elementi discreti ed essenziali nella tipologia edilizia ritratta dal Fusco e se le modalità della sua arte sono impegnate ad una "pitturadocumento" ad una conservazione e rivalutazione (però non retorica) del tessuto urbano del nostro territorio non è difficile soprattutto agli esperti ravvisare nelle opere anche una stretta colleganza stilistica con i lavori della scuola toscana e in particolare con le creazioni del Rosai. Se il Fusco rifugge dagli schemi stereotipati di una pittura illustrativo paesaggistica (che pur saprebbe adoperare e avvalersi) ciò - secondo noi ~ non avviene per rifiuto preconcetto anzi si pone come serietà d'intenti e prefigura un altro aspetto di quella "globalità artistica" (in nessun altro modo riusciamo a definirla) in cui idealmente si possono riunire idionei costumi tradizioni poesie colori musiche e quanto altro è bellezza nativa della nostra terra. E nel concludere vogliamo supporre che il pittore Fusco sappia delle ispirazioni avute dal poeta Alfonso Gatto per le sue "Rime di viaggio per la terra dipinta". Trascriviamo quella intitolata "Positano" perché nella liricità dei versi si identifica e s'invera quasi plasticamente la concezione estetica del Nostro e l'avvalora più che qualunque nostro commento "La meraviglia d'essere nel saldo / d'un costrutto felice, il corpo caldo / nella pietra che verzica di sole. / Vi restano più a lungo le parole / non dette ed è, all'accorrere, la svolta /d'un paese che c'è come una volta /da chiamare per nome e da tacere/ Un sogno dire queste case vere. Allora non è fittizio dire che il Fusco di "queste case vere" e del loro caratteristico essere va riconosciuto come felice e interessante interprete e che perciò merita un sincero apprezzamento e l'augurio di altri consensi e futuri successi.

                                                                                      Mario Schiavo  

Nazario Fusco, Data

Il pericolo, non sempre evitato, di chi si accinge a trasferire sulla tela paesaggi così universalmente noti in sé così perfettamente realizzati e conclusi, e quello di cadere nell'oleografia, nella cartolina illustrata, alla men peggio nel puro ricalco naturalistico. £ un pericolo che il giovane Nazario Fusco schiva felicemente, per istinto e intelligenza e cultura.  Forte dei suoi studi di architettura, applicandosi a ritrarre scorci di Positano, Fusco infatti ha escluso il "Panorama' genericamente inteso, con tutto quello ch'esso comporta, di mare controluce rigoglio di piante e colore locale, per puntare unicamente sull'aspetto urbanistico, del resto già così particolare, del paese.

Ecco così elevati a protagonisti del suo mondo fantastico e della sua ricerca pittorica le scalette sbilenche, i vicoli nascosti, i muri corrosi, le facciate povere, i balconcini squadrati, le finestrelle simmetriche, i portoncini modesti, gli intonaci stinti, le prospettive ingenue: che sembrano restituirci, di Positano, e in realtà ci restituiscono, un'immagine se non proprio inedita (perché chi ha occhi attenti avrà già notato per suo conto tutto questo), certamente desueta rispetto alla convulsione del traffico e all'invadenza un po' sofisticata dei turisti e al folklore dei negozi di scarpe e abbigliamento e alla violenza mediterranea delle luci, che rappresentano i parametri più abituali e appariscenti a tornare alla mente quando si nomina Positano.

Di qui, anche, a da questa voluta riduzione a un 'sentimento' di povertà, l'assorta solitudine di questi quadri; di qui, ancora, il ricorso alla spatola e a un timbro coloristico che privilegia i torti smorzati.  Ma di qui, soprattutto, quel senso di verità recuperata è d'adesione più profonda a una realtà ambientale, che ci sembrano per adesso le connotazioni più felici e personali del lavoro di Nazario Fusco.

Michele Prisco

 
Pubblicazione, Data

Per Fusco, la natura diventa il paesaggio  interiore, dipinto con i toni trepidanti, si da farle acquistare la dimensione del suo stato d'animo  

La quiete spirituale che la sua opera rivela è frutto di una partecipazione che non si esaurisce nella composizione pittorica, ma diventa un messaggio dell'anima, pieno di risonanze, di echi e riverberi misteriosi.

La poesia che Fusco dipinge getta un ponte fra la natura e l'arte, là dove l'orizzonte non sembra mai chiudersi per far intravedere altri spazi di cielo e di mare.

Eraldo Dí Vita

 

 
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Aggiornato il: 02 novembre 1999