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per gentile concessione di Narcisa Boniardi

Le feste popolari

Devozione a Maria Santissima

Nelle sere di Maggio, il mese dedicato alla Madonna, la chiesa era affollatissima. Monsignor Mario Svampa, il parroco, nella predica si infervorava esaltando le virtù della Madonna e illustrando i Santuari Mariani. Così trasfondeva nel popolo una grande devozione alla Madre di Dio invocata soprattutto con il titolo di "Maria Santissima Ausiliatrice del popolo cristiano". Finita la funzione serale in onore della Madonna tutti i fedeli si riversavano sulla piazza per scambiare qualche battuta amichevole: poi ognuno faceva ritorno alla propria casa. I bambini , sulla via del ritorno, si divertivano a rincorrere e a catturare le lucciole che a sciami apparivano e scomparivano sui prati di Via Aldini, Fabrizi ed Eritrea. Espressione della sentita devozione a Maria Santissima erano le due edicole situate, una all'incrocio di Via Aldini con Via Fabrizi, l'altra, demolita nel 1960, all'entrata in Vialba sulla Via Orsini: erano state fatte costruire dai parrocchiani beneficati dalla Madonna. Nessuno passa davanti alla statua di Maria senza compiere un atto di devozione.

La sagra parrocchiale

Nella giornata della Sagra della parrocchia che ricorreva la prima domenica di ottobre, la statua della Madonna veniva portata in processione per le vie della Parrocchia. Era festa grande ed i fedeli numerosi si accostavano ai Santi Sacramenti. Nel pomeriggio, partendo dalla chiesa parrocchiale, la processione si snodava per le vie, passava sotto gli archi trionfali preparati dai fedeli. La Madonna veniva portata a spalla o su carri addobbati, trainati da cavalli; al suo passaggio riceveva l'omaggio dei fedeli che per mesi si erano impegnati, compresi i bambini, a confezionare fiori artificiali; i falegnami a preparare gli archi; gli elettricisti a studiare impianti elettrici d' effetto. Anche le campane si facevano sentire: suonavano a lungo e diffondevano nell'aria note festose. La festa era allietata dalle bancarelle dei venditori di dolci. Allineate sulla via Aldini erano un invito irresistibile per i bambini che, con le loro insistenza, erano i clienti migliori. Nessun genitore, anche il più povero, ed allora la povertà c'era, si rifiutava di comprare qualche leccornia ai suoi figli.

La Festa dei Santi Martiri Agricola e Vitale a Vialba

L'ultimo appuntamento religioso dell'anno liturgico era quello della solennità dei Santi Martiri Agricola e Vitale patroni della chiesetta di Vialba, festa che cadeva il quattro novembre e veniva ricordata la prima domenica dello stesso mese. Non si hanno molte notizie intorno ai due Santi: si sa che furono martirizzati nei primi secoli della chiesa. Celebrata la funzione religiosa nella chiesetta, la gente si radunava sulla piazza adiacente che ha sullo sfondo la villa Scheibler. Nella parte anteriore della piazza era innalzato l'albero della cuccagna e poco lontano erano allineate su una corda numerose pentole che racchiudevano doni a sorpresa. L'albero della cuccagna metteva alla prova l'abilità e la destrezza dei giovani concorrenti ; il gioco delle pentole regalava qualche doccia fresca ai battitori, fra le risate degli astanti.

Il territorio della Parrocchia

La Parrocchia dei SS. MM. Nazaro e Celso comprendeva, oltre le case e i cortili contadini di Quarto Uglerio e di Musocco, alcuni stabilimenti che davano lavoro a molti abitanti del luogo: primo fra tutti lo stabilimento degli industriali Moneta soprannominati i "Re delle pentole" a motivo della produzione di indiscusso primato delle pentole di smalto che ormai soppiantavano quelle di rame. Annesse alla parrocchia si contavano ben quattro frazioni: Vialba, Roserio, Triulza, dove l'agricoltura era l'unica attività del popolo, e un tratto della Via Varesina oltre la Stazione ferroviaria Milano-Certosa. Inoltre c'era la chiesetta di S. Giuseppe all'interno delle case di Via Ameglio dove, ogni domenica, Monsignor Tettamanti celebrava una S. Messa, nelle prime ore del mattino, per i parrocchiani più lontani dalla chiesa madre. Così si presentava la parrocchia dei "SS. MM. Nazaro e Celso di Quar- to Uglerio" dagli anni venti a oltre gli anni cinquanta. Una parrocchia dall'estensione territoriale enorme, che abbracciava tutta l'area compresa tra i confini di Novate Milanese, la Ferrovia Nord, la Ferrovia dello Stato, verso Villapizzone, la Certosa e Musocco, le cascine verso Rho e Baranzate di Bollate. Nel 1935 sui campi della Fiorenza tra Largo Boccioni e Via Orsini sor- geva una nuova Parrocchia dedicata alla martire romana S. Agnese. Due file di case popolari, dette minime, perché provvisorie, costruite ai lati della Scuola Elementare con a fianco la Chiesa, ne costituivano il nucleo più consistente. Col tetto piatto, la forma rettangolare, tinte di bianco, da una vista aerea apparivano come un grande isolato in contrasto con il resto delle case ed assomigliavano ad un blocco di caserme. In pochi anni migliaia di famiglie vi trovarono alloggio. Negli anni trenta, il centro storico di Milano incominciava a rinnovarsi demolendo le numerose case fatiscenti e chi non aveva possibilità finanziarie ve- niva alloggiato in queste case "minime". Durante la guerra vi si riversò una valanga di baraccati. Più in là era sorto il grande Ospedale Sanatorio di Vialba su parte del terreno già di proprietà del Conte Scheibler.

PARTE SECONDA

Il Santuario

Entrando nel cortile dell'asilo, in fondo sulla sinistra dell'edificio, c'è la Cappella Santuario. Il presbiterio è delimitato da una trabeazione (architrave con fregio e cornice che introduce all'altare) appoggiata su due pilastri a ridosso della parete laterale. L'altare è incorniciato da un arco e sovrastato da una nicchia dorata che accoglie la statua prodigiosa della Madonna Ausiliatrice. La nicchia è racchiusa fra due lesene con capitelli corinzi che sostengono un frontone in marmo di Carrara fine- mente lavorato. Ai lati della nicchia due affreschi: quello di destra rappresenta l'asilo devastato dal bombardamento con la statua di Maria SS. Ausliatrice, sulla colonna, intatta tra le macerie. A sinistra è raffigurato l'asilo ricostruito. Angeli osannanti fanno corona alla statua della Madre di Dio. Il tabernacolo, rassomigliante a un tempio, racchiude fra due colonnine la porticina sulla quale, in sbalzo, appaiono un calice sovrastato dall'Ostia con attorno una corona di angeli. L'altare è abbellito da una pala in marmo bianco con bassorilievi: al centro lo stemma di Maria SS. Ausiliatrice e decorazioni angolari. Due balaustre finemente lavorate chiudono l'altare. Recentemente nell'intento di adeguare l'altare alle nuove esigenze liturgiche le balaustre sono state tolte e il parroco Padre Alberto Filippi, per la celebrazione della S. Messa provvide con una piccola mensa rivolta al popolo, così da privilegiare la presenza dell'altare originale. Il soffitto della cappella è decorato con affreschi: corone di fiori si in- trecciano e simboli liturgici eucaristici e mariani si alternano. Entrando nel santuario, a sinistra, alta sulla parete, una lapide in mar- mo ricorda i fatti del 17 giugno 1940: sulla parete opposta si può leggere il decreto del Cardinal lldefonso Schuster che dichiara la cappella Santuario Mariano. Una scheggia di bomba è affissa ad un legno.

Andiamo al Santuario

Nei primi decenni del dopoguerra grande è la devozione dei fedeli verso Gesù Eucaristico e Maria Ausiliatrice e numerose grazie sono state elargite ai fedeli. Instancabile apostolo è il successore di Monsignor Svampa, Don Franco Rimoldi che dedica l'ultima domenica del mese di maggio a particolare ricordo degli avvenimenti miracolosi. In quella sera nel cortile dell'asilo dinanzi alla statua della Santa Vergine, ornata di lumi e fiori viene recitato con grande solennità il S. Rosario alla presenza di tutti i parrocchiani. Il coro dei giovani guidato prima da Don Ernesto Riva e poi da Don Paolo Giavini eleva a Dio e alla Vergine devoti canti. La lettura di questi fatti, che ancora sopravvivono nel ricordo di molti parrocchiani della Chiesa Madre del Quartiere, dedicata al SS. MM. Nazaro e Celso di Via Aldini, 33, possa suscitare in tutti riconoscenza e amore a Gesù Eucaristico e alla Vergine Ausiliatrice. Il Santuario richiama e collega i due aspetti fondamentali della devozione popolare: Maria Madre di Dio e il suo Figlio Gesù Cristo: la Madonna e l'Eucaristia. Anche oggi, a buon diritto, il piccolo Santuario di Via Aldini può essere considerato il Santuario Mariano del Decanato Quarto Oggiaro. Ogni giorno feriale, nelle prime ore del mattino, nella Cappella Santuario viene celebrata la Santa Messa; le Suore ed alcuni fedeli innalzano a Dio e alla Madonna la lode di gloria e di ringraziamento. Ogni terza domenica del mese i fedeli si raccolgono per adorare Gesù Eucaristia e al quarto venerdì per innalzare alla Madre di Dio la preghiera a lei gradita: il Santo Rosario.

Il dopoguerra: la Parrocchia si ricostituisce

Alla fine della seconda guerra mondiale l'Italia è un ammasso di macerie: bisogna ricostruire. Non solo riedificare le città, i paesi rasi al suolo, ma ricostruire il tessuto sociale, religioso, le parrocchie. Alla morte di Mons. Svampa, il Cardinal Schuster manda nella nostra Parrocchia dei SS. MM. Nazaro e Celso di Via Aldini, Don Franco Rimoldi, nativo di San Vittore Olona, (Varese); dapprima vicedirettore del Collegio Arcivescovile di Lecco, poi Assistente dell'Oratorio maschile di Niguarda quindi assistente all'Oratorio Maschile di Varese. Assegnato alla nostra parrocchia don Franco Rimoldi dispiega tutta la sua geniale intelligenza e la ricchezza del suo animo sacerdotale. Con lui viene inviato un giovane sacerdote, appena consacrato, come assistente dell'Oratorio maschile: Don Ernesto Riva, pieno di zelo per il regno di Dio.

Gli oratori

In poco tempo gli Oratori si riempiono di giovani: don Franco guida l'oratorio femminile; don Ernesto quello maschile. La scuola settimanale per catechisti raccoglie i giovani migliori. Una lezione mira alla formazione personale, l'altra è per insegnare loro come fare catechesi ai ragazzi. Nelle prime ore del pomeriggio festivo i ragazzi vengono radunati per la lezione di catechismo, poi si gioca con loro. Prima di lasciare l'oratorio i sacerdoti nei rispettivi oratori rivolgono un'esortazione ai ragazzi e viene impartita la Benedizione Eucaristica.

Le associazioni si riorganizzano

Si ricostituisce la Confraternita del Santissimo Sacramento con lo scopo di diffondere l'amore a Gesù Eucaristia. Si riorganizza l'associazione delle Figlie di Maria con il fine di dare una formazione più profonda a coloro che sono chiamate a formare una famiglia: l'amore all'Eucaristia, alla Madonna e la purezza della vita sono gli obiettivi principali.

L'Azione Cattolica

L'Azione Cattolica, secondo il desiderio dell'Arcivescovo, nasce come gruppo di laici cristiani che affiancano i Sacerdoti nel servizio della Parrocchia: liturgia, catechesi per ragazzi, giovani, adulti; oratorio opere diocesane: Missioni, Seminario, Università Cattolica. Si divide in quattro rami: due giovanili e due per adulti. Il ramo donne ha come presidente dapprima Elvira Trogni, insegnante sensibile ai problemi famigliari, quindi Angela Brambilla Pisoni, stimata per la sua saggezza alla quale si rivolgono le mamme e le spose in difficoltà. Mansioni molto delicate le vengono assegnate. A capo del gruppo uomini è nominato Mario Trogni, cristiano di profonda fede. Agli abitanti delle frazioni viene assicurata la Santa Messa festiva ed i giovani dei due rami dell'Azione Cattolica a turno accompagnano il Sacerdote per l'animazione liturgéca. Don Franco Rimoldi, ottimo organista, segue la schola cantorum dei giovani: è direttore e compositore di musica sacra. Le solennità liturgiche si distinguono con la Santa Messa cantata. Tra le giovani dell'Azione Cattolica maturano vocazioni religiose. Suor Maria Chiara Dabulli, suora Benedettina a Ronco Scrivia; Suor Virginia Ghilardi, Preziosina morta a soli quarant'anni; Suor Giannina Zamboni entrata nella Congregazione delle Figlie della Chiesa. Don Mario Conca entra nella società di San Giovanni Bosco.

Le Dame di San Vincenzo De Paoli

Nasce il gruppo caritativo dell'Opera S. Vincenzo per l'assistenza ai poveri della parrocchia. Presidente è Teresina Salina che il popolo chiama "la santa" per la sua carità delicata ed inesauribile. Con lei alcune gio- vani visitano spesso i malati di tubercolosi ricoverati al Sanatorio di Vialba (ora Ospedale Sacco) dove era impiegata negli uffici amministrativi. Teresina Salina e Angela Brambilla Pisoni sono molto amiche e collaborano strettamente per risolvere i problemi delicati di famiglie disunite e di ragazze madri che sono presenti in Parrocchia.